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LA TATTICA EMERGENZIALE CONTRO L’UMANITA’ CRISTIANO-ROMANA! L’obiettivo finale è l’uomo-dio anti-cristico; il mezzo è spiegato dalla “Finestra di Overton”…l’antidoto è l’Uomo Integrale Fascista!

 

Finestra di Overton Pluto-massonica:Biblioteca del Covo

Cari lettori, amici e nemici, la cronaca quotidiana degli avvenimenti italiani ed internazionali purtroppo ci ha abituati sempre più a scenari allucinanti, che si verificano con una costanza incredibilmente precisa e graduale. Ormai risulta clamorosamente chiaro, che tutto quel che avviene nella nostra disgraziata società contemporanea NON E’ assolutamente frutto di “casualità” o della eventuale imponderabile concomitanza di eventi convergenti in modo fortuito, presumibilmente determinati dal “normale” svolgimento della vita umana. Purtroppo, se si legge attentamente la realtà politico-sociale odierna, in virtù della ricostruzione logica dei fatti, della radice degli stessi e dello svolgersi coerente dei passi ad essi orientati (dunque alla luce della retta ragione) si palesa un quadro molto chiaro sulla etero-direzione degli avvenimenti salienti intrapresa dalla cosiddetta “Società globale(ista)” a danno dell’umanità. Abbiamo già affrontato a più riprese l’argomento su questo stesso blog in tutti i suoi aspetti (ad esempio, l’ultima volta qui) e disgraziatamente per tutti noi, gli avvenimenti confermano potentemente la correttezza e la logica coerenza di tale lettura del tempo presente. Per rendere più chiaro lo scenario satanico e distopico in cui la nostra società è stata volutamente precipitata, possiamo avvalerci di ulteriori strumenti interpretativi, capaci di esplicitare la realtà contemporanea in modo ancor più comprensibile, ad esempio utilizzando quella che comunemente è conosciuta come “Finestra di Overton”, dal nome del Sociologo Statunitense che formalizzò tale tesi.

Cos’è la “Finestra di Overton”!

Accennavamo ad Overton, che comunque non inventò nulla, in quanto concretamente si limitò a descrivere il metodo di manipolazione delle masse adottato dalle cosiddette “istituzioni democratiche occidentali”, attraverso l’attenta osservazione dello stesso e dei risultati conseguiti in base ad esso. Secondo la descrizione fornita dal ricercatore omonimo, tale “Finestra” rappresenta lo sviluppo del grado di accettazione di alcuni “provvedimenti politici” attraverso la progressiva ed apposita diffusione nella società di determinati messaggi, ovvero della possibilità, a mezzo di una ben organizzata “campagna propagandistica”, di far considerare alla cittadinanza come “normalmente condivise” idee o principi in precedenza da essa stessa socialmente rifiutati, nonché tutte quelle norme impositive attuate a livello istituzionale al fine di permettere a tali idee nuove di poter essere imposte pubblicamente senza incontrare ostacoli lungo tale percorso di affermazione occultamente indotta dall’alto. All’esterno della Finestra, si trovano gli elementi definiti “non accettabili” dal pubblico. Ciò non significa che essi non siano accettati in assoluto, ma solo che tali elementi si trovano momentaneamente fuori dalla Finestra di accettabilità. La freccia che vedete nell’immagine che abbiamo inserita, costituisce la base della teoria. Infatti, essa rappresenta la “gradualità” adottata dal “potere” per introdurre nella Finestra di accettabilità sociale ciò che prima era ritenuto come totalmente irricevibile. Infatti, la stessa regola della gradualità, a mezzo della “disputa” interna alla società (quest’ultima appositamente creata ad arte ed etero-diretta, giacché la diatriba è fondamentale per l’accettazione finale, così come lo è la diffusione della percezione dello status di “vittime” da attribuire a coloro che sostengono le idee prima impensabili!), è necessaria per lo spostamento in “avanti” della Finestra, fino ad arrivare al centro. Per farvi alcuni esempi, possiamo citare l’idea della “Eutanasia”, termine con cui si definisce il “Suicidio assistito” (la modifica dei termini è una fase essenziale per l’accettazione!). Prima ancora quella delle “Nozze gay”, altro modo per istituzionalizzare il relativismo sessuale. Ancor prima quella della “IVG”, Interruzione volontaria di gravidanza, ovvero, l’aborto procurato: dicesi l’uccisione di bimbi nel grembo materno. Il metodo della Finestra viene a palesarsi immediatamente quando viene introdotta nel dibattito pubblico (è questo il campanello di allarme) una idea universalmente giudicata inaccettabile sino a quel momento. Infatti, principii giudicati inammissibili, in quanto tali non dovrebbero nemmeno essere discussi, ma semplicemente riprovati. In realtà, la possibilità di discuterli e quindi, infine, di accettarli, è stata resa possibile dal relativismo in cui, secondo la plutocrazia massonica globalista che occultamente tira i fili della politica e dell’economia a livello mondiale, deve affogare la società contemporanea (qui). Tale approccio filosofico risulta essenziale per l’applicazione della teoria di Overton. Notate che la freccia della finestra ha DUE sensi non a caso. Difatti, ciò determina che l’ingresso in finestra di alcune idee, può seguire l’uscita dalla finestra di altre idee. Ad esempio, ciò che prima era universalmente giudicato socialmente accettabile, come l’illegalità dell’aborto, adesso è diventato per il potere costituito ed i suoi media un tema tabù persino da discutere!

“Emergenza”

Come abbiamo già argomentato nell’articolo sopra citato (“CONTRO LE MENZOGNE“), lo “Stato di Crisi” artatamente creato, è stato trasformato gradualmente in “emergenza permanente”. Tale elemento risulta essenziale ed irrinunciabile per poter svolgere la progressività della Finestra di Overton. Senza le “emergenze”, le istituzioni delle liberal-democrazie non avrebbero il pretesto per manipolare emozionalmente lo stato d’animo delle Collettività, nonché di riformare arbitrariamente in base al proprio tornaconto (o del potere occulto che le sostiene!) le leggi della collettività. Può sembrare paradossale, ma è proprio il concetto di “emergenza perenne” a costituire l’essenza stessa della liberal-democrazia di marca “anglosassone”, ormai impostasi a livello globale nel corso dei secoli con la forza! Così come, senza le immancabili ancorché presunte “vittime” di turno, quelle portatrici delle “idee inaccettabili” in quel frangente dalla società, non è possibile generare collettivamente quel sentimento di “pena” per costoro, fondamentale poi per trovare “un modo” per poi renderle accettabili alla società medesima, trasformando così le “nuove idee” nella effettiva “nuova normalità” socialmente vincolante e di conseguenza trasformando le precedenti idee – quelle che rifiutavano la cosiddetta nuova “normalità” – in idee prima desuete e poi fuorilegge! Ecco perché non si può affatto addurre a circostanze fortunose il fatto che in questa ultima manciata di anni, il mondo abbia subito davvero molte presunte “emergenze”, pure troppe rispetto ai decenni precedenti; tutte concentrate, tutte inanellatesi una dopo l’altra (mai contemporaneamente!) ma che sostanzialmente convergono fatalmente tutte verso un unico scopo, che è quello riassunto nel titolo del presente articolo ed in tutti gli scritti di denuncia esposti nel corso degli anni su questo blog! Si è iniziato dalla “Crisi del debito” (e vi facciamo notare che non è mai stata superata, ma solo passata in sordina); si è proseguito con la Crisi delle “rivoluzioni primaverili e colorate” con contorno di attentati; continuando con la “Crisi pandemica”; passando per la “Crisi energetica”; culminando con la “Crisi Climatica”. Tutte queste pseudo “crisi”, hanno dato luogo alle relative “Emergenze” istituzionali. L’ultima in ordine di tempo, nel caso italiano è quella scaturita dall’Alluvione nella Romagna e nelle Marche, durante la quale sono stati diffusi dei video fatti dagli stessi alluvionati, che documentano tanto la mancanza di manutenzione e interventi strutturali sui letti di fiumi e dighe (paventando che questi problemi dovuti all’incuria o all’incompetenza amministrativa siano atti deliberati!) quanto la concomitanza di voli di aerei “sospetti”, con il consueto rilascio di “scie …ignote” (un fenomeno che su questo stesso blog denunciammo con largo anticipo anni addietro – ad esempio qui). In questo caso, però, da parte dell’informazione istituzionale non si è soltanto gridato al “complottismo” né si è stigmatizzato il fatto da parte dei soliti “cacciatori di bufale” sguinzagliati dalle istituzioni medesime. Evidentemente, tornando alla progressione esposta nella “Finestra”, nel momento presente siamo al passaggio di tale tesi dallo stadio “inaccettabile” a quello “radicale”… Sì, perché proprio su uno dei programmi generalisti più “ufficiali” della “Tv spazzatura” italy-ota, ovvero “PiazzaPulita” (qui, dalla ora 1:19 in poi) si è visto mandare in onda la diffusione di tale denuncia, addirittura in prima serata! Ovviamente non è stato affermato che in Romagna l’alluvione sia avvenuta in modo programmato, ma è stato affermato ufficialmente, citando gli esempi degli Emirati arabi, che da decenni (!) si sperimentano metodi per far piovere o non piovere (alluvioni e siccità a comando). Ma non lasciatevi fuorviare! Tutto avviene sempre per uno scopo e il motivo vero per cui è stata fatta questa ulteriore ammissione diviene chiaro alla fine del monologo. Ovvero, il disprezzo per l’Essere Umano in quanto tale, quello che un ex ministro definì come “parassita”! Inoltre, il video in questione nella requisitoria contiene anche un “cavallo di Troia”. Il fatto di far piovere o smettere di piovere a comando, visto che in teoria sarebbe l’uomo il primo colpevole del “cambiamento climatico”, alla fine non viene riprovato in sé da chi ascolta, tali ammissioni servono solo per alimentare la diatriba prossima-ventura (elemento fondamentale per la Finestra di Overton), al fine di rendere un domani, prima accettata e poi “legale” tale operazione di geo-ingegneria (legalizzare, per controllare e far definitivamente accettare!).

La “Protezione” delle istituzioni liberal-democratiche!

Più in generale, proprio a seguito della “Emergenza”, che viene poi trasformata in stato di crisi permanente, a livello istituzionale si da ad intendere che bisogna pervenire “di necessità” ad una “Protezione” per “garantire (si presume!) l’incolumità dei cittadini” e quindi farla non solo accettare dagli stessi ma anche desiderare con forza. Ovviamente il termine “Protezione” in realtà è solo l’eufemismo per qualificare la schiavizzazione che infine porta alla eliminazione sociale (esempio eclatante di tale scenario, l’ormai tristemente famoso “passaporto verde” attuato in ragione del pretesto pseudo-pandemico!). Ma senza l’utilizzo della tattica esposta nella Finestra di Overton, non si sarebbe arrivati a tale ribaltamento del senso delle parole e della stessa realtà dei fatti. Resta inteso che un preciso elemento risulta comunque necessario allo svolgimento di tale “protezione”, cioè l’identificazione di un “nemico terribile” (qui), da cui, per l’appunto, la cittadinanza deve essere protetta. La possibilità di indicare a chi o a cosa corrisponda l’archetipo del “male”, ovviamente, resta appannaggio esclusivo dell’oligarchia di potere che, in modo del tutto arbitrario, stabilisce di volta in volta, in base alla propria convenienza, chi debba vestire i panni del “nemico assoluto”. Il fine, però, lo ribadiamo, non è soltanto quello di generare una profonda divisione interna al corpo sociale (se uniti si vince, all’oligarchia pluto-massonica basta dividere per dominare!) giacché essa è di sicuro propedeutica allo scopo ultimo, il quale, però, resta uno solo: l’odio per l’Uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, la volontà di decimazione dell’Umanità, la conclusiva instaurazione di un “regno messianico” secolare, dove un ristretto numero di auto-eletti, schiavizza per l’eternità i pochi che essi hanno deciso di lasciar sopravvivere, ovviamente ridotti a nullità umanoidi, androgini, deboli, sottomessi e svuotati della loro anima, giacché il fondamento anti-cristico di tale messianismo, che in quanto formalmente ateo divinizza il potere, per costoro resta irrinunciabile. Pertanto, solo entrando in questo ordine di idee, si riesce a comprendere davvero come la “politica vera”, quella che eleva materialmente, moralmente e spiritualmente l’Uomo-cittadino, sia stata in concreto cancellata dalla struttura della Società; specificamente, nel caso italiano, già dopo lo svolgimento del rituale massonico di Piazzale Loreto, successivo alla uccisione di Benito Mussolini (di cui abbiamo già ricostruito gli ultimi giorni – Qui), il quale post mortem (come si evince chiaramente nelle tristi immagini storiche di quella giornata!) niente affatto casualmente venne prima “dotato dello scettro” e poi “appeso per i piedi”. Tale messinscena non fu affatto il frutto casuale di un clima di contingente brutalità da “macelleria messicana”, come di solito si suole descrivere tale orrendo baccanale, ma esattamente un preciso atto rituale massonico, che ha rievocato due specifiche carte dei Tarocchi (qui).

rituale massonico Pz.le Loreto

Quel rituale inscenato alla fine ed a suggello della Seconda guerra mondiale quale lotta della plutocrazia massonica contro il Fascismo, ha esplicitato pubblicamente (per chi era in grado di comprenderne la valenza simbolica del gesto!) chi stesse prendendo davvero le redini del mondo, perché ed in spregio a cosa. Non per nulla, la società che ne è derivata, plasmata appositamente nel corso di quasi 80 anni, soddisfa pienamente i desiderata di costoro nel pervenire alle caratteristiche che essi volevano gradualmente raggiungere. Dunque, anche la creazione programmata di “problemi”, risulta necessaria affinché gli stessi soggetti che li creano, possano appositamente “risolverli”… ovviamente a loro modo! Ecco che allora il medesimo dissenso che matura in alcune minoranze appositamente marginalizzate, è sapientemente etero-diretto, in modo che rimanga ancorato ai fondamenti del globalismo (qui). Le medesime oligarchie di potere, seminano indizi come le famose briciole della favola di Pollicino, ma in questo caso esse riportano dentro la gabbia e non fuori di essa (qui). In modo “sapiente” i fatti vengono diffusi per dirigere l’opinione pubblica verso l’unico vero scopo convergente: il materialismo individualista edonistico, finalizzato alla decimazione dell’Umanità, il cui presupposto irrinunciabile è l’odio, generato dal fratricidio permanente. Un ulteriore esempio concreto che possiamo portarvi è rappresentato dalla pantomima legata ai due presunti “campioni globali” del cosiddetto “sovranismo “, ovvero D. Trump e V. Putin. Di fatto, i due personaggi sono pienamente inseriti nella logica mondialista, benché utilizzino due metodi differenti per “ammortizzare” la veemenza del cambiamento progressivo (rappresentando così due dei “gradini” sulla linea della Finestra di Overton). Una delle più “grandi” idee delle oligarchie di potere, infatti, è quella di mettere in pratica alcuni programmi, a mezzo di chi si presenta pubblicamente come “oppositore” degli stessi. Rispetto al ruolo della Russia di Putin ci siamo espressi di recente (Qui) ma allo stesso modo vale anche per Trump; ad esempio, in merito all’unico attacco militare vibrato ufficialmente dal cosiddetto “occidente liberal-democratico” contro la Siria. Avvenimento che, oltretutto, non ha fatto battere ciglio a coloro che presumibilmente “dissentono” sventolando il “vessillo di Donaldo”, benché l’atto sia stato formalmente di una gravità estrema e nonostante che da quel momento la Siria venga comunque bombardata in modo premeditato, ma stavolta col consenso universale. La stessa gravità vale per l’omicidio del Generale iraniano Soleimani, ugualmente orchestrato da Stati Uniti ed Israele durante il suo mandato. Leggendo tali fatti, dunque, si può osservare il fine convergente di tutte le parti in causa, che nessuno scalfisce davvero, ma che anzi a mezzo di tali sceneggiate si rafforza… ed il fine resta comunque, quale che sia la modalità stabilita dalla Plutocrazia massonica e ritenuta più idonea, giungere all’eliminazione della maggioranza della popolazione umana. 

La lotta anti-cristiana per proclamare l’uomo-dio!

Di recente don Curzio Nitoglia in un apposito testo – che unisce al consueto pregio della massima chiarezza anche l’indispensabile dote della sintesi, per rendere il tema fruibile al grande pubblico – ha trattato del piano diabolico di servirsi della genetica, unitamente all’informatica e al pensiero filosofico deviato, per modificare l’essere umano, onde arrivare al Transumano, ossia al Superuomo o all’uomo che si fa Dio con le sue forze naturali. L’epoca sognata dagli gnomi della Silicon Valley — la “razza superiore” dei super-tecnocrati della cibernetica di cui un personaggio come Yuval Noah Harari è un portabandiera — dovrebbe essere segnata dall’abolizione di ogni limite, poiché il nuovo uomo o il superuomo è in sé stesso illimitato e infinito, avendo distrutto il senso religioso, squalificato a narrazione vecchia e fondata su falsi miti, “innalzandosi” come Prometeo, vicino a diventare esso stesso una divinità. Nella visione infernale descritta da tali esseri, le tecnologie “hackereranno” (il termine usato da Harari) ossia prenderanno il controllo della psiche e del corpo umano, avvertendoci (bontà loro!) che un tale cambiamento “potrebbe diminuire la nostra libertà”. Ma costoro, in tutti i casi, affermano con assoluta sicurezza che tali mutamenti sono ineludibili, anzi ineluttabili, senza essere mai sfiorati dal dubbio che tutto quel che potenzialmente si può fare non sempre vada comunque fatto! Tale modo di sragionare, che non a caso riecheggia quanto si legge nei vangeli a proposito della superbia di Satana, ha “vinto” la battaglia presente e ci ha condotto alla guerra batteriologica la quale ci fa capire quale sia lo scopo della pandemia mondiale, a cosa ci potrebbe portare la guerra tra Russia e Ucraina, quale sia la natura e il fine del Grande Reset e della Quarta Rivoluzione Industriale, di cui ha scritto Klaus Schwab, il guru del World Economic Forum. Tutti codesti squallidi personaggi (referenti della plutocrazia massonica mondialista!), affetti da delirio di onnipotenza, stanno cercando di arrivare all’auto/divinizzazione o, se non riuscissero nel loro intento, almeno di distruggere l’intera umanità, illudendosi di restare loro soli sul pianeta terra (qui).

Nemici sino alla fine dei tempi - Biblioteca del Covo

l’Uomo Integrale Mistico-Fascista vero antidoto al superuomo-satanico-transumano!

Esiste però con certezza assoluta la nemesi politica di tale satanico superuomo, come sanno fin troppo bene proprio i pupari pluto-massoni (quelli che tirano i fili degli oligarchi e dei governi demo-liberali!), a motivo della quale tutti codesti soggetti, indistintamente sono uniti e concordi nell’attaccarla con ogni pretesto, palesando così quale concezione politica rappresenta effettivamente il vero e solo “nemico politico” giurato del mondialismo, ovvero IL FASCISMO; che non a caso viene additato sempre, anche dai cosiddetti pseudo-oppositori, come responsabile immaginario di ogni male! Il perché di un tale accanimento è presto detto, basta infatti andare a rileggere la documentazione originale del regime fascista sul processo educativo da esso posto in essere per formare la gioventù italiana:

“… Il dovere della preparazione spirituale fin dalla giovinezza si presenta d’immediata necessità e pari ad un compito da affrontarsi gagliardamente per incentrarsi sempre meglio nell’ambito e nella realtà della Nazione fascista. E Nazione — nel tempo Fascista — vuol dire vita. Una vita esaltata dal religioso sentimento di Dio e della Patria, nobilitata dall’incanto e dalla fatica del lavoro, affascinata dalla presenza e dal conforto del Capo. In questo modo possiamo constatare come il giovane italiano pervenga all’esatta comprensione di questi tre significati: famiglia, società, Nazione. Una volta che il giovane pervenga ad una prima completa comprensione di queste tre cellule, la sua preparazione non può ancora considerarsi totale. Conoscendo il senso della famiglia, della società e della Nazione, il giovane pure conosce i diritti ed i doveri che da questi elementi conseguono: egli inizia un’esistenza dove tutto è coordinato, nella quale gli è comandato di vivere attivamente, d’essere un membro utile, al quale tutto — in ogni tempo ed in ogni luogo — efficacemente si possa richiedere.
 Meglio è dunque nemmeno parlare di preparazione: si tratta invece di una raggiunta educazione… (qui)

… Il compito dell’educazione è lo sviluppo dell’individuo secondo determinate finalità in modo che egli, giunto in possesso della pienezza della sua personalità, dia alla sua libertà un contenuto di pensiero e di azione rispondente a quei fini. Com’è ovvio, tali fini debbono essere particolarmente atti ad attrarre le forze spirituali dell’uomo e ad assecondarne lo sviluppo, poiché se, all’opposto, essi non fossero rispondenti alla sua spiritualità e parlassero ai suoi istinti inferiori, non educazione si avrebbe, ma corruzione e danneggiamento della natura umana. L’educazione è, quindi, un aspetto di quella tendenza innata nell’uomo che lo porta a non volere esaurita nei limiti della propria vita fisica la propria vita spirituale, ma a continuare oltre di quella come azione e pensiero. Da quest’esigenza sorge il bisogno per ogni società di assicurare la propria continuazione nelle generazioni che vengono, rendendole partecipi del proprio patrimonio di sentimenti e di idee e mettendole in condizione di rafforzarlo e di arricchirlo. L’educazione fascista è precisamente diretta a creare nelle nuove generazioni la coscienza di questa solidarietà ideale, nell’ambito della quale soltanto l’azione può chiamarsi azione, nel cui seno trova piena e completa giustificazione l’affermazione delle forze individuali. La prassi educativa è diretta precisamente a questo fine, eliminando dalla vita sociale quelle forme individualistiche che furono care alla società liberale, e riducendo alle loro giuste proporzioni quelle solidarietà che, come le economiche, tendono a venire in contrasto con le più alte solidarietà della Nazione e dello Stato. In concreto, l’educazione fascista insegna alle giovani generazioni che l’uomo è nella sua opera e questa vale solo in quanto si aggiunge come costruzione al patrimonio sempre crescente dei beni, materiali e spirituali della nazione. […] Tale fine viene conseguito subordinando tutta l’opera educativa a quelle esigenze largamente politiche ed essenzialmente morali che costituiscono l’impulso e il contenuto dello Stato fascista. Pertanto, l’educazione fascista è l’opposto della liberale che si interessa il meno possibile dei valori etici e tutto ciò che è etico, ciò che tocchi la religione, la morale, la vita sociale, non entra nelle aule e, quando vi entra, è sentito superfluo. Tutto ciò è frutto di quel presuntuoso razionalismo internazionale, da cui dovevano uscire i sapientoni della massoneria e della democrazia. (qui)

… Notiamo ancora come le tre cellule della famiglia, della società, della Nazione, sulle quali pressoché completamente s’innesta la concezione dello Stato Fascista si presentino all’individuo nell’ordine, e in un tempo successivo l’una alle altre. Possiamo anzi concludere che la conoscenza dell’una si rafforzi e completi con la conoscenza delle altre, perché è appunto sulla famiglia che si fonda l’ordinamento sociale ed è appunto d’uno specificato gruppo societario che consiste la Nazione. Passando attraverso i tre diversi stadi della famiglia, della società, della Nazione, il giovane conquista una sua maturità spirituale. Perché la Nazione Fascista è una realtà nuova, che non risulta di sovrapposizione ad altri elementi, ma che si afferma per virtù di creazione. E’ dunque una realtà viva ed operante, che s’impone e manifesta con l’evidenza dell’autorità. Ed a questa autorità potente della Nazione l’individuo deve contribuire, egli stesso appartenendovi con la sua attività ed essendone in parte manifestazione. Giustamente Benito Mussolini ha voluto affermare come il Fascismo non si preoccupi di ricostruire le forme della vita umana — essendo esse vane e transitorie, — ma il contenuto di essa: l’uomo cioè, il suo carattere e la fede. Perché il carattere — che consiste nella volontà e nel sacrificio — e la fede — che scaturisce da comprensione e da amore — sono intima essenza dell’uomo Fascista. Essenza eroica ed umana, che si manifesta nel rifiutare l’inerzia e ritrovare la massima esaltazione nella realtà della lotta, che ugualmente ama il dolore così come ama la gioia. Quando l’uomo possiede ed è animato da carattere e da fede, allora egli diventa parte operante e vitale della Nazione. Perché allora nasce ed esiste per lui l’insuperabile conforto di conoscere e concepire la vita e la morte esattamente, così come uno splendido dovere. (qui)

… Questo è l’essere umano in senso fascista, vale a dire un uomo insieme politico, economico, religioso, santo, ma soprattutto, innanzitutto, sempre guerriero, l’Uomo Integrale. Educare, dunque, per conseguire non il cittadino che all’occorrenza diventi soldato, ma il soldato, costantemente milite dell’ideale fascista, che, in tutte le contingenze della vita, appunto perché soldato ideale, vale quale ottimo cittadino. Educare, affinché gli italiani tornino ad essere popolo, in quanto erede di Roma repubblicana, imperiale, cattolica e fascista; affinché possano ritornare a difendere l’affermarsi ovunque nel mondo dell’unico retaggio rivoluzionario, che ha il valore, la potenza e il carattere universale della Civiltà per antonomasia. L’Italia deve difendere un mondo… il mondo romano, difendere una ragione di vita umana, limpida, feconda, ardente, corale, religiosa, contro i mostri della modernità plutocratico-massonica. Perciò dovrà combattere contro i mostri delle invadenze e delle oppressioni meccanico-cibernetiche, che tentano di schiacciare tutto con gli idoli d’oro, d’argento, di ferro, infangando le fonti, distruggendo i solchi, imbruttendo la grazia, uccidendo la poesia, negando la divinità, stupefacendosi e stupefacendo delle proprie illusorie alchimie sproloquianti di progresso, prodotte in serie, nelle loro torri babeliche globali”… (qui)

Ebbene, già alla luce di queste poche e brevi citazioni telegrafiche, risulta lampante come un raggio di sole il perché la concezione dottrinale fascista, lungi dall’essere quel “male assoluto” di cui straparla ossessivamente da un secolo la propaganda antifascista, rappresenta invece il più verace e concreto antidoto politico alla distopia satanica di cui abbiamo scritto in queste righe.

Per questo motivo, chiediamo ai nostri lettori di riflettere seriamente ed in modo approfondito, su come svegliarsi realmente dal torpore sociale e morale indotto, di cui governi e istituzioni corrotte, al servizio di una oligarchia criminale internazionale di satanisti, intendono avvalersi per cancellare l’umanità vera, quella dell’Uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio. Noi fascisti de “IlCovo” sappiamo con certezza che per imboccare la via della salvezza, occorre guardare e tornare, oggi più di ieri, alla Civiltà Romano-Cattolica, rappresentata dalla Croce e dal Littorio! Forse è giunto il momento che lo comprendiate anche tutti voi!

IlCovo

 

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MURRI E LO SPIRITO RELIGIOSO DEL FASCISMO! …dall’idea di democrazia cristiana all’ideale fascista.

Murri e il Fascismo - Biblioteca del Covo

Romolo Murri ha rappresentato una di quelle molteplici figure che l’Italia espresse tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, esponenti di un chiaro sentire politico ansioso di coniugare ad un pensiero forte e saldo, una conseguente e coerente azione sociale ad esso correlata (per un profilo biografico del personaggio digitare Qui), che secondo tempistiche differenti ed attraverso vari itinerari concettuali, tutti sempre e comunque radicati per un verso o per un altro nella millenaria tradizione della Civiltà spirituale italiana, avrebbe visto convergere le esperienze di molti di costoro, nel grande fiume ideale rappresentato dalla concezione fascista della vita, che di tale millenaria Civiltà dello Spirito, volle e seppe auto-rappresentarsi come la perfetta sintesi ideologica e l’apice politico. In tal senso, persino nel campo culturale antifascista – dove solitamente la figura dell’ex sacerdote viene ricordata quasi esclusivamente per aver vagheggiato in modo ufficiale per primo la formula politica che coniugasse la democrazia ed il cristianesimo, inaugurando così il concetto di “democrazia cristiana” – si è dovuto finalmente rilevare come tale specifica concezione della democrazia murriana fosse niente affatto in sintonia con quella liberale, giacché a sua volta espressione di una visione esistenziale palingenetica anti-materialista, idealistica e volontaristica, profondamente radicata nel cristianesimo; una volontà totalizzante tesa ad una riforma morale idonea a rivoluzionare alla base tanto la società che la coscienza pubblica. Proprio in virtù di ciò il pensiero murriano risulta essere, per un verso, perfettamente complementare con la visione etico-esistenziale elaborata dal fascismo, mentre per un altro, profondamente divergente con quella di un Don Sturzo, nonostante questi fosse formalmente alla guida del Partito popolare che pure alla “democrazia cristiana” murriana diceva di ispirarsi, tanto da portare storicamente ad un insanabile distacco fra i due uomini (1). Per questo motivo alcuni dei personaggi più significativi della cultura fascista, da Gentile a Volpe, vollero collocare Murri fra i precursori del fascismo. Anche Mussolini, che non mancò più volte di qualificarlo come suo amico (2), ebbe ad affermare che…“ Dalla nostra parte, del mondo cattolico, abbiamo unicamente Romolo Murri.”… “ Romolo Murri, nel 1923, non parlava più linguaggio di democrazia cristiana. Il suo lessico culturale puntava ai grandi problemi dei quali il Fascismo, per la prima volta nella storia d’Italia, tentava di fornire una soluzione.” (3) Del resto, nella elaborazione teorico-politica maturata da Murri risulta rilevante l’influenza esercitata dalla concezione idealistica di Giovanni Gentile, con il quale non a caso intrattenne dal 1915 al 1943 una corrispondenza epistolare. Ma era comunque lo stesso Murri ad affermare di essere… “ Dal 1919 con il fascismo. Perché non ho chiesto la tessera: 1). Perché avevo un passato, da non rinnegare; 2). Perché non volevo essere, nel fascismo, un imbarazzo, prima della Conciliazione; un minorato, dopo”…“ La novità e l’importanza vera del fascismo […] devono ricercarsi in questo assiduo e tragico sforzo del Paese nel rifarsi una coscienza religiosa, la quale non rinneghi il suo passato, non pretenda di liquidare il cattolicismo e, insieme, non si lasci aduggiare e sopraffare da viete interpretazioni e richieste politiche di esso: condizioni alle quali il fascismo ha inizialmente corrisposto ” […]…“ Nel movimento fascista io riconobbi ed approvai alcune delle direttive fondamentali della democrazia cristiana, anche se laicizzate: il senso dell’ordine e della disciplina civile, il rispetto della tradizione spirituale italiana, un vivace anelito di giustizia sociale, che rompeva i vecchi schemi del socialismo marxista.(4) Ancora nel 1938 egli condivise le politiche inaugurate dallo Stato etico fascista, laddove in un apposito scritto rimarcava l’importanza attribuita da quest’ultimo alla formazione intera dei cittadini per farli « quali esso li chiede: atti, cioè, a dare ai fini collettivi, segnati per tutti, un grande posto nella loro vita, e in possesso delle qualità morali che esige la disciplina fascista, la quale è ordine, fedeltà, entusiasmo, unità ». (5) L’adesione ideale di Murri al Fascismo, dunque, fu tutt’altro che formale e priva di sincero entusiasmo e sebbene egli non si fosse mai iscritto al P.N.F. nondimeno rappresentò un intellettuale di grande rilievo nel panorama dell’Italia fascista, scrivendo su quotidiani come il “Resto del Carlino” e collaborando con riviste come “Critica fascista” di Bottai. I cardini ideali attorno ai quali si saldò tale connubio politico erano fermamente imperniati attorno ai peculiari imperativi morali espressi nella Dottrina del Fascismo quale concezione politica religiosa (6), concretizzantesi in una rivoluzione spirituale contro il materialismo borghese nel solco della Civiltà Romana e Cristiana. A conferma di quanto brevemente esposto in questo succinto profilo ideologico, la “Biblioteca del Covo” è lieta di portare all’attenzione dei propri lettori due testi rappresentativi della elaborazione politica maturata dal Murri in relazione al Fascismo e raggruppati in un unico volume. Il primo, pubblicato nel 1924, si intitola “Fede e Fascismo”, il secondo edito nel 1937 è “L’idea universale di Roma”. Potete scaricare gratuitamente il documento in Pdf. DIGITANDO QUI. Buona lettura!

IlCovo

NOTE

1) L. D’Angelo, F. Malgeri, S. Zoppi, P. G. Zunino,“Il concetto di democrazia nel pensiero di Romolo Murri”, 1996, Transeuropa; presente adesso sul sito web della Fondazione Romolo Murri (digitare Qui).

2) Nei colloqui informali con Mussolini trascritti da Yvon De Begnac, il Duce menziona Murri almeno in sei occasioni, qualificandolo più volte come “amico”. Y. De Begnac, “Taccuini mussoliniani“, Bologna, 1990, IlMulino, pp. 15, 87, 88, 402, 435-436.

3) Op. cit. pp. 402, 435.

4) Filippo Mignini, “Romolo Murri: democrazia“, presente sul sito web di “Cosmopolis – rivista di filosofia e teoria politica” (digitare Qui)

5) Idem.

6) Cfr. M. Piraino, S. Fiorito,L’identità fascista – edizione del decennale”, 2018, Lulu.com , Cap.3, Il fascismo come concezione politica religiosa, pp. 170 – 195. (digitare Qui)

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24 – 28 aprile 1945, GLI ULTIMI GIORNI DEL DUCE! …ecco la Verità dei fatti!

Mandanti morte del Duce - Biblioteca del Covo

“…IO SONO IL BUE NAZIONALE CHE SOTTO IL PUNGOLO DELLA NAZIONE TIRERA’ L’ARATRO SINO ALL’ULTIMO… E POI… E POI PAGHERO’ PER TUTTI!” 

Benito Mussolini, 13 settembre 1944, al Federale di Milano Vincenzo Costa.

La fine dell’esperienza politica e umana di Benito Mussolini è discussa ininterrottamente da decenni. Egli stesso lo aveva presentito nel 1932 quando – nel concludere il libro sulla “Vita di Arnaldo” dedicato al proprio fratello da poco deceduto – scrisse …“Sarei grandemente ingenuo se chiedessi di essere lasciato tranquillo dopo morto. Attorno alle tombe dei capi di quelle grandi trasformazioni che si chiamano Rivoluzioni, non ci può essere pace”. Tuttavia, essendo tutt’ora vigente da ben 78 anni il cosiddetto “ordine demo-pluto-massonico” a trazione politica anglo-americana, che è un potere incondizionatamente antifascista, la questione viene dibattuta il più delle volte secondo tesi preconcette, interessate al fine esclusivo di denigrarne e demonizzarne la memoria storica, all’interno di un preciso schema ideologico. Eppure, sono presenti ormai da parecchi decenni testimonianze e ricostruzioni storiografiche ampiamente documentate, atte a smentire tutte le animose e tendenziose ricostruzioni pregiudizievoli che l’antifascismo di Stato (di ogni colore politico e orientamento ideologico) tenta pervicacemente di inculcare a forza nella popolazione, a mezzo di una martellante campagna propagandistica che non trascura mai qualsiasi pretesto o espediente pur di conseguire lo squallido obiettivo che si è ripromesso. Il nostro scopo, dunque, è di mettere a disposizione dei lettori una documentazione essenziale capace di fornire un compendio succinto ma attendibile e puntuale dei fatti inerenti gli ultimi cinque giorni di vita del Duce, che vanno dal 24 a 28 di aprile del 1945. Un breve resoconto concretamente redatto “a più mani”, giacché trattasi di più brani (estratti direttamente o comunque riassunti da differenti testi) di autori diversi sebbene tra loro complementari, capaci cioè di completarsi vicendevolmente e fornire così un plausibile e veritiero quadro organico d’insieme delle vicende in oggetto, che finalmente faccia piazza pulita di tutti i luoghi comuni falsi ma diffusi artatamente per generazioni dai megafoni al servizio dell’arbitrario sistema politico di potere demo-liberale attualmente dominante, che negli ultimi anni ci appare sempre più in difficoltà nella propria opera di mistificazione storico-politica (poiché ormai palesemente squalificato da tutti i punti di vista agli occhi dei cittadini in possesso di una coscienza desta) ma che concretamente non ha – né mai ha posseduto – alcun vero titolo di superiorità morale per dare lezioni di etica a chicchessia. La documentazione da cui abbiamo tratto la cronaca di quei tragici giorni attiene per la massima parte alla biografia mussoliniana redatta dai ricercatori fascisti Giorgio Pini e Duilio Susmel,“Mussolini, l’Uomo e l’Opera” (quattro volumi e quattro edizioni, di cui l’ultima data 1974), che per la ricchezza delle fonti e l’evidente sforzo di obiettività nei giudizi resta ancora insuperata, costituendo a tutt’oggi il lavoro più serio e completo sulla vita del Capo del Fascismo ( digitando QUI potete scaricare il testo estratto dal Volume IV ); da integrare in un caso specifico con la deposizione rilasciata dal giornalista antifascista Carlo Silvestri al processo contro il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani celebrato nel 1949, esposta nel suo libro, “Mussolini, Graziani e l’antifascismo(1) (di già ampiamente citato ed utilizzato nell’opera dei due ricercatori), in relazione all’episodio della “cattura del Duce da parte dei partigiani”, che più opportunamente deve essere riqualificato come “consegna pattuita tra SS tedesche e partigiani” (2). In verità l’unico “neo” dell’opera di Pini e Susmel, di certo indipendente dalla volontà degli autori, può essere rappresentato dalla mancanza di informazioni più precise sulle modalità con cui avvenne realmente l’uccisione del Capo del Fascismo e sui veri mandanti di tale delitto, la cui versione ufficiale sbandierata per decenni dal Partito Comunista Italiano era comunque già stata messa ampiamente in discussione anche dai due ricercatori, a causa delle palesi contraddizioni e omissioni in essa presenti sin dal principio. A sopperire verso tale mancanza ha provveduto nel 1996 la ricerca durata oltre quarant’anni realizzata dal giornalista fascista Giorgio Pisanò e pubblicata nel libro “Gli ultimi cinque secondi di Mussolini”, il quale, grazie alle testimonianze inedite raccolte tra gli abitanti del luogo, presenti nel giorno in cui il Duce venne ucciso, è riuscito a ricostruirne gli ultimi drammatici momenti (3). Infine, sulla vera matrice politica inerente gli effettivi mandanti dell’assassinio, anche se tutt’ora non è possibile aver alcuna ammissione ufficiale di responsabilità, le notevoli prove indiziarie di cui siamo in possesso, convergono tutte oggettivamente verso l’attribuzione di tale omicidio alla volontà ed all’azione di uno specifico Governo, ossia quello inglese (con il placet “ufficioso” di quello statunitense) (4). In tal senso, risulta ormai storicamente provato a livello documentario come il cosiddetto “comitato insurrezionale di Milano” capeggiato da Luigi Longo, Leo Valiani, Sandro Pertini ed Emilio Sereni, che già il 27 aprile 1945 (in barba alle clausole armistiziali ufficiali che prevedevano la consegna di Mussolini agli Alleati) si proclamava fautore dell’esecuzione immediata del Capo del Fascismo, fosse ampiamente infiltrato da agenti al “servizio di sua maestà britannica” come Leo Valiani (5), nonché fosse presente sul luogo del delitto con propri uomini, essendo stato riconosciuta direttamente, nel frattempo, la persona di Luigi Longo (numero due del Partito Comunista italiano) nel cosiddetto “Colonnello Valerio”, il cui lasciapassare per arrivare nel luogo di detenzione del Duce era stato rilasciato dal Capitano americano Daddario (6). Inoltre fu lo stesso Susmel a raccontare in modo particolareggiato in un apposito articolo, modalità e motivazioni dello strano soggiorno del Primo Ministro britannico nella tarda estate del 1945 nei medesimi luoghi dove era avvenuta la cattura e l’uccisione del Duce, al fine di recuperarne la documentazione (7). In breve, il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia (CLNAI), lungi dal voler agire illegalmente rispetto alle direttive formali emanate dal Governo del Luogotenente di casa Savoia, a sua volta ligio alle clausole dell’armistizio di Cassibile firmato con il Comando Alleato anglo-americano nel settembre del 1943, concretamente fu messo di fronte al fatto compiuto, cioè all’avvenuta uccisione di Benito Mussolini e di Clara Petacci ad opera dei servizi britannici, e così, per legittimare l’accaduto, se ne assunse ufficialmente la responsabilità a cose fatte, con tutti i relativi strascichi a base di sceneggiate e versioni di comodo diffuse in pubblico per decenni. Dunque, per chi vuol vedere la realtà dei fatti, i tasselli del mosaico ci sono tutti e chiaramente ricomponibili nel loro insieme, capace a sua volta di restituire finalmente quella verità storica coerente che per troppi decenni è stata occultata di proposito. A noi non resta che augurarvi una buona lettura della copiosa documentazione messa a vostra disposizione!

IlCovo

NOTE

1) Al processo penale intentato contro il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani nel 1949, il teste Carlo Silvestri espose tali dichiarazioni alla Corte, che così vennero messe a verbale:
…“Anche, nella predisposizione di quello che doveva essere la meta del viaggio che Mussolini iniziò da Milano la sera del 25 aprile, la preoccupazione principale si riferì alla tutela degli interessi storici dell’Italia, vale a dire all’integrità dei nostri confini territoriali verso la Germania e l’Austria. E’ semplicemente ridicolo sostenere che, se il viaggio fu interrotto a Dongo il merito spetti a quella ventina di partigiani, o sedicenti tali, che sbarrarono la strada con il tronco di un albero e che, per tutto armamento, disponevano di un fucile da caccia e di alcune rivoltelle. Se il viaggio fu interrotto è perchè la colonna tedesca sì disinteressò della sorte di Mussolini. I miei accertamenti mi hanno condotto, a confermare l’assoluta esattezza di ciò che ha scritto Ferruccio Lanfranchi nel suo ‘libro: “La resa degli ottocentomila”. Ove l’avessero voluto i tedeschi avrebbero rimosso lo sbarramento in pochi minuti e avrebbero potuto riprendere la marcia verso Bolzano senza alcuna difficoltà. Non lo fecero perché non volevano combattere. Prima di partire essi avevano avuto l’ordine per il quale dovevano in ogni caso rimanere del tutto estranei allo sviluppo delle questioni interne italiane, cioè, all’estremo conflitto tra Repubblica sociale e C.L.N.A.I. Nessuna istruzione particolare era stata data al maggiore che comandava la colonna circa la tutela della persona di Mussolini e quella dei collaboratori viaggianti con lui. Poiché non avevano avuto l’ordine di combattere in difesa di Mussolini, essi non combatterono. Tutte le altre versioni sono arbitrarie. Non è vero che Mussolini si proponesse di raggiungere la Svizzera. Assolutamente non è vero. Aveva calcolato e sperato che, in Svizzera si potesse rifugiare la famiglia ma aveva escluso che questo progetto già accarezzato nel settembre 1943, potesse ora, estendersi alla sua persona. Se avesse voluto, nascondersi in Svizzera l’avrebbe potuto agevolmente fare: un insigne religioso gliene offrì la possibilità. Se avesse voluto recarsi in Spagna un aereo ve l’avrebbe condotto. No, il proposito di Mussolini fino al 24 aprile fu di consegnarsi all’esecutivo del Partito socialista di Unità proletaria affinché la disponibilità della sua persona potesse valere la concessione di quella contropartita che sostanzialmente si poteva condensare in questa invocazione: « Fate di me quello, che volete ma risparmiate coloro che hanno creduto in me e i loro familiari ». Nella mattinata del 25, a seguito del resoconto che gli feci del colloquio con Riccardo Lombardi, già rievocato innanzi alla Corte, Mussolini dovette convincersi che il Partito socialista contava meno di zero in seno al C. L. N.A.I.; questo era completamente dominato dal. P.C.I., cioè da Mosca. Nella giornata del 24, gli erano giunte gravissime informazioni da Bolzano: esse lo avvertivano che il prefetto Tinzl e il Gauleiter Hófer preparavamo una notte di San Bartolomeo per i patrioti italiani come premessa ad una manifestazione plebiscitaria promossa dai capi della “Andreas Hofer”, che avrebbe dovuto proclamare la restituzione dell’Alto Adige all’Austria. Non è dunque vero che Mussolini partendo da Como intendesse, presentarsi alla rete, di confine con la Svizzera per chiedere ospitalità e protezione alla Confederazione elvetica, e neppure è vero che egli volesse ritirarsi nel R.A.V. (Ridotto Alpino Valtellinese). A questo R.A.V. Mussolini aveva creduto, ma proprio io mi ero incaricato di persuaderlo che esso era assolutamente inconsistente. E che non aveva altro valore che quello di una invenzione letteraria del letterato e fanatico Alessandro Pavolini. Il programma di Mussolini era di percorrere la sponda occidentale del lago di Como, poi la provinciale valtellinese fino a Sondrio. Ivi sarebbe stata presa la decisione se proseguire verso Tirano e Bormio per percorrere la strada dello Stelvio e scendere in Val Venosta verso Merano e Bolzano oppure, giunti a Tresenda, deviare a destra verso il passo dell’Aprica, di qui scendere ad Edolo, da Edolo risalire a Vezza d’Oglio e Ponte di Legno e quindi al Passo del Tonale, da questo scendere a Ossano e a Malè, raggiungere Cles e per il Passo della Mendola, pervenire a Bolzano. Alla colonna, nella quale viaggiava Mussolini, avrebbe dovuto farsi incontro, o nei pressi di Tirano o all’inizio delle rampe che portano al Tonale, una colonna proveniente da Bolzano non numerosa ma potentemente armata composta di truppe sceltissime e largamente provvista di carburante. Mussolini sperò con la sua presenza di impedire l’attuazione del piano della lega “Andreas Hofer” per l’annessione dell’Alto Adige all’Austria. Allo svolgimento di tale piano egli era deciso ad opporsi a « qualunque costo ». La mia affermazione di testimone è basata sopra una convinzione che, dentro di, me, è divenuta dogma. L’ultima speranza che sorrise a Mussolini e che si spense a Dongo due giorni prima della morte, fu di non essere ucciso da mani italiane. L’ultimo suo sogno, che nella disperazione, gli diede momenti di estrema felicità consolatrice, fu quello di potersi immolare per affermare, anche con questa immolazione, l’imprescrittibile diritto italiano sull’Alto Adige. Non c’è l’ombra di un piccolo dubbio sulla mia convinzione: Mussolini sperò che i suoi esecutori fossero i fanatici e anti-italiani della lega « Andreas Hofer » e non dei comunisti o socialisti italiani”…
(Carlo Silvestri, “Mussolini Graziani e l’antifascismo”, Milano, 1949, Longanesi, pp. 244 / 248)

2) Singolare il fatto che l’unico a dichiarare di una presunta e mai dimostrata volontà di fuggire in Svizzera da parte di Mussolini, contraddetta da tutti gli altri testimoni italiani dei fatti, fosse il Tenente Fritz Birzer delle SS tedesche (nel libro di Silvio Bertoldi “I tedeschi in Italia”, S&K editori), ossia uno dei tre ufficiali germanici a capo della sua scorta; gli stessi che pur avendo gli uomini ed i mezzi per reagire manu militari al posto di blocco messo su dai partigiani, prima parlamentarono privatamente con gli stessi partigiani per sei ore, poi insistettero con Mussolini, anche contro la sua volontà, affinché li seguisse travestito da tedesco senza altri italiani, infine, senza colpo ferire, lo cedettero ai partigiani.

3) La ricostruzione di Pisanò si basa principalmente sulla testimonianza di Dorina Mazzola, che all’epoca dei fatti aveva diciannove anni ed era la vicina di casa dei De Maria. Ma oltre alle dichiarazioni della signora Mazzola, riuscì ad ottenere anche la testimonianza di Savina Cantoni (moglie del partigiano “Sandrino”, colui che era di guardia in casa De Maria) e quella di un amico del marito, tale signor Vanotti, che aveva raccolto molte confidenze fattegli dal partigiano; il tutto contornato da altri testimoni che riportarono le mezze dichiarazioni di Giuseppe Giulini, (sindaco per molti anni di Gera Lario, paesino del comasco), che ebbe in affidamento da Sandrino un memoriale in cui il partigiano rievocava i fatti di quel 28 aprile, svelando nomi e dinamiche inerenti alla morte del Duce.

Ecco dunque un breve riassunto della ricostruzione di Pisanò…

Intorno alle nove del mattino giungono a Bonzanigo di Mezzegra, Luigi Longo, scortato da Moretti, il capitano Neri, Dante Gorreri e Piero Mentasti. Moretti e altri due salgono le scale ed entrano nella stanza dove riposano Mussolini e la Petacci. Il partigiano Sandrino, che si trovava fuori sul pianerottolo e al quale venne ordinato di rimanere fermo sul posto, testimonierà di aver sentito uno dei partigiani esclamare: “Adesso vi portiamo a Dongo per fucilarvi!”, ma subito dopo uno degli altri ribatté, gridando: “No, vi uccidiamo qui!”

A quel punto nacque una colluttazione e si sentì la Petacci gridare, poi partirono due colpi d’arma da fuoco che ferirono Mussolini al fianco e all’avambraccio destro. Il Duce venne trascinato con forza giù per le scale e portato a basso in cortile, sempre all’interno della proprietà dei De Maria. La Petacci, che nel frattempo s’era affacciata alla finestra di una stanza, gridò: “Aiuto! Aiutateci!” ma in quello stesso istante qualcuno l’afferrò con forza facendola rientrare.

Poco dopo, circa verso le 9:30, Mussolini venne legato al catenaccio del portone della stalla di casa De Maria, e qui Luigi Longo [alto dirigente del Partito Comunista Italiano; ne diverrà in epoca successiva il presidente] esploderà contro di lui una sequela di sette colpi, che lo uccideranno all’istante.

Successivamente all’omicidio del Duce, giungono a Bonzanigo anche Lampredi e Mordini, accompagnati da due dirigenti del partito comunista di Como, Giovanni Aglietto e Mario Ferro.

Intanto il cadavere di Mussolini venne sorretto a braccia da due uomini e portato giù per le stradine circostanti, nel tentativo di occultarne il corpo, o comunque di portarlo via; ma in strada c’è anche la Petacci, che piange ed urla disperata: “Ma perché? Perché? Cosa vi hanno fatto! Come vi hanno ridotto!” intralciando i partigiani che a quanto pare sembravano avere una certa fretta…

Dopo un paio d’ore, intorno alle 11:30, non appena la Petacci si allontana dai partigiani, scendendo da via del Riale verso via Albana, all’altezza di casa Mazzola, verrà improvvisamente colpita alla schiena con una raffica di mitra. Morirà sul colpo. A quel punto scoppia un putiferio: tutti i partigiani inveirono fra di loro, gridando e bestemmiando, tanto che Dorina Mazzola, nascosta dietro la tettoia di casa (e che vide la Petacci pochi istanti prima di essere colpita) udì questi esclamare: “Pezzo di merda! Guarda che cos’hai fatto!” mentre un altro, più alterato urlò: “Chi è quel pezzo di merda che ha sparato?! Da dove è arrivato? Non ti fare vedere da me, che ti lego le budella attorno al collo!”

Le cose allora si complicano. Longo dà ordine di portare via i corpi, che puntualmente verranno nascosti dai partigiani nel bagagliaio di una 1100 nera, parcheggiata per alcune ore nel garage di un albergo lì vicino (l’albergo Milano).

Intorno le 15:00, un capo partigiano locale, tale “capitano Roma” (alias Martino Caserotti) ordinò ai suoi di bloccare le strade e di far scendere tutta la gente delle tre frazioni di Mezzegra lungo il bivio di Azzano, per veder passare sulla via Regina, Mussolini prigioniero. Mentre i partigiani eseguirono gli ordini di svuotare tutte le case dei tre paesi, alcuni uomini uscirono con l’auto contenente i cadaveri, e dall’albergo salirono per via Albana, girando a sinistra per via Nuove; più avanti svoltarono sulla destra, percorrendo fino in fondo il viale delle Rimembranze, dove esisteva una fontanella. Qui si fermano e scaricano il corpo di Mussolini per lavarlo dalle macchie di sangue e dallo sporco di terra; l’auto intanto tornò indietro col cadavere della Petacci, proseguendo per un tratto di strada di via 24 maggio, dove si fermerà al punto di congiunzione con via delle Vigne.

Una volta lavato il corpo, i partigiani portarono giù a braccia il cadavere del Duce lungo la via delle Vigne, dov’era in attesa l’auto col cadavere di Claretta; qui caricarono di nuovo il corpo di Mussolini nel bagagliaio e l’auto proseguirà per alcune centinaia di metri, giungendo davanti al cancello di villa Belmonte, dove i corpi furono a quel punto scaricati.

Da lì a poco arriveranno Lampredi, Moretti e forse anche Audisio, per la finta fucilazione delle 16:10, dove il partigiano “Guido” (Lampredi) si occuperà di sparare “in nome del popolo italiano” su due cadaveri… (dal libro di Giorgio Pisanò “Gli ultimi cinque secondi di Mussolini”, Ediz. Il Saggiatore)

https://www.ticinolive.ch/2020/04/28/28-aprile-1945-benito-e-claretta-uccisi-a-colpi-di-mitra/

4) Il ricercatore storico Alessandro De Felice (nipote del più conosciuto Renzo!) ebbe a raccontare una confidenza che gli fece Leo Valiani: « La morte di Mussolini deve rimanere un mistero. Ed è meglio che sia così… Londra ha suonato la musica, ed il PCI è andato a tempo! ». Non a caso ebbe ad affermare l’altro celebre storico, il Renzo De Felice: « La documentazione in mio possesso porta tutta ad una conclusione: Benito Mussolini fu ucciso da un gruppo di partigiani milanesi su sollecitazione dei servizi segreti inglesi. C’era un interesse a far si che il capo del fascismo non arrivasse mai ad un processo. Ci fu un suggerimento inglese: ‘Fatelo fuori’, mentre le clausole dell’armistizio ne stabilivano la consegna. Per gli inglesi era molto meglio se Mussolini fosse morto. In gioco c’era l’interesse nazionale legato alle esplosive compromissioni presenti nel carteggio che il premier britannico avrebbe scambiato con Mussolini prima e durante la guerra ». Inoltre egli riporta il contenuto di una conversazione transatlantica radiotelefonica del 29/07/1943 intercettata dagli esperti dell’intelligente germanica tra il Presidente statunitense Roosevelt ed il Premier britannico Churchill, indicando il primo con la iniziale Roo, ed il secondo con la Ch, pubblicata negli Stati Uniti nel 1995, in cui i due Capi di Governo affermano che era per loro preferibile che Mussolini fosse eliminato senza alcun processo politico.   https://www.storiologia.it/mussolini/chivolevalamortedim.htm

5) Il ruolo di Leo Valiani (il cui vero nome era Leo Weiczen) come agente dell’organizzazione britannica Special Operation Executive (SOE), specificamente in relazione alla tragica fine occorsa al Capo del Fascismo, è ormai ufficialmente acclarato, come riportato dai ricercatori storici italiani Eugenio De Rienzo (digitare QUI) ed in modo assai più articolato da Roberto Festorazzi (digitare QUI).

6) Nel 1993, Urbano Lazzaro, già vice commissario politico della Brigata partigiana Garibaldi con il nome di Bill, alla quale, di fatto, venne consegnato Mussolini dai tedeschi, pubblicò il libro “Dongo, mezzo secolo di menzogne”, nel quale dichiarò che il personaggio presentatosi a Dongo il 28 aprile 1945, con il nome di battaglia di “Colonnello Valerio”, altri non fosse che Luigi Longo e non già Walter Audisio, come comunemente sostenuto nella versione ufficiale del P.C.I.

7) Potete scaricare il Pdf. dell’articolo di Susmel digitando QUI .

mandanti morte Duce - Biblioteca del Covo

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“QUID EST LIBERTAS”? – L’uso sistematico della menzogna per alimentare una guerra di religione anticristica e il fratricidio globale!

La Menzogna Fratricida Globale antifascista - Biblioteca del Covo

“ALLA ONORATA MEMORIA DI BENITO MUSSOLINI, DUCE DEL FASCISMO E DEL POPOLO ITALIANO”! 

Cari lettori, amici e soprattutto nemici, i cataclismi che si sono abbattuti su tutti quanti noi, come uno dei peggiori flagelli che la razza umana abbia mai conosciuto, a cominciare dal secondo conflitto mondiale per arrivare sino ad oggi, si sono diffusi con una costanza e una violenza senza pari. Se si raffrontano i periodi di crisi che il mondo ha conosciuto in ogni tempo, non si riescono a trovare paragoni applicabili, alla luce di ciò che è avvenuto con una gradualità agghiacciante in questi ultimi trent’anni. Lo stesso ultimo conflitto mondiale, con il suo carico immane di vittime, impallidisce solo se lo si raffronta a quanto è capitato in questi ultimi cinque anni, in cui nominalmente non sussiste alcuna guerra guerreggiata su scala globale! Il dramma costante, progressivo, implacabile, che si svolge sotto i nostri occhi, racconta, cifre e documenti alla mano, di ecatombi sempre peggiori, di violenze immani, tragedie disumane (ad es. le vittime delle Guerre del Golfo, delle Guerre Balcaniche, oppure delle cosiddette “primavere arabe”, le quali hanno ottenuto l’instaurazione di governi fantoccio disumani, sventolando la bandiera della “civiltà”!!). Ciò che colpisce di questa catastrofe senza nessun precedente, è che l’uso scientifico dei mezzi di comunicazione di massa, della psico-propaganda politica serrata e della oppressione generalizzata, ha ottenuto un primo e più “grande” risultato globale: la accettazione supina della menzogna planetaria da parte di una consistente fetta della popolazione; ed il ribaltamento della realtà che pare non essere percepito come tale da milioni e milioni di esseri umani. Per cui, nonostante l’umanità si trovi a “vivere” (più corretto dire “sopravvivere”) in uno dei periodi più tremendi e violenti che la storia del mondo abbia mai conosciuto, la “versione ufficiale” propinata dai media racconta di “civiltà che si contrappone alla barbarie”, rispetto a tutti i principii che si pongono come alternativi o addirittura opposti a tale sistema globale religioso, filosofico e politico. I quali principii, alla prova dei fatti, sono in verità essenzialmente due e tra loro complementari, ognuno nei rispettivi ambiti: la Religione Cattolica Romana e la concezione dottrinale del Fascismo. Il potere mediatico e politico, che sono tra loro immanenti, hanno così ottenuto, gradualmente, di permeare in tutti i gangli della Società globale (proprio dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi). Questo ha trasformato gradualmente il potere di pochi, davvero pochi, in un gigantesco Moloch succhia-sangue e cancella-coscienze. I crimini commessi dai Poteri ufficialmente “costituiti” sono inenarrabili ed innumerevoli! Proprio per questo, con il supporto irrinunciabile della menzogna “istituzionale” (quindi, a tal guisa, trasformata in “verità dogmatica”), gli organi politici, guardandosi allo specchio e proiettando tale immagine sugli avversari, accusano nemici immaginari di attentare alla “libertà ed alla civiltà”. Ovviamente, per difendere, presumibilmente, tale immaginaria quanto inesistente “libertà”, essi usano violenze senza pari ovunque nel mondo! A tale scopo, le marionette istituzionali, nella cosiddetta “cultura” e nella stampa, raccontano talvolta, in taluni casi specifici, mimando una “bilancia” dei “valori” che non esiste, che sì, le civili democrazie [SIC!] hanno [al passato! Ma in realtà stanno continuando!] commesso anche dei crimini, ma i valori [SIC!] per cui esse combattevano erano moralmente superiori, quindi, siccome si doveva pervenire ad una società civile in senso democratico [SIC!]…il fine giustifica i mezzi”!

Il fine sarebbe sempre la “Libertà”

Così la narrativa istituzionale comincia sempre col parlare di “libertà”. La innalza in ogni momento, la pubblicizza in ogni istante. Questo racconto pone le proprie radici valoriali con la fine del secondo conflitto mondiale che, stando alla versione ufficiale, avrebbe decretato il trionfo dei “diritti sulla “barbarie” del cosiddetto “nazifascismo”. La prima e più grande delle fandonie, poggia su montagne di morti massacrati e sterminati, eliminati dal genere umano come feccia indegna di esistere, non già come giusta punizione per presunti crimini commessi, ma come “dannazione della memoria” generata da un atto arbitrario, quello dei presunti “vincitori” materiali e morali. La più grande e tragica sceneggiata che il mondo abbia mai conosciuto, inizia dalle mattanze patite prima di tutti dall’Italia, a mezzo degli eserciti “alleati” (es, qui), che hanno usato il fu “bel paese” quale tavolo di laboratorio politico per la costituenda “strategia della tensione globale e permanente”, che OGGI, forte di decenni di criminale apprendistato, sta distruggendo l’intero mondo! In nome della “Libertà”, essa non solo è stata negata, cancellata e distrutta, per una parte della collettività italiana; ma anche per tutti quelli che arbitrariamente erano identificati con lo stereotipo costituito del cosiddetto “male assoluto” (qui). La prima e più eclatante risultante della presunta “vittoria del bene”, è stata proprio la negazione di questo preteso “bene” in assoluto e la “amministrazione”, sempre di tale presunto “bene”, in modo arbitrario da parte di chi detiene le redini del potere. Ma la narrativa ufficiale, abbiamo detto, quando si vede “costretta”, dal cumulo di cadaveri straboccante dalla Storia cagionata da codesti “liberatori” (…e dall’azione di formazione ed informazione intrapresa da gente come noi!), ad ammettere che “sì, crimini ci sono stati”, allora si affretta ad auto-giustificarsi, sbraitando che tali atti “furono per la Libertà di tutti”! Ma come già detto, codesti “tutti” erano (e sono!) un numero ristretto ai “tutti” che si “sottomettono”! Quindi, la stessa propaganda, la stessa “pubblicità”, potremmo dire, è ingannevole. Lo è “a monte” perché, se in nome del “giusto processo”, che si sventola insieme alla bandiera “bianco-rossa” (gli ex DC-PCI), vennero sterminate 100.000 persone, che di un processo equo non hanno mai beneficiato, allora il fondamento della menzogna, per chi vuol vedere, risulta chiaro. Ma la intellighenzia, anche e soprattutto a livello filosofico (e religioso!), non è stupida. Purtroppo è dotata di “intelligenza” luciferina. Prima di sterminare e compiere i propri genocidi (ovviamente, in questo caso, giusti! Per i motivi detti sopra!), ha instaurato una definizione “ufficiale” di Libertà e Diritti. Una versione che fa discendere il significato delle parole citate, non già dalla Civiltà nella quale hanno preso corpo (che è la Civiltà Romano-Cattolica), ma da uomini di Cultura e Politica, che hanno costruito (letteralmente) una “Città di Utopia”, volendo però piegare la Realtà a tale fantasia. La definizione di “Libertà”, che noi “viviamo” nel presente, discende, purtroppo, dai pensatori e da filosofi inglesi come Smith, e John Locke, ad esempio. Il XVII secolo inglese è stato l’apripista della catastrofe (preceduto dalla ribellione Luterana!). Questo perché ha frantumato il legame degli Europei con la propria Civiltà di riferimento, che è Romano-Cattolica. Il concetto di Libertà, declinato da costoro, è quello su cui è stata innalzata la bandiera della cosiddetta “resistenza al nazifascismo”, facendo credere che la “Libertà” (in inglese!) era difesa dai “buoni” resistenti, e distrutta dai cosiddetti “nazi-fascisti“; che in realtà, né in Italia, né in nessun altro luogo, sono mai esistiti (qui)! La necessità bellica di creare un “unicum” degli alleati dell’Asse, non a livello militare, come in realtà fu, ma a livello politico, definendo poi questo “unicum” come “monstrum” (qui), era forse più impellente che la vittoria stessa della guerra! Infatti, lo sforzo propagandistico teso a creare, inventare, questo “monstrum” è stato talmente titanico che costituisce tutt’oggi il fondamento delle fandonie propalate dal globalismo di matrice massonica attualmente dominante. Su questa stessa invenzione politico-narrativa, risiede il fondamento di un’altra farsa trasformata in tragedia, ovvero il cosiddetto “Processo di Norimberga”, con il relativo raccontino della “punizione dei vinti”. A Norimberga, in realtà, non è stato celebrato alcun processo. Ma la “percezione propagandistica”, forte della propaganda bellica dei precedenti cinque anni di guerra, fu proprio quella. Tra l’altro, l’esecuzione dei condannati, fu celebrata, allo stesso modo, in nome della “Libertà e dei diritti”. “Libertà e diritti” nel loro caso conculcati già in principio, perché i giudici non erano davvero tali, ovvero, non erano soggetti Terzi ed imparziali, che avrebbero dovuto far valere una Legge internazionale condivisa; bensì facenti funzione delle potenze vincitrici, che giudicavano secondo criteri propri e non universali. Assurda risulta, infatti, l’accusa di crimini di guerra, di cui pure i vinti erano ovviamente colpevoli; ma detti crimini furono giudicati tali SOLO ED ESCLUSIVAMENTE se commessi dai vinti. Sebbene tutte le accuse addebitate ai vinti, erano e sono ugualmente addebitabili a carico degli stessi “vincitori”. Gli avvocati, nel “processo”, lo fecero notare, ma vennero tacitati. Così il “processo” si palesò per quello che era: un gigantesco atto di sopraffazione, a fondamento del “futuro nuovo ordine mondiale”, radicato nel concetto Inglese di “Libertà”. Non è un caso, che oggi, soprattutto in relazione alle sofferenze partite dalla cittadinanza in questi ultimi cinque anni, quando la suddetta cittadinanza si organizza per provare a contrastare gli atti politici dei globalisti, lo faccia in nome “della Carta di Norimberga e dell’antifascismo“! Che rappresentano esattamente i fondamenti del globalismo (qui)!

Quid est Libertas – Definizione e contraddizione permanente

Dunque, la “Libertà” è concettualmente declinata in “inglese”. Lo stesso concetto mutuato dai “Lumi”, e diffuso ovunque nel mondo, ad iniziare dagli Stati Uniti (Es, qui e qui). Tale concetto di “Libertà”, è strettamente legato a quello di “felicità”, evocato dal costituzionalismo americano. Purtroppo, tali concetti, sono profondamente anti-umani, perché anti-cristiani, anzi, anti-cattolici. La “Libertà” è intesa al modo Soggettivo, e il Soggetto è legato alla “felicità” che deve raggiungere, attraverso il suo proprio benessere. La concezione inglese vede l’Uomo “buono” in se stesso. Gli accidenti della vita, lasciando l’Uomo “libero” di perseguire la propria “felicità” (= benessere), genererebbero un “equilibrio meccanico”, teso a far “star bene tutti”, di sintesi in sintesi. Il Governo liberale, pertanto, dovrebbe occuparsi di “far finire la libertà di uno quando inizia quella dell’altro” (!). Una mera funzione di amministrazione e di controllo. Il “Mercato” sarebbe il luogo della “Libertà per antonomasia”, in esso l’Uomo libero dovrebbe trovare la sua propria “felicità”, tendendo al benessere. I Secoli “bui” in quest’ottica erano, molto presumibilmente, quelli del “benessere per pochi”, i secoli dei “Lumi” devono essere quelli del benessere dei Soggetti (attenzione: non di tutti. Dei “soggetti”!), i quali, insieme agli altri Soggetti tenderebbero ad un perenne “equilibrio” votato a tale “bene”. Ora: la prima e più evidente contraddizione salta agli occhi quando voi che leggete risponderete alla seguente domanda: e qualora l’Uomo non volesse, ossia, rifiutasse di accettare la equazione “benessere = felicità”? Quando rifiutasse, quindi, di accettare la “Libertà” così imposta? Per il principio di non contraddizione, tale Soggetto si troverebbe escluso dalla Società, così come costituita. Quindi, il concetto inglese di “Libertà”, è necessario affinché il Soggetto abbia dei diritti da poter esercitare. Dunque, non è vero che la “Libertà” per la quale i “resistenti” avrebbero “combattuto”, è un valore assoluto e universale. Essa costituisce una formula, un mezzo di Governo Sociale, usato da una Elite (gli eletti, i maestri), che esercita, sempre in modo Soggettivo, il controllo sui propri sottoposti. L’altra e più importante evidenza che salta agli occhi del lettore attento è costituita da una “grande” assenza: Dio. La “Libertà inglese” è senza Dio, o meglio, senza il Dio Cattolico (qui). Poi di “dei” essa ne approva a iosa. A cominciare dal “dio Mercato”. E dal “dio benessere”. Dio non è più il Creatore, il Redentore del genere Umano. “Dio” si equivale all’Io. Tutto ciò che contrasta tale visione, è di per sé riprovato ed oggigiorno definito “nazifascismo”. Da questa declinazione del lemma “Libertà”, si arriva poi alla declinazione Socialistica, perché è falso dire che il Socialismo si contrapponga al Liberalismo. Esso, casomai, si propone soltanto quale metodo diverso per un unico scopo comune ad entrambi: il benessere materiale. Il Socialismo definisce davvero “Libero” solo chi può materialmente avere una remunerazione e una refezione. Per questo non è affatto in contraddizione con tale principio, la sanguinaria “dittatura del proletariato”. Allo stesso modo della “economia di Mercato”, pochi hanno il vero profitto e lo “distribuiscono”. Ma il fondamento materialista ed edonista non è in discussione e il vero dramma è rappresentato dalla concezione della “Libertà inglese”. Attraverso questa, il mondo è stato sprofondato nel caos. Ma, da sempre, lo stereotipo che viene abilmente diffuso è rappresentato dall’affermazione secondo cui “…anche se tale Libertà è difettosa, meglio una Libertà difettosa che una oppressione organizzata”, indicando ovviamente come archetipo dell’oppressione un generico e immaginario “fascismo”. In realtà, nell’indicare da parte delle istituzioni dominanti quale nemico “assoluto” il “fascismo”, tale affermazione ha un “che” di veritiero. Giacché la Concezione dottrinale Fascista, ma quella vera (qui), costituisce realmente IL LORO nemico politico totale. Lo è certamente, infatti, del Liberalismo, del materialismo, dell’utilitarismo… e di tutte le imposture anti-cristiche e anti-romane partorite da mente luciferina. Ma non è certamente il “nemico”della “libertà, dei diritti, della civiltà”! Infatti, tali lemmi, sono stati usurpati dal Liberalismo inglese, e associati ai LORO concetti, nella loro accezione dei termini, come detto sopra. Non è vero che il Fascismo persegua l’ “intolleranza, il razzismo, la violenza e l’oppressione”. Questo lo abbiamo abbondantemente dimostrato, non solo andando alle fonti “primarie” (es, qui), ma anche nel nostro studio ultra-decennale (qui , qui e qui) in modo Scientifico. Nel Fascismo esiste ed è sempre esistito, il concetto di Libertà e Diritti. Una sintesi (nel senso di sunto) veramente degna di nota è quella edita dalla Scuola di Mistica Fascista, ad opera del Cattolico G. S. Spinetti (qui). Complesso e articolato il concetto di Libertà nel Fascismo, è totalmente armonico con quello espresso dalla filosofia Tomista. Chi volesse ragguagliare le origini filosofiche del concetto di Libertà nel Fascismo, dovrebbe guardare, ad esempio, alla Lettera Enciclica “Libertas” (qui). Così, non è vero che il Fascismo voglia sopprimere la Libertà, per instaurare l’Oppressione. E’ invece vero che la vera Oppressione, quella che patiscono oggi i cittadini, è l’Oppressione Liberale, a cui però i cittadini stessi, soddisfacendo i desiderata dei “padroni del mondo” massoni, plutocrati, messianisti, attribuiscono falsamente l’etichetta di “fascismo”. Così, in modo benvenuto per il globalismo, i cittadini faranno a gara a chi è “il più ed il vero antifascista”, scontrandosi fintamente con gli antifascisti di Stato, perché loro sarebbero “più fascisti dei fascisti”, visto che fanno, in realtà, quello che sono e sono sempre stati: ovvero, criminali! Così facendo, garantiscono stabilmente la tirannia globale, che non vuole altro se non la permanenza dei (dis)valori su cui fonda il messianismo attuale: l’anti-cattolicesimo e l’antifascismo. Questo permette il perdurare dell’oppressione, che può cambiare sempre di pelle, passando il testimone ad “altri soggetti” deputati ad allargare la cinghia stretta al collo della popolazione, aspettando di vibrare il colpo di grazia, non più attraverso il cappio, ma la mannaia!

La menzogna, base della nuova repubblica “inglese libera”

Abbiamo detto che la narrativa istituzionale è fondata sulla menzogna. Tale menzogna occupa la parte principale della “versione ufficiale” in merito alla cosiddetta “resistenza al nazifascismo, per il trionfo della libertà”.  I punti cardine di tale narrativa mendace sono principalmente due: i “resistenti combattevano per la libertà” (abbiamo visto che tipo!); “i fascisti difendevano e operavano per la barbarie e l’oppressione, al soldo dello straniero”. All’interno di questo schema bugiardo, si inseriscono anche le tonnellate di fango “postumo” gettate sui vinti, prima fra tutti su Benito Mussolini. Egli addirittura sarebbe “fuggito”, alla fine del conflitto, lasciando in balia degli eventi i suoi. Inoltre, la R.S.I. sarebbe stato un “governo fantoccio” (mentre invece rappresenta l’unico Stato legale italiano, di fatto e di diritto, qui), in balia del “tedesco invasore”e straniero (ovviamente il fatto che anche gli anglo-americani fossero ugualmente stranieri, e che formalmente gli invasori fossero loro, costituisce solo un dettaglio, visto che rappresentano i “buoni”). Tali menzogne trovarono la prima e più clamorosa smentita proprio da parte di un antifascista onesto, Carlo Silvestri (qui), di area SocialDemocratica, che costituì con il Governo della R.S.I. una struttura governativa segreta per la opposizione concreta ai soprusi e abusi degli alleati traditi. A tale attività Nazionale, concorsero molte figure di primo piano della stessa R.S.I., quali Biggini, Pisenti, Montagna, Tamburini, solo per fare alcuni nomi. Il più noto di tali personaggi fu proprio Rodolfo Graziani. Lo stesso Silvestri smentisce e fa notare l’assurdità, anche, del fango postumo sul “Mussolini fuggitivo”, che si aggiunge al clima fratricida instaurato e voluto dalle potenze tuttora occupanti il suolo patrio. Così, volendo instaurare la vera tirannide, ovvero quella uscita dal cataclisma della guerra civile italiana, a nome e per conto degli stranieri, “il fine giustifica i mezzi”; per cui la menzogna, finalizzata al trionfo della “Libertà inglese”, era ed è sempre “morale”, secondo costoro. Non, come ci si aspetterebbe da veri “paladini della Giustizia”, una prassi tesa a “dare a tutti secondo quello che meritano” (a chi la punizione, la punizione – fermo restando che per uno stesso crimine, tutti i colpevoli devono esser puniti, non solo alcuni – a chi il premio, il premio). Ma una prassi tesa a generare un permanente stato di guerra civile artefatta, basata sulla bugia sistematica e istituzionale. Così, un atto, viene slegato dalla sua oggettività e viene manipolato a favore della “narrativa” istituzionale dominante. Il trionfo politico del Divide et impera ad opera di chi opprime il popolo italiano da ottant’anni! 

Il “Potere” non può Giudicare nessuno!

In questo turbine di ribaltamenti della Realtà, avendo ribaltato il primo e più importante dei significati, quello della Libertà, non poteva non essere capovolto anche quello della Moralità degli atti. Chi detiene il potere a danno di tutti, infatti, ha inserito nella fandonia di Stato che i “resistenti” (di tutte le latitudini politiche), avrebbero dalla loro, oltre che il fine, anche la Moralità “oggettiva” di detto “fine”. Così, siccome abbiamo detto sopra che il “dio” degli Inglesi non è il Vero Dio Cattolico, tale “fine” assurge esso stesso a divinità. Ecco come al concetto di Libertà inglese è stata affiancata la “democrazia liberale inglese” (qui) – quella per cui oggigiorno, da quelli che una volta erano i Santi Altari Cattolici, si prega ed inneggia – anch’essa trasformata da mezzo a fine e “valore assoluto”. Motivo per cui, mancando la “democrazia” (inglese), mancherebbe sicuramente la “libertà” (inglese). Così, la vera prova della “Sovranità” risiederebbe nell’esercizio della cosiddetta “democrazia”, ovvero nell’uso delle urne! Chiaramente, avendo abolito il vero significato di Libertà, come sopra, non è possibile nemmeno comprendere quello vero di “Sovranità”. La Sovranità, che per la Dottrina Fascista, radicata in quella Tomista, è della Nazione Gerarchicamente ordinata, e che può essere esercitata solo perché si rifà all’unico Sovrano di tutti, che è Dio, secondo la dottrina Liberale, invece, appartiene ad un generico concetto di “popolo” quale somma di individui, il quale popolo, dunque, non ha identità ma ha solo una funzione. In tal senso, allora, chi non si avvale delle urne, non è “sovrano” e soprattutto non ha “diritti”. Nella concezione negativa della “Libertà e dei diritti”, finora abbiamo visto che tali termini generano esclusivamente discriminazioni interne. Non concependo altri contenuti e forme di “Politica” (in senso alto!), se non quelle Inglesi, chi non “esercita” la politica Inglese, semplicemente non esiste! Così, alla luce di tali assunti indiscutibili, si spiegano le immani tragedie a cui gli stati cosiddetti “civili e democratici occidentali” (altri termini usurpati) hanno partecipato, o hanno provocato, con conseguente ecatombe di vittime, che ufficialmente non sono tali. No! Poiché sono soltanto il piccolo prezzo per la “difesa dei valori inglesi”, contro i “fascisti”. Questo perché, avendo tolto a Dio il Giudizio della Moralità degli atti umani, chi decide quali di essi siano davvero morali o meno, è solo la “filosofia inglese”. Così, lo sterminio della popolazione irachena (come di quella serba, libica, afgana, siriana, ucraina ecc. ecc.) risulta “morale”, perché il fine era la loro “liberazione” e l’avvento della “democrazia” (come lo fu quello della popolazione Italiana soprattutto nel biennio 1943-45 ad opera per l’appunto dei “liberatori”!). Soprattutto, le istituzioni messe al potere per mantenere tale “libertà inglese”, bisogna che mantengano disgregata la popolazione, alimentando politicamente delle guerre civili ideologiche permanenti. Questo metro di giudizio soggettivo, slegato dalla Oggettività dell’Atto Morale Giudicato da Dio, è quello applicato per ogni ecatombe a cui l’umanità è stata sottoposta da ottant’anni. Non ultima quella generata dalla “pseudo emergenza sanitaria”, per non parlare della “guerra in Ucraina”, o di altro ancora. Il “fine giustifica i mezzi”, ma entrambi sono definiti “morali” da una filosofia o da una elite satanica, che si auto-elegge a “divinità”! Così, per chi è radicato nella Verità Tomista, nel Vangelo di Cristo e nella Fede Cattolica Apostolica Romana ortodossa, risulta chiarissimo quanto mentano, siano indegni, falsi, criminali, luciferini, coloro che distribuiscono in modo apodittico patenti di “moralità”, giudicando gli altri quali “rifiuti dell’umanità” o “mostri”. Essi lo fanno senza battere ciglio, seduti su di un cumulo di morti e su una montagna di genocidii che non hanno termini di paragone! Non avrebbero e non hanno nessun diritto né autorità morale per accusare nessuno, perché il loro vero aspetto è quello di mostri assetati di sangue! Eppure senza alcun pudore, lo fanno, forti del potere mediatico che gestiscono arbitrariamente in modo assoluto! Perché solo con la forza della menzogna che si alimenta da sola, con la violenza della sopraffazione, per costoro è possibile sopravvivere, contando sull’accettazione supina e sull’istupidimento indotto della cittadinanza. Ma satana non è stupido, purtroppo. Quindi, per poter operare al “meglio”, si è avvalso di una “dissuasione” costante e permanente, proprio a mezzo delle filosofie di cui sopra. Perciò, i cittadini appositamente indottrinati e traviati da decenni, generalmente “cercano” la “felicità” per come declinata dalla filosofia inglese. In virtù di questo, è potuto accadere l’inenarrabile, soprattutto in questi ultimi anni. Così, mentre la filosofia Cristiana, Romana e Cattolica, ovvero Fascista, educava al Sacrificio per l’ “altro”, per la Patria, in nome di Dio; per il Bene Morale e Materiale della Collettività; alla Lotta (con la maiuscola!) per la Civiltà, identificata nello Spirito e nelle Virtù di ROMA; alla accettazione finanche del martirio (qui) per la Difesa di Valori eterni, che sono prima di tutto e soprattutto Spirituali (!); l’anti-civiltà messianista, basata sul materialismo, l’edonismo, il sensualismo, il benessere, il consumo, ha sollecitato con tutti i mezzi le pulsioni più basse dell’Uomo, che non è affatto “buono in se stesso”, ma è ferito dal peccato originale e dalla sua Natura imperfetta e fragile. In questo modo, si è voluta convincere la collettività a confidare non in Dio, l’Altissimo, il Redentore; bensì nell’uomo “stesso” e nella sua presunta potenza, fissando lo sguardo in basso, verso la creatura e cancellando dai cuori e dalle menti IL CREATORE! Questo ha generato l’ecatombe che stiamo vivendo e spalancato le porte dell’inferno in terra. E visto che oramai, il dramma in atto ha reso chiaro che il fine del “potere” è di addivenire ad un messianismo secolare, quindi ad un Mondo in cui esistono “pochi eletti” e tanti schiavi di questi ultimi, dove ogni elemento, fatto, avvenimento, è totalmente teso verso questo fine letteralmente diabolico (dal greco antico “diaballo“, separare, porre frattura) quale che sia il mezzo (…il fine giustifica i mezzi!), allora la risposta non potrà che essere quella di ri-prendere l’unico Cammino realmente Giusto: quello della Civiltà Romano-Cattolica incarnata dal Fascismo, nel suo sviluppo coerente. Nessuna “soluzione a buon mercato” né di compromesso porrà mai argini e men che meno “libererà” alcuno. Solo nel nome di Dio e dell’Italia Fascista si potrà sperare nel ritorno al vero “umanesimo”: quello dell’Uomo che riconosce l’autorità di Dio, l’Altissimo e su quella edifica la propria Civitas. Ecco la Vera ed unica Libertà, che simbolicamente è rappresentata dall’unione della Croce e del Fascio Littorio… icone Romane della Redenzione e della Giustizia!

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