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QUI CASCA L’ASINO ANTIFASCISTA! … i fatti e la logica svelano la finta opposizione gestita dalle istituzioni del Sistema antifascista annidata nei canali della pseudo-contestazione anti-sistemica!

Qui casca l'asino - Biblioteca del Covo

Cari lettori, amici ed avversari, talvolta nell’osservare la realtà politica odierna, ci viene da pensare alle molte analogie tra l’attuale situazione e le splendide descrizioni presenti nelle intramontabili pagine de “I Promessi Sposi” in cui il Manzoni tratteggia impareggiabilmente la “rivolta del pane di San Martino” a Milano, che sono tutte un tripudio di immagini vive e palpitanti, di situazioni e personaggi indimenticabili da antologia letteraria di tutti i tempi. Due di essi in particolare ci tornano in mente in modo ricorrente, poiché pare assurgano al rango di vero archetipo dei comportamenti umani valevoli in ogni periodo storico, in particolar modo in quello presente. Da una parte, infatti, vi compare il popolano Lorenzo Tramaglino, “o come dicevan tutti, Renzo”, in qualità di buon cristiano e giovane ammodo dal temperamento acerbamente impetuoso ma, in principio, assai sprovveduto, vittima delle prepotenze di un Sistema politico corrotto ed inefficiente, che mischiandosi alla massa rivoltosa crede di poter ottenere “pane e giustizia” facendo “la voce grossa”, sempre fidando però, assai ingenuamente, nell’intervento risolutore delle istituzioni! Dall’altra il contraltare, il sedicente “spadaio, padre di famiglia, Ambrogio Fusella”, ossia il “birro” simulatore, che dietro la maschera dell’improvvisata disponibilità disinteressata, nel dargli ad intendere di immedesimarsi nelle tribolazioni altrui – fino al punto di esporgli, al fine di carpirne furbescamente le generalità, una propria personalissima “riforma sociale” – in realtà vuole soltanto incastrare ed arrestare il montanaro sempliciotto, che dovrebbe così assolvere il “ruolo istituzionale” di “capro espiatorio” preso nel mucchio, da portare al patibolo affinché possa fungere, con la propria esecuzione, da pubblico esempio per la popolazione sediziosa. Ebbene, forse mai come oggigiorno le istituzioni del corrottissimo e criminale Sistema plutocratico massonico demo-liberale, danno prova di mettere in scena su scala planetaria tali astuzie. Da lungo tempo denunciamo infatti la reale contiguità tra il potere istituzionale del Sistema dominante e quello che si presenta agli occhi della gente come un fronte composito del dissenso politico, che in modo pretestuoso inneggia al “popolo sovrano” e denuncia alcune delle storture politiche e sociali, che in linea di principio potrebbero essere riconosciute come corrette, se non fossero volutamente parziali, visceralmente settarie, intrinsecamente superficiali, incondizionatamente antifasciste (qui). Una galassia di individui e gruppi che si avvalgono della rete internet e dei suoi canali mediatici (come Telegram, fatto assurgere simbolicamente al ruolo di “padre” dei canali del “dissenso”), che ostenta discorsi e ragionamenti, tutti nominalmente critici nei confronti del potere politico globalista – tutti sempre scandalizzati nell’osservare la totale sudditanza delle cd. istituzioni italy-ote (e mondiali!) ai voleri di un dominio internazionale che fa capo, formalmente, alla cricca finanziaria speculatrice apolide, sebbene sostanzialmente manovrato da una ristrettissima oligarchia di “pupari” massonico-messianisti – ma che niente affatto casualmente “casca” sempre su alcune specifiche questioni, secondo quanto riportato dal celebre motto popolare, come il proverbiale “asino” che si impunta senza voler procedere oltre, in questo caso, senza che ragionamenti e constatazioni di vario genere portino a riflettere ed a trarre TUTTE le dovute e logiche conseguenze, concretizzatesi sulla base degli stessi elementi denunciati da tali soggetti.

Ed allora non mancheranno da parte di costoro affermazioni in cui si sostiene che la difesa dei cosiddetti “valori democratici” ripetuta ciclicamente in modo martellante dalle istituzioni statali della “repubblica delle banane italy-ota”, si palesa come una interminabile sequela di menzogne (vero!), a partire dal surriscaldamento globale di natura antropica che in realtà si concretizza solo nel rilascio premeditato di ogni genere di veleno attraverso i mezzi più vari, da quegli organi che invece dovrebbero vigilare sul benessere e la salute della popolazione; proseguendo con il pretesto pseudo-pandemico, a mezzo del quale le forze dell’ordine hanno represso violentemente tutte le proteste contrarie al cosiddetto “stato di emergenza”, dove i lavoratori e tutta la popolazione compresi anche i bambini, a mezzo di lusinghe e minacce, sono stati costretti dal Governo a farsi iniettare un siero sperimentale, già rivelatosi in migliaia di casi mortifero e dove ai medici, agli insegnanti e alle altre categorie recalcitranti a tale imposizione criminale è stato tolto lavoro e salario; continuando con le interminabili “emergenze” che non hanno nulla di fortuito, o imprevedibile né di naturale, ma che sono piani prestabiliti, sovvenzionati e gestiti dalle oligarchie finanziarie globali e dai governi con esse conniventi, a danno di popoli e nazioni (presunte “emergenze” come quella dei “migranti”, appositamente deportati in Europa in ossequio ad un chiaro programma di sostituzione etnica, dove le odierne procurate stragi in mare hanno lo stesso fine di quelle politiche cagionate a suon di bombe sui cittadini negli Anni 70, ossia di “sensibilizzare la popolazione italy-ota” al fine di indirizzarla verso obiettivi politici ad essa imposti da chi tira i fili della politica); emergenze fasulle come quelle economiche o energetiche artificiosamente create per depauperare i redditi delle famiglie ed impoverirle ulteriormente, al fine di farle sopravvivere stentatamente a mezzo delle miserevoli sovvenzioni elargite dai governi asserviti al potere della finanza speculatrice globale, in cambio della totale sottomissione della cittadinanza ad ogni loro volere. Per non parlare poi dell’inaudito attacco governativo portato in tutto il cosiddetto “occidente democratico” al concetto stesso di Famiglia tradizionalmente intesa ed alla religione in genere (complice la neo-chiesa eretica bergogliana che si è rivelata zelante connivente di tali disegni criminali!), a mezzo della propaganda omosessualista, prescritta da tutti i media di regime, che bombardano con tali messaggi in modo gratuito la popolazione a tutte le ore; proseguendo con lo sdoganamento di pratiche sessuali abominevoli come la pedofilia o peggio ancora e con la diffusione di ogni genere di malcostume, dietro il pretesto della “difesa della libertà”, che in realtà è imposizione universale della licenziosità! In breve, si sta prendendo atto tra codesti “contestatori ad intermittenza” che la gente piano piano comincia ad avere coscienza dell’esistenza di un infernale “piano governativo globale”, che punta oggettivamente e satanicamente allo sterminio dei Popoli, delle Nazioni e della stessa Civiltà del “vecchio continente” per come sono stati conosciuti negli ultimi millecinquecento anni, un programma così terrificante che nemmeno i vituperati ed aborriti “totalitarismi” per come descritti dai campioni “democratici”, sono mai arrivati a concepire e tantomeno a realizzare, un progetto che, invece, noi fascisti de “IlCovo” denunciamo già da diversi anni! (qui). Giustamente ci si domanda con quale faccia di bronzo si osi vantare a livello istituzionale la “difesa di tali assurdi valori cosiddetti democratici”! Eppure da parte di codesti contestatori si sostiene che la “democrazia è morta… ma non sepolta!”, disconoscendo così, ad onta degli elementi da essi stessi denunciati, la vera natura intrinsecamente criminale della tanto osannata “liberal-democrazia”, che nei propositi di tali soggetti resta comunque l’unico orizzonte politico contemplato possibile (qui)! Per cui quel che nominalmente in pompa magna viene sbattuto fuori dal portone, lo si fa rientrare alla chetichella da tutte le finestre!

Vogliamo ricordare ai nostri lettori che noi fascisti de “IlCovo” al riguardo non partiamo affatto da nessun “pregiudizio”, né formale né sostanziale. Le nostre critiche, i nostri attacchi politici, si basano su fatti specifici e concreti. Quando noi accusiamo il cosiddetto “fronte del dissenso” di “falsità”, di fare il “guardiano della porta del sistema”, di ingannare scientemente i cittadini, lo facciamo alla luce di fatti acclarati e verificabili. Per cercare di semplificare il ragionamento, abbiamo “ridotto ad uno” il motivo della contiguità del “dissenso” rispetto al Sistema dominante: giacché il cosiddetto “dissenso”, non dissente affatto (la ridondanza è voluta) in base ai principii, ma in concreto ostenta una contrarietà attinente ai metodi. Il “dissenso” di codesti contestatori a intermittenza, si fonda sempre ed in modo sperticato, aperto e radicale, sugli stessi valori, principii, metodi generali, del Sistema demo-liberale dominato dalla plutocrazia massonica, che pure proclamano di contrastare. Non facendo però mai questioni di filosofia politica, di dottrina, né di valori etici fondanti, è lapalissiano, adamantino, indiscutibile che questo presunto “dissenso” sbandierato ai quattro venti si spegne all’interno di un recinto ben definito… ossia, il recinto del Globalismo demo-liberale. Ciò che è riuscito ad ottenere il Sistema distopico che ci opprime, è esattamente questo: dare ad intendere alla gente, ovviamente falsandone la percezione del mondo reale attraverso il martellamento propagandistico mediatico, che politicamente non esista NULL’ALTRO al di fuori delle coordinate da esso stesso stabilite. Dunque, anche la possibile contestazione al Sistema, DEVE rimanere interna al recinto dei disvalori stabiliti come intangibili e sacri dal Sistema medesimo, pena l’eventuale esclusione “sociale” dei potenziali contestatori. Ma come già scrivemmo tempo addietro, se finalmente si riconosce in modo pubblico e trasversale che le istituzioni “democratiche e antifasciste” stanno clamorosamente mentendo al popolo, allora bisogna anche avere il coraggio di accettare e proclamare che esse lo fanno sistematicamente da sempre (come in qualità di Associazione “IlCovo” argomentiamo da diciassette anni!) e dunque comprendere logicamente che la narrativa ufficiale del sistema al potere imposta sul Fascismo, dipinto da costoro come “male assoluto”, è anch’essa una palese menzogna spudorata! (qui) Ebbene, alla luce di ciò, tutto quel che nel campo dei dissenzienti non parte dalla revisione aperta e netta sia della pregiudiziale antifascista che di quella anticristiana, che rappresentano il vero fondamento ideologico irrinunciabile per il globalismo pluto-massonico messianista, per quanto ci riguarda determina la patente falsità ed etero-direzione di ogni presunto “dissenso”. Chi legge, a questo punto, potrebbe obiettarci: ma voi siete fascisti, dunque mettete a fondamento questa revisione per motivi di “parte”! No, rispondiamo noi, poiché anche qui “casca l’asino”! Giacché, a rigor di logica (quella verace, Artistotelico – Tomista!) se esiste un presidio su cui poggia e si sostiene un Elemento X, e però si manifesta da parte di taluni l’intenzione di rimuovere questo elemento X, allora, PER FORZA DI COSE, si dovrà comprendere da parte di costoro se a tal fine risulta necessario o meno abbattere tale presidio, proprio per rimuovere l’elemento X suddetto! Ma se da parte di tali soggetti, si parte dal presupposto che il presidio su cui poggia e si sostiene l’elemento X, che pure in linea teorica essi sostengono di voler rimuovere, non DEVE però essere mai messo in discussione, secondo l’imperativo proclamato dal medesimo elemento X in questione, allora la logica stessa ci suggerisce che c’è un cortocircuito presente in tale modalità di procedere e qualcosa evidentemente non va, già a monte della questione! …e guardate voi i casi della vita, tale risulta essere proprio la posizione assunta dal presunto “dissenso”, secondo cui NON DEVONO (attenzione: NON DEVONO!) essere discusse le fondamenta del Sistema pluto-massonico antifascista ed anti-cristiano, che pure si sostiene di voler criticare!

Qui casca l'asino - Biblioteca del Covo

Ed è quello che abbiamo sperimentato direttamente da sempre nel tentare un confronto con costoro, anche di recente su ben quattro differenti “canali dissenzienti” della piattaforma Telegram! Dove tra “anarchici confidenti di Questura”, “sacchi che si vuol far passare attraverso le crune degli aghi”, “balle veritiere in libertà” e “buffoni di Stato”, si vuol dare ad intendere comunque che la pseudo-repubblica italy-ota, nata nel recinto atlantico-massonico, storicamente in certi frangenti sarebbe riuscita con taluni politicanti a perseguire in qualche modo gli interessi nazionali, perché animata in principio dai “sacri valori” della cosiddetta “resistenza”. Ed a nulla serve con codesti soggetti, che pure proclamano pubblicamente di voler denunciare le “Buffonate di Stato”, il richiedere un confronto aperto e diretto, argomentato e rispettoso senza censure ideologiche aprioristiche, ma solo sulla base delle prove documentarie da esporre, su quella che a parer nostro rappresenta la “madre di tutte le imposture dello Stato antifascista”, affinché appaiano chiaramente le modalità di azione politica ricorrenti della Plutocrazia-Massonica globalista a trazione anglo-americano-sionista, che dal 1943 ad oggi ricalcano le stesse modalità! Giacché a costoro pare voler sfuggire a tutti i costi che le suddette modalità di “esportazione della democrazia a suon di rivoluzioni colorate, bombardamenti indiscriminati e favoreggiamento di guerre civili”, che pure rimproverano oggigiorno al Governo U.S.A. ed alla N.A.T.O. nei casi più disparati (dal Sud America alla Serbia, dall’Iraq, passando per la Libia, la Siria e l’Ucraina) sono assolutamente le medesime che gli stessi anglo-americani già applicarono con successo proprio in Italia dal 1943 al 1945, quando crearono, armarono, e diressero la cosiddetta “resistenza” contro il Governo legittimo della Repubblica Sociale Italiana, scatenando a bella posta una tremenda guerra civile tra italiani, alimentata e sovvenzionata artificiosamente tutt’oggi a mezzo della propaganda di quello Stato su cui tali poteri spadroneggiano incondizionatamente da sempre, essendo quest’ultimo con tutto il suo apparato istituzionale e politico una loro creazione. Fa specie, allora, constatare come codesti contestatori, giustamente indignati dalle vessazioni e dai crimini che la popolazione ha dovuto subire da parte delle istituzioni col pretesto pandemico, non rilevino mai però la continuità narrativa istituzionale tra l’antifascismo e le condotte governative da essi stigmatizzate, dimenticando che nell’aprile 2020 quando un intero popolo fu segregato a domicilio coatto, senza nemmeno poter lavorare ed in casi innumerevoli a morire in casa, il 25 aprile si celebrò ugualmente a livello istituzionale in tutte le piazze ed in pompa magna il baccanale antifascista di Stato, senza che in quel caso fossero applicati i provvedimenti criminali imposti alla popolazione, come il cosiddetto “distanziamento sociale” o il “bavaglio in bocca”! Dunque, secondo i “contestatori a corrente alternata”, il Sistema globalista dominante, gestito dalla finanza speculatrice apolide, diretto dalla plutocrazia massonica messianista, mente su tutto, tranne che sull’antifascismo; giacché nella lotta contro le idee del Fascismo (perché solo quelle al momento restano, in quanto non esiste oggettivamente alcun movimento politico che veracemente rappresenti quell’ideale!) il Sistema che è visceralmente antifascista sarebbe nel giusto e farebbe bene! Quindi, alla fine della fiera, come già di recente abbiamo rilevato in relazione ad altre vicende, i soggetti di questa tragica messinscena sono tutti antifascisti! (qui)

Al riguardo, per spiegare tale situazione apparentemente inspiegabile e contraddittoria, una citazione telegrafica ma dirimente di Alfredo Rocco – il grande ministro giurista Fascista che anche in campo filosofico, non era di certo l’ultimo arrivato – può chiarire facilmente la questione:

“…quella che si trova, invece, risolutamente, in antitesi, non con questa o quella conseguenza della concezione liberale-democratica socialista della società e dello Stato, ma con la stessa concezione, è la dottrina fascista. Mentre il dissenso tra liberalismo e democrazia, fra liberalismo e socialismo, è dissenso di metodo, il dissenso fra liberalismo, democrazia e socialismo da una parte, e fascismo dall’altra, è dissenso di concezione. Anzi, il fascismo non fa questione di mezzi, e questo spiega come possa, nell’azione pratica, applicare volta a volta il metodo liberale, il democratico e il socialista, prestando il fianco alla critica di incoerenza degli avversari superficiali. Il fascismo fa questione di fini, e pertanto anche quando adopera gli stessi mezzi, proponendosi un fine profondamente diverso, agisce con spirito diverso e con diversi risultati. E nella concezione dell’essenza della società e dello Stato, dei suoi scopi, dei rapporti fra società e individui, il fascismo rigetta in blocco la dottrina derivata più o meno direttamente dal giusnaturalismo del XVI, XVII, XVIII secolo, che sta a base dell’ideologia liberale-democratica-socialista… Per il fascismo il problema preminente è quello del diritto dello Stato e del dovere dell’individuo e delle classi; i diritti dell’individuo non sono che riflesso dei diritti dello Stato, che il singolo fa valere come portatore di un interesse proprio e come organo di un interesse sociale con quello convergente. In questa preminenza del dovere sta il più alto valore etico del fascismo” (qui).

In questa esposizione di Rocco, che vi invitiamo a leggere e meditare con grande attenzione, sta da sempre tutta la nostra posizione politica di autentici fascisti, così come vi sta la critica ai problemi DELL’OGGI, pur essendo tale scritto risalente al 1925!! Ciò a dimostrazione del fatto che l’inestinguibile odio demo-liberale antifascista è dettato dall’avversione per l’implicito riconoscimento sia della lungimiranza senza tempo che della corretta comprensione dei termini della questione, da parte del Pensiero Fascista, che svela da sempre, a chi vuol comprendere, le VERITA’ Eterne della Nostra Civiltà, mettendo in discussione e rigettando altresì LA CONCEZIONE materialista, individualista ed edonista che sta a fondamento del sistema satanico dominante! …chi vuole intendere, intenda!

IlCovo

LA NOSTRA IDENTITA’ FASCISTA!

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I FONDAMENTI DELLA DOTTRINA FASCISTA DELLA “RAZZA”… ovvero, quando sono i documenti ufficiali del Ministero della Cultura Popolare a smentire le falsità storiografiche dell’antifascismo di Stato!

Acer. Fond. Dottr. Fasc. Raz. - Biblioteca del Covo

Cari lettori, amici ed avversari, anche stavolta il tema di cui ci occuperemo risulta assai “ostico” per talune “orecchie da mercante”, poiché di norma la “narrativa ufficiale” del Sistema dominante (è proprio il caso di definirla in questo modo) inerente la “questione della razza” in relazione al Fascismo, risulta incentrata a priori sugli anatemi dogmatici inesplicabili nonché sull’imprescindibile condanna moralistica grondante ipocrisia, entrambi orchestrati in modo asfissiante dall’antifascismo di Stato. Ovviamente tutto ciò nulla ha da spartire con lo studio e la verace comprensione della Storia e delle Scienze Politiche. Anzi, proprio in base a tali pregiudizi indotti artificiosamente dalla martellante propaganda antifascista, non si è in grado di comprendere né di giudicare obiettivamente nessun fatto storico, mancando in primis la precisa volontà di analizzare spassionatamente tali fatti ed i contenuti delle fonti storiche. Questa elementare attitudine propria della ricerca verace, non viene rispettata né considerata mai specificamente in relazione alla dottrina ed all’esperienza politica del Fascismo. Anzi, riguardo a qualsiasi ricerca in ambito accademico o divulgativo ufficiale ad esso attinente, quest’ultima dovrà sempre essere preceduta e conclusa immancabilmente dal biasimo e dalla riprovazione, nonché finalizzata alla damnatio memoriae. Così, allestita una specifica “vulgata ufficiale” rivolta esclusivamente a demonizzare il soggetto politico in questione in tutte le maniere e con tutti i mezzi, che ha stabilito in modo apodittico e falso come il Fascismo debba necessariamente costituire “l’anticamera dello sterminio premeditato di minoranze etniche e sociali”, i fatti della storia non possono mai essere serenamente esaminati e men che meno saranno valutate tutte le prove che dimostrano storicamente l’esatto opposto rispetto a quanto falsamente teorizzato dalla vulgata antifascista suddetta! Di queste tematiche abbiamo scritto e discusso davvero in abbondanza, spaziando dal nostro studio ultra-decennale (qui) con annessa discussione dal vivo (qui), sino agli articoli specificamente dedicati al tema (l’ultimo in ordine cronologico è qui).

Ciononostante, come nel caso di cui scriviamo, sono sempre i fatti della Storia che smentiscono per l’ennesima volta ed in modo clamoroso l’impostazione accusatoria del “sinedrio antifascista”, secondo quanto dimostra anche il raro documento storico intitolato “I FONDAMENTI DELLA DOTTRINA FASCISTA DELLA RAZZA”, che qui pubblichiamo in versione integrale e che costituisce una di quelle proverbiali “pietre di inciampo” su cui le menzognere tesi a tema dell’antifascismo di Stato, insieme a tutti i falsi luoghi comuni ad esse legati, ruzzolano immancabilmente, franando in modo rovinoso. Giacché vi appare in modo netto che la “dottrina fascista della razza”, possiede un aspetto peculiare, in quanto non concezione grettamente materiale e naturalista ma “concetto integrale”, secondo quanto già rilevato obtorto collo persino da alcuni studiosi antifascisti più accorti ed “al passo” con quel che “IlCovo” va divulgando da anni (qui), che davvero nulla ha da spartire né con la concezione nazionalsocialista, né con il razzismo esclusivista o suprematista propriamente detto, poiché – come viene espressamente affermato nel testo che qui presentiamo – “intento dell’azione politica impegnata dal Fascismo in ordine alla razza è quello di preservare la sostanza ideale e spirituale della nostra stirpe” dove “la concezione etologica, sintetica della dottrina fascista dà rilievo nel processo dell’ereditarietà di preferenza ai fattori spirituali della tradizione e del costume”. In tal senso la lettura del raro documento che proponiamo alla vostra attenzione, conferma e rende esplicito il perché dell’importanza ad esso attribuita nella recensione scritta a suo tempo su “La Civiltà Cattolica” dal Padre Antonio Messineo – scritto che già avevamo portato alla vostra attenzione (qui) – e che assume un valore dirimente risultando davvero di interesse capitale.

Questa specifica dottrina, nel Fascismo, ha assunto tali caratteristiche peculiari, per vari motivi, di cui già abbiamo trattato a più riprese (es: qui e qui). Ma l’aspetto determinante che tale scritto permette di rilevare senza alcun dubbio, attiene al fatto che è proprio il Partito Nazionale Fascista, (dunque non una posizione singolarmente espressa a suo tempo da una qualunque “rivista” per quanto fascista, né da una qualsivoglia assemblea di dotti scienziati qualificatisi come fascisti, tantomeno da chissà quale generico gruppo di camicie nere!) segnatamente a mezzo della esposizione presentata dal Ministro Giacomo Acerbo, in una pubblicazione a cura del “Ministero della Cultura Popolare”, che mostra platealmente ed in modo assolutamente ufficiale la visione istituzionale del Regime sulla questione, intendendo rimarcare la propria coerenza ideologica nel proclamare come “la legge morale del Fascismo è una rivendicazione dei valori dello spirito in tutti i campi, e dunque anche in quello della razza”, pervenendo così, secondo quanto redatto dallo stesso Messineo… “a un concetto di razza che anche il più meticoloso assertore dei valori spirituali e trascendenti potrà accettare senza riserve!”

Soltanto alla luce della comprensione di una siffatta concezione è possibile allora intendere la relativa logica che sovrintende alla condotta politica attuata dal regime mussoliniano in quello storico frangente, che proprio in quegli anni concesse su richiesta degli interessati (con Regio Decreto Legge del 9 gennaio 1939) la “speciale cittadinanza italiana” agli indigeni libici ritenuti politicamente meritevoli, nonché (con Regio Decreto Legge 17 novembre 1938 art. 14, opportunamente integrato con la Legge del 13 luglio 1939 n. 1024) la cosiddetta “arianizzazione” per meriti politici nazionali e fascisti a circa un terzo degli ebrei italiani. L’attenzione volta a rimarcare questa particolare modalità di concepire la “questione della razza” era presente in tutti i documenti ufficiali del Partito Nazionale Fascista che hanno riguardato questo aspetto specifico. Tuttavia, sino ad anni recentissimi, la vulgata antifascista in relazione a tali documenti ha mostrato di disinteressarsi quasi totalmente, in modo chiaramente strumentale. In modo specifico, riguardo al libello di Acerbo, poi, le rare volte in cui viene citato dall’antifascismo, risulta inserito pretestuosamente nel novero delle “correnti interne al partito”, senza acquisire quel carattere di ufficialità che gli spetta, giacché da parte antifascista, nell’allestimento della propria interpretazione tendenziosa dei fatti storici, risulta essenziale manipolare sapientemente fatti e documenti, ribaltandone l’importanza, l’ufficialità e finanche il senso, ove necessario. In breve, l’attitudine dell’antifascismo di alterare letteralmente fatti e documenti pro domo sua, la dice lunga sulla serietà e la buona fede di tali “inquisitori democratici”! Così come dice molto il dibattito assai vivace e le molteplici posizioni politiche espresse in seno al regime fascista sulla “questione della razza” dagli intellettuali italiani e dalla gioventù fascista del “ventennio”, niente affatto tacitate né soppresse con la violenza!

Precisamente quel clima politico che Benito Mussolini definì di “massima tensione Ideale” e che a suo modo di vedere, nonché secondo la stessa concezione Fascista, era necessario per formare politicamente la popolazione, facendola partecipare attivamente al dibattito ideologico della “nuova Italia Littoria”. Ciò valse anche per la “questione della razza”, e se persino l’antifascismo di Stato riferisce che vi furono (come è vero!) opposizioni ai provvedimenti, che si tradussero in atti di aperta disapprovazione (eclatanti quelli di Italo Balbo e degli stessi Figli di Benito Mussolini!), allora significa che evidentemente il P.N.F. non procedeva esclusivamente per “bastonature ed invio al confino”, ma anche innescando veri e propri dibattiti, favoriti attraverso la propaganda e la cultura politica di Partito. All’interno di codesto clima si inserisce il documento redatto dal Ministro Acerbo, presentato dal Ministro della Cultura Popolare, Alessandro Pavolini, la cui ufficialità e normatività discende direttamente dalla “Dichiarazione sulla razza” del 6 ottobre 1938 del Gran Consiglio del Fascismo, nella quale proprio in relazione all’ebraismo si affermava esplicitamente che « l’ebraismo mondiale specie dopo l’abolizione della massoneria, era stato l’animatore dell’antifascismo in tutti i campi e che l’ebraismo estero o italiano fuoruscito era stato, in taluni periodi culminanti come nel 1924-25 e durante la guerra etiopica, unanimemente ostile al Fascismo ». Dunque, Acerbo, lo ribadiamo, non parlava interpretando singolarmente le disposizioni del Partito Fascista, ma descriveva la linea ufficiale del Regime, intesa a denunciare un preciso attacco politico portato contro di esso, nonché ad esaltare e salvaguardare da concrete minacce di ordine politico la peculiarità della Civiltà Italiana e del suo Popolo nel solco del retaggio di Roma, che però non prevedeva affatto né mai teorizzò o realizzò alcuna persecuzione, tantomeno lo sterminio di nessuna categoria etnica o sociale.

Riteniamo, dunque, che la pubblicazione di questo documento sia importantissima, sia dal punto di vista Storico che Politologico. Il nocciolo della disamina di Acerbo è ben evidenziato dallo stesso Padre Messineo, che proprio relativamente alla concezione ufficiale della “dottrina fascista della razza” riscontrava già nel 1940 come… ” l’unica difficoltà che può sorgere contro di esso consiste nella somiglianza e quasi identità che un siffatto concetto ha con quello di nazione, poiché tutti gli elementi oggettivi compresi in quest’ultimo si troverebbero presenti nel primo. La difficoltà, tuttavia, potrebbe suggerire di lasciar cadere il termine improprio di razza, per adottarne uno più appropriatose non addirittura quello di nazionema nulla toglie alla nobiltà, spiritualità e elevatezza della concezione, come essa viene interpretata dall’Acerbo”.

In questo stesso concetto sostanziale si rinvengono i motivi storici e politici (di politica interna ed estera), per i quali i termini “razza” e “razzismo”, seppur con significato differente rispetto a quello oggigiorno comunemente inteso, vennero comunque utilizzati a suo tempo, generando, a posteriori, una indubbia confusione, che però, una volta studiati tutti gli elementi politici propri della questione, risulta facilmente superata. Ovviamente, solo se vi è l’interesse per la comprensione della Verità. Se, invece, gli interessi sono di altra natura, magari decisamente più loschi, allora nulla, nemmeno la luce del Sole, potrà dissipare ombre create artificiosamente a bella posta. Grazie a Dio, ancora una volta noi fascisti de “IlCovo” alle chiacchiere fumose e mendaci dell’antifascismo opponiamo i limpidi fatti della Storia, muovendoci in direzione della Luce!

E’ POSSIBILE SCARICARE IL DOCUMENTO IN PDF. DIGITANDO QUI! Buona lettura!

IlCovo

LA NOSTRA IDENTITA’ FASCISTA!

LA NOSTRA IDENTITA’ FASCISTA

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L’UNIONE DI CATTOLICESIMO ROMANO E FASCISMO: I DUE FUOCHI DELL’ELLISSE, FORZATAMENTE SEPARATI SOLO DA CHI HA “UNO SPIRITO DA SCHIAVI”!

Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi (Lettera di San Paolo ai Romani, cap. 8 vv 14-15)

Cattolicesimo e Fascismo, i due Fuochi dell'Ellisse - Biblioteca del Covo

Carissimi lettori, in questi tempi davvero apocalittici, nella ricorrenza del Concordato tra Stato Fascista e Chiesa Cattolica Romana stipulato l’11 febbraio 1929 (qui), vogliamo discutere di uno specifico ambito della presunta “contestazione al sistema” di potere vigente, quello relativo all’area del dissenso a fondamento religioso cattolico, dove si sono manifestati più volte riferimenti alla critica anti-liberale. Una polemica che in linea teorica, dal nostro punto di vista di fascisti, risulterebbe certamente benvenuta e che si è sviluppata maggiormente in gruppi che, per un motivo o per un altro, avevano fatto una scelta di campo “alternativa” già all’indomani della profonda crisi scaturita dalla pseudo-contestazione fittizia ed etero-diretta degli anni ’60 del secolo scorso. Ebbene, anche tale critica, nominalmente anti-liberale, ci è apparsa però da subito in più casi, relativamente ad alcune palesi contraddizioni da essa espresse, quale fenomeno artificioso ed insincero, a sua volta pilotato dall’esterno per concretizzare l’ennesima opposizione fittizia al Sistema demo-pluto-massonico dominante. Difatti, sebbene tali motivazioni siano state da noi già espresse più volte in merito al tipo di contestazione fondata specificamente su ragioni di ordine politico, ossia, in relazione al cosiddetto “sovranismo” (es: qui), tuttavia, nell’area Cattolica non dichiaratamente liberale, attacchi di simile tenore si rinvengono ugualmente in più ambiti: da quello contiguo al moderatismo – pertanto minato nella propria efficacia già alle fondamenta – a quello formalmente anti-modernista, di cui abbiamo avuto modo di descriverne recentemente (qui) tanto le effettive contraddizioni quanto i gravissimi risvolti politici. Sostanzialmente, tali gruppi, anche se a volte tra loro molto diversi nei presupposti filosofici, in tutti i casi non osano mai contestare e denunciare il sistema politico vigente “in quanto tale”. Pur non lesinando generiche critiche parziali, non si rinviene mai nei loro ragionamenti una seria ed articolata contestazione integrale, ossia, morale e politica nella sua totalità e nei suoi fondamenti, che denunci e soprattutto rinunci alla filosofia ed alla prassi espressa dalla demo-plutocrazia massonica di matrice illuministica inerente il Sistema dominante. Questo in concreto rappresenta il problema più grave ed il vero vulnus dei “contestatori cattolici”, che indiscutibilmente mette così al “riparo” da una seria delegittimazione ogni struttura dell’attuale potere oligarchico globale. Ecco perché, in base a tali osservazioni, ci pare logico, coerente e realistico che tali “ambiti” si debbano definire come “quinte colonne” del sistema di potere. Tali problematiche, alla luce degli esiti concreti prodotti nel corso dei decenni dai soggetti in questione negli ambiti in cui essi operano, ormai ci appaiono come un dato di fatto oggettivo ed ineludibile. Che lo si voglia onestamente ammettere o meno, una simile constatazione non può non risaltare chiaramente agli occhi di chi vuol vedere. Soprattutto di coloro che, invece, questo sistema satanico rigettano sinceramente in modo completo e radicale!

Dunque, ogni ragionamento di costoro, per quanto critico e ben espresso, viene vanificato totalmente dalla “impossibilità” congenita di considerare concretamente le vere alternative politiche al demo-liberalismo. In buona sostanza, anche chi dice di disprezzare solennemente filosofia e prassi della liberal-democrazia, non riesce proprio a fare a meno di “sopportarla” e di supportarla (sic!), perché teoricamente, sempre secondo loro, non sarebbe possibile “vivere” all’insegna di altro ideale politico. Almeno nel breve periodo! Così, discettando di “destre necessarie”, di “sovranità popolare” liberale “accettabile”, di necessità del voto con conseguente consenso al “parlamentarismo” di marca anglo-americana, ecc. ecc. anche grazie a tali personaggi, di fatto si “rimane al palo della Storia”, accettando ufficiosamente la “fine politica” del percorso storico dell’Umanità, ormai condannata a restare incatenata all’altare della democrazia-liberale in atteggiamento adorante verso i feticci dell’illuminismo materialista ed individualista, ma con l’assurda volontà di negare da parte di codesti “prodi contestatori”, che essi abbiano al riguardo una qualunque responsabilità diretta nella realizzazione di un tale scenario infernale e distopico, lamentando altresì la condizione oggettiva di prigionieri nella quale siamo tutti piombati… ma nel frattempo, sputando sulla mano tesa di chi indica la via per uscirne definitivamente! In buona sostanza, questo è il risultato più eclatante raggiunto dalla plutocrazia-massonica, che è pervenuta, con astuta, diabolica, paziente perseveranza, al radicamento di una globale “Sindrome di Stoccolma”, che affligge anche e soprattutto coloro che pubblicamente ostentano di denunciare l’odierno assetto globalista.

Dunque, non ci giudichi male il lettore in proposito per la durezza delle nostre parole, poiché questo nostro atteggiamento volto alla più radicale denuncia della situazione odierna, non deriva da pregiudizi né da chiusure aprioristiche di sorta, tantomeno da presunzione. Anzi, all’esatto opposto, proprio in base alla nostra persistente apertura nei confronti di chiunque sia in buona fede, abbiamo maturato questa posizione nel corso degli anni, in virtù dell’esperienza diretta, radicandoci tomisticamente nella realtà dei fatti (…contra factum non valet argumentum!), sulla base dei quali risulta evidente che il vero cambiamento, la vera contestazione al sistema distopico che ci opprime tutti, non può che passare attraverso la necessaria denuncia piena ed il rigetto assoluto dei due elementi pregiudiziali che stanno a fondamento proprio di tale sistema satanico: ossia, l’anticristianesimo e l’antifascismo! Motivo per cui non si può, dal nostro punto di vista, “contestare” veracemente un sistema criminale di potere basato irrinunciabilmente su queste “colonne portanti”, se  non si ha la ferma volontà di abbattere tali pilastri ideologici!

Tra l’altro va espressamente rimarcato che, contestare veracemente l’anticristianesimo, porta coerentemente “de plano” ed in modo inevitabile a contestare anche l’antifascismo, visto il legame strettissimo esistente tra il Cattolicesimo romano ed il Fascismo stesso, in quanto entrambi espressioni complementari della medesima Civiltà millenaria, di cui abbiamo scritto più volte (qui e qui e qui). Un legame sempre negato dall’apparato istituzionale dominante e da tutte le sue centrali di propaganda – negando anche l’evidenza della Storia! – soprattutto da chi nell’ambito del cattolicesimo ostenta solo a parole di opporsi al sistema di potere vigente! Così, all’interno di questa “area” di presunta opposizione, troveremo, di fatto, la Summa del conservatorismo. Dove, in modo assai tollerabile dal Sistema pluto-massonico, si ritrovano proposte e programmi politici – contro i quali lo stesso Mons. Viganò si è “scagliato” (qui e qui ma senza voler giungere alle naturali conseguenze!… e dunque? Cui Prodest?) – che andranno da un “mitissimo” Distributismo Chestertoniano, ad una “disillusa” apertura per i “Fratelli d’America”…ops…d’Italia. Dove al di là delle strida e della veemenza formale degli attacchi al “sistema”, la sostanza degli stessi rappresentanti del potere resta comunque benvenuta, cedendo concretamente in occasione dei “ludi cartacei” al pregiudizio antifascista e anticristiano, pur ostentando a parole di strapparsi le vesti per denunciare la “società senza Dio”, guardandosi bene però dal rifiutarla in toto nei suoi valori fondamentali. Ecco come i “Conservatori” saranno tutti concordi con i “progressisti”, anche se la “sintesi” a cui puntano è formalmente differente: giacché essi condividono il pregiudizio antifascista, secondo cui sarebbe un presunto quanto immaginario “fascismo”, la cui immagine distorta è diffusa proprio dai famosi radicalisti di destra pseudo-fascisti (sempre utili strumenti del potere! qui), ad essere “pagano, statolatrico e segretamente socialista”. Concordi, dunque, con l’impostazione “anti-totalitaria”, intendendo per “totalitario” non ciò che lo stesso Fascismo ha definito di se stesso, ma l’accezione ufficiale, coniata e diffusa proprio dall’antifascismo. Ecco il motivo per il quale tale “dissenso” viene lasciato sostanzialmente indisturbato. Finché i pregiudizi anticristiani e antifascisti saranno mantenuti, tutti i “dissenzienti” di tal fatta, saranno più che benvenuti da parte della plutocrazia massonica globalista!

Cattolicesimo e Fascismo, i due Fuochi dell'Ellisse - Biblioteca del Covo

Da un po’ di tempo a questa parte, però,  appare ormai in modo chiaro come l’opera di informazione e formazione delle coscienze attuata da “IlCovo” stia generando una frattura in questa narrativa menzognera. La denuncia che portiamo avanti “a 360 gradi” da quando ci siamo associati, ha spaziato nelle tematiche, andando in estensione e profondità, toccando tutti gli ambiti. Emblematico in proposito il nostro articolo suDIO, PATRIA E FAMIGLIA secondo Benito Mussolini”che riprendendo il discorso fatto nel precedente lavoro pubblicato sulla testata “PapalePapale“, smonta totalmente il pregiudizio antifascista di matrice democratico cristiana e comune ai Conservatori. Durante questi anni, a mezzo di ulteriori approfondimenti e conferenze in cui abbiamo sviscerato l’argomento (qui), abbiamo osservato come il pregiudizio antifascista nell’ambito del cattolicesimo “conservatore” abbia ormai cominciato a scricchiolare e traballare vistosamente, proprio sotto il peso dei “nostri” argomenti, ci auguriamo in vista del vero traguardo che  auspichiamo: quello di veder rompere finalmente ogni indugio da parte del verace cattolicesimo militante e così arrivare a trarre le dovute e logiche conseguenze, riconoscendo e concretizzando la complementarietà tra Fede Cattolica e ideale Fascista.

Purtroppo si fatica ancora a compiere sinceramente e consapevolmente tale passo necessario, come mostra il recente articolo dell’ottimo Don Gabriele D’Avino, sulla rivista ufficiale del distretto italiano della Fraternità sacerdotale San Pio X (“La Tradizione Cattolica”, Anno XXXIII, n° 3, 2022, pp. 10 – 17) che sceglie, a nostro avviso, un titolo assai infelice – “La Chiesa e il fascismo in uno scontro frontale”– per scrivere un articolo che tratta dell’enciclica, ormai famosissima ma letta pochissimo, “Non abbiamo bisogno”, del giugno del 1931. A onor del vero, dobbiamo dire che il titolo risulta un abile metodo per “attirare l’attenzione”, in un senso o in un altro. Degno di nota è il fatto che il contenuto dello scritto non si diffonde in una condanna del totalitarismo fascista, come potrebbe lasciare intendere, ma rimane esattamente “nel mezzo”, come ci si aspetterebbe dalla prassi inveterata della filosofia democristiana, ma francamente non dalla Fraternità San Pio X. Il merito principale dell’articolo, però, è innegabilmente quello di aver dato “uno sguardo d’insieme” al testo papale succitato. Difatti, solitamente la narrativa antifascista di origine presumibilmente “democristiana” (radicata nel pregiudizio liberal-popolarista di matrice sturziana!), preferisce focalizzare esclusivamente l’attenzione sull’elemento di contrasto, pure innegabilmente presente, elevandolo a “contrasto dottrinario intrinseco”, che sarebbe stato “sedato”, in varie occasioni, dalla strategia del compromesso politico. Invece, incredibile dictu, il sacerdote in questo scritto, finalmente, mostra una lettura più estesa del fatto e del problema. Si arriva ad affermare, come del resto fa il documento papale di cui si scrive (!), che non vi è alcuna condanna verso il Partito Fascista in quanto tale, facendo emergere come l’enciclica suddetta fosse un documento di rimostranza, in risposta ad uno specifico attacco politico portato innanzi dal già nominato Partito Fascista. Per questo motivo, il documento si incentra esclusivamente nel contrastare tale attacco particolare. Il D’Avino, poi, specifica che il Partito Fascista ha aggredito e usato violenza contro le associazioni cattoliche, che tale atto risulta essere una violazione della libertà della Chiesa e una ingerenza inammissibile. Egli evidenzia le mancanze dal punto di vista della diplomazia dello Stato Fascista e la prepotenza mostrata in quei momenti, i quali sono stati superati, secondo lui, essenzialmente in virtù della lungimiranza della Chiesa e della strategia del compromesso pratico, all’insegna di un “armistizio vigilante” tra Chiesa e Fascismo. In conclusione parrebbe che, sebbene lo Stato Fascista sia stato l’esempio più “tollerabile” di Stato in ragione del proprio assetto istituzionale e della comunanza di “nemici” con la Chiesa, tuttavia il rapporto tra le due istituzioni, sarebbe stato comunque intrinsecamente conflittuale, perché attinente a prerogative “totalizzanti” che entrambi i contraenti del patto avocavano ognuno come specificamente proprie. Infine, inevitabile la “condanna” per l’ingiustificata aggressione.

Ripetiamo che l’articolo appare sicuramente come quello migliore di parte cattolica confezionato da anni sul tema in oggetto. Giacché l’argomento, di solito, non viene mai trattato nel suo complesso, ma viene usato esclusivamente come “archetipo” per avallare il pregiudizio antifascista sulla presunta statolatria pagana del regime mussoliniano (da noi ampiamente confutato, qui). Aver “spaziato” nella lettura stessa del documento papale, come fa il D’Avino, rappresenta un merito indiscutibile. Purtroppo, vi sono però delle vistose omissioni e delle interpretazioni assai discutibili, per non dire non veritiere. Anzitutto il Sacerdote pare voler focalizzare il contrasto sulla presunta volontà “impositiva” e di “sottomissione” esercitata dal Partito Fascista contro la libertà dell’associazionismo Cattolico, sembrando di voler rimarcare esclusivamente il valore “violento” dell’atto in sé, dunque esclusivamente proditorio. Invece, la materia del contendere non scaturì affatto dalla volontà presumibilmente accentratrice e “dittatoriale” del Partito Fascista, ma derivò da un preciso e concreto problema politico: il popolarismo. Tale problema, identificato da sempre in questo modo dallo stesso movimento Fascista già all’atto della propria nascita politica, si è manifestato in vari momenti, ben prima della Conciliazione. Il Partito Fascista era anti-popolarista (ma giammai anti-popolare!). Questo non era un mistero per nessuno, nemmeno per il Papa. L’attacco sferrato dal P.N.F., fu preceduto, come rilevato dal documento papale, da una campagna di stampa e politica, tesa colpire il popolarismo in quanto tale per il suo manifesto antifascismo, accusando i “popolaristi” di essere antifascisti travestiti da cattolici, dunque un “Cavallo di Troia” che operava in modo camuffato contro l’armonia politico-sociale propugnata dallo Stato fascista. Vi fu al riguardo un deplorevole uso (più corretto sarebbe dire una “deprecabile tolleranza”) della violenza, concretizzata in atti che correttamente vengono condannati dal documento papale. Dunque il Partito Fascista, che effettivamente, esorbitò dagli accordi precedentemente stipulati, ebbe una colpa, ma non LA COLPA in senso assoluto! Inoltre l’articolo del D’Avino trascura in modo negligente quello che, invece, dovrebbe rappresentare l’elemento centrale ed essenziale di tutta la questione, ovverosia il valore Costituzionale della Conciliazione Fascista. Una lacuna colmata a suo tempo dal lavoro che abbiamo di già recensito del Dott. Raffaele Amato, Vangelo e moschetto.

Infatti, proprio nel successivo accordo stipulato tra lo Stato Fascista e la Santa Sede nel settembre del 1931, si focalizza la vera sostanza del costituzionalismo fascista; quella che permette ai “due fuochi dell’ellissi” di rimanere consensualmente “Sposati”. Infatti, la “novità” del Costituzionalismo Fascista è basata proprio su questo “Matrimonio”, che non rappresenta alcun atto di sottomissione né di idolatria dell’uno o dell’altro dei contraenti, ma una vera e propria unione di intenti e di spiriti all’insegna della comune Civiltà dello Spirito. Allora, alla luce della iattura che invece ha rappresentato il “popolarismo” – oggi più conosciuto come democristianismo! – nelle vicende italiane dopo la caduta del regime di Mussolini, che di fatto nel corso degli ultimi 80 anni si è sostituito concretamente alla religione Cattolica in ossequio agli ordini della plutocrazia massonica dominante, dobbiamo proclamare a gran voce che il Partito Fascista al riguardo, forse aveva errato nell’utilizzo di certe modalità piuttosto spicce, ma di certo non sbagliò nell’inquadrare e colpire quello specifico bersaglio politico, individuato correttamente come male canceroso per l’Italia ed il nostro popolo. Ad oggi, non possiamo non notare che questo continuo e ingiustificato appellarsi all’antifascismo, portato innanzi anche da chi il Fascismo lo conosce per quello che idealmente rappresenta e non per come viene fraudolentemente dipinto dai suoi nemici, costituisce un tangibile vulnus per tutti i popoli del mondo che vogliono ritrovare la soluzione politica all’attuale disordine globale imposto dalla plutocrazia massonica. Davanti all’incredibile sfacelo morale e materiale che ci circonda, l’attaccare reiteratamente e con tutti i pretesti la sola concezione politico-filosofica che invece ha garantito nel mondo, con la propria opera e il suo valore, la difesa del Cristianesimo e della Civiltà Romana dello Spirito, risulta un atto proditorio, degno soltanto di chi, secondo San Paolo, ha uno “spirito da schiavi”! Abbiamo utilizzato perciò la rappresentazione dell’ormai noto affresco del Lorenzetti sulla “Allegoria del buon Governo”, poiché di recente si ricorre sempre più spesso a tale “immagine” da parte di coloro che risultano più accorti nell’inquadrare le problematiche del tempo presente, ma l’abbiamo appositamente inserita in quello che è il vero e solo contesto corretto in cui oggi va storicamente collocata (accanto alla Croce, al Littorio, alle Aquile ed alla Lupa Capitolina, non a caso tutti simboli diffusi nell’orbe dalla civiltà romana!) a dimostrazione del fatto che tale visione della società è già stata concretamente messa in atto (ecco il perché dell’accostamento ad essi dell’effige del Duce!), mostrando che una alternativa cristiana e cattolica, popolare e nazionale, E’ STATA ED E’ SEMPRE POSSIBILE! Ci rivolgiamo, dunque, a chi sa e vede, affinché finalmente prenda coraggio e piena coscienza di questa verità! Soltanto da tale unione può nascere davvero un nuovo domani all’insegna della speranza concreta e universale per gli uomini e le donne di buona volontà! Nel segno della Croce di Cristo e del Fascio Littorio! Nel segno di Roma, invitta ed eterna Maestra della Civiltà!

IlCovo

LA NOSTRA IDENTITA’ FASCISTA!

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DI SCENEGGIATE A COMANDO, NEGAZIONISMO E MEMORIA INTERMITTENTE DEI PERSECUTORI ISTITUZIONALI ANTIFASCISTI!

Indottrinamento antifascista di Stato - Biblioteca del Covo

Cari Lettori, abbiamo detto molte volte e ripetiamo che non siamo affatto lieti di vedere concretizzarsi sotto i nostri occhi, puntualmente verificati, tutti gli elementi di riflessione che denunciamo, portandoli alla vostra attenzione, con una precisione quasi matematica, ma ciò che avevamo ampiamente previsto, anche in questo caso, si è realizzato. Partendo dall’indegna sceneggiata dello scorso 28 Ottobre cui avevamo già accennato (qui), che purtroppo si ripete ogni anno seguendo lo stesso copione al fine di approdare agli esiti cui il Sistema antifascista vuole pervenire. Come di consueto, infatti, si è rivisto “sfilare” l’immancabile “carovana carnacialesca” di pseudo-fascisti, che non ha affatto onorato il ricordo di Benito Mussolini come pretestuosamente affermato dai partecipanti, bensì lo ha reiteratamente vilipeso con le solite pagliacciate, che il medesimo regime antifascista prima “organizza” e poi vuole mostrare pubblicamente in siffatta maniera! Tuttavia, secondo chi invece fascista lo è davvero in modo serio coi pensieri, le parole e le opere, come Noi de “IlCovo” siamo e ci qualifichiamo, la solennità del momento e del luogo NON SI PRESTAVANO AFFATTO a simili pagliacciate “goliardiche”! E non ci si venga a raccontare che i sottoscritti sono affetti da “duropurismo” o “rigidità ideologica” estrema! Per innumerevoli motivi non è umanamente accettabile definire “goliardia” quella che è soltanto una ridicola “sfilata canora di carnevale” imbastita proprio dal sistema antifascista, per offrire un’immagine falsa e bugiarda in relazione a un’idea serissima, che non è affatto tollerabile venga rappresentato in modo macchiettistico e pertanto ridicolizzato, tantomeno lo è il fatto in sé che ha portato una partecipante, fatta appositamente balzare agli “onori della cronaca” dai “giornalai” di regime antifascista (qui), per aver indossato in uno di tali “eventi”, una maglia che definire indecente e inutilmente provocatoria risulta un eufemismo! Ma come ripetiamo, tali eventi etero-diretti ed appositamente costruiti a “beneficio del pubblico”, HANNO UNO PRECISO SCOPO PROPAGANDISTICO e gli stessi giornali e Tv del “disordine” plutocratico massonico vigente –  in virtù dell’ausilio prestato al medesimo sistema antifascista, proprio dalle “marionette” radical-destrorse finto-fasciste, usate dalle istituzioni al Potere per assolvere una tale specifica “funzione scenica” – ce lo “ricordano” con puntuale precisione da decenni.

Per riassumere i “fatti”: alcuni soggetti presenti a tali “eventi” innanzi alla cripta della famiglia Mussolini nel cimitero di San Cassiano (Fo), sono stati pretestuosamente “denunciati” dalle “autorità di polizia”, chi per aver alzato il braccio in segno di saluto (!!), altri per “motivi” diversi (se così si possono definire). Tra gli altri “motivi”, esiste quello di cui tratta il summenzionato articolo: la signora denunciata, infatti, indossava una maglietta nera, con sopra scritto “Auschwitzland”, come se fosse un souvenir di qualche parco divertimenti a tema! Ebbene: un atto insulso del genere non meriterebbe nemmeno di essere commentato proprio per la pochezza che esso rappresenta da ogni punto di vista, ossia, tanto nel senso di pensare anche solo lontanamente di indossare provocatoriamente una maglia indecente del genere, in quel contesto, in quel giorno, davanti alla tomba dell’UOMO di Predappio; sia nel senso di dover subire una denuncia penale da chicchessia soltanto per aver indossato una maglia, per quanto indecente sia il messaggio in essa rappresentato (in un tempo storico in cui le pubbliche istituzioni antifasciste invece tollerano ed incentivano pubblicamente qualsiasi bestemmia ed oscenità contro Dio e la famiglia!). Tuttavia, il perno del discorso risiede nel fatto che simili eventi, pur non avendo alcuna seria rilevanza “in sé”, finiscono in modo oggettivo per assumerla soltanto in base a quanto viene stabilito insindacabilmente dalla “Polizia Politica antifascista” e per il tramite di essa sui media del Sistema di potere. Difatti, un atto che, normalmente, desterebbe solo biasimo per la stupidità intrinseca che esso costituisce e che potrebbe provocare, al massimo, l’eventuale segnalazione alle autorità per “diffamazione” DA PARTE ESCLUSIVA DI CHI E’ DIRETTAMENTE COINVOLTO COME PARTE LESA nell’eventuale offesa ricevuta (in questo caso i parenti delle vittime, familiari dei caduti in campo di concentramento, associazione di familiari di deportati, ecc., in quanto giuridicamente …La diffamazione è un delitto punibile a querela – articolo 597 c.p. – significando con ciò che colui che commette la diffamazione è punito solo se la persona offesa esprime la volontà che si proceda contro di lui.”, qui), nel caso di specie si ritrova però alla ribalta dell’opinione pubblica a mezzo stampa, solamente perché la vicenda, artatamente ricercata e gonfiata dal “potere costituito”, risulta pienamente funzionale alla sua perorazione dell’ormai famigerata “democrazia protetta”, di cui abbiamo già discusso in relazione alla vicenda giudiziaria persecutoria che ci ha visti “per vie traverse” quale specifico bersaglio del summenzionato potere (qui e qui). Infatti, ecco cosa viene rilevato sulla stampa del Sistema antifascista:

…ha detto all’agenzia Ansa Andrea De Maria, deputato del Pd ed ex sindaco di Marzabotto, comune del Bolognese teatro del più grave eccidio dei nazifascisti durante la Seconda guerra mondiale…”… mi sento impegnato a promuovere la proposta di legge, sottoscritta con altri colleghi alla Camera ed al Senato e condivisa con l’Anpi, per rendere più efficace il contrasto alla apologia del fascismo e del nazismo“. Sul caso è intervenuto anche il vicepresidente Anpi Emilio Ricci: “Colpisce”, ha detto, “che, ancora una volta, l’ostentazione di condotte apologetiche non siano ritenute penalmente rilevanti quando, nel caso che ci occupa, si ridicolizza una delle vicende storiche più gravi e drammatiche vissute nel periodo della seconda guerra mondiale. Rileviamo la contraddittorietà delle decisioni della Magistratura che, in alcuni casi condanna e in altri assolve, pur in presenza di condotte sostanzialmente analoghe; va anche rilevata la discrasia tra il comportamento della Procura (che chiede una significativa condanna) e il giudice che assolve. Da tempo l’Anpi si batte perché la normativa in materia di esaltazione e apologia del nazifascismo sia sostanzialmente e drasticamente riformata, anche mediante la presentazione di un progetto di legge di riforma”.

Il lettore non si tragga in inganno dopo aver letto che l’esito di tali denunce si risolve nella maggioranza assoluta dei casi nell’assoluzione dei segnalati, perché “il fatto non costituisce reato”. Infatti, se è vero che un tale verdetto risulta giuridicamente corretto e giusto in relazione all’attuale norma (poiché…“l’elemento oggettivo dell’apologia di uno o più reati punibile ai sensi dell’art. 414, comma terzo c.p., non si identifica nella mera manifestazione del pensiero, diretta a criticare la legislazione o la giurisprudenza o a promuovere l’abolizione della norma incriminatrice o a dare un giudizio favorevole sul movente dell’autore della condotta illecita, ma consiste nella rievocazione pubblica di un episodio criminoso diretta e idonea a provocare la violazione delle norme penali, nel senso che l’azione deve avere la concreta capacità di provocare l’immediata esecuzione di delitti o, quanto meno, la probabilità che essi vengano commessi in un futuro più o meno prossimo” – Cfr. Corte di cassazione, sentenza n. 40552/2009), tuttavia, il fine vero di questi veri e propri atti intimidatori (espressione concreta dell’operato di una occhiuta Polizia Politica!), come ben sappiamo per esperienza diretta, non è costituito dall’immediata ed esclusiva punizione di eventuali soggetti ritenuti pericolosi (giacché i pericoli concreti, anche in questo caso, non ci sono!). Si tratta, invece, di pervenire gradualmente ma “di diritto”, all’accettazione pubblicamente ufficiosa, in modo lineare e progressivo, di un regime poliziesco persecutorio del pensiero, instaurato proprio da chi si “indigna a comando” solo per talune persecuzioni cronologicamente collocate nel passato ed arbitrariamente definite “ingiuste”, ma che nel presente non batte ciglio nel caso in cui ad essere perseguitati siano certi altri soggetti o categorie politiche ad essi sgradite, ma anzi istiga pubblicamente e con tutti i mezzi verso l’attuazione di tali prevaricazioni a loro danno. Difatti, proprio costoro, ovviamente, si impegnano subito a rilevare che vi sono anche delle “persecuzioni giuste”, a cominciare da quella che essi stessi mettono in atto nei confronti del pensiero e dei comportamenti relativi ad una specifica categoria politica di persone, per la quale la definizione di “criminali”, a prescindere da chi essi siano e da cosa pensino e facciano concretamente codesti cittadini, deve essere applicata senza nessuna differenza. Il fondamento della generalizzazione di una tale angheria portata dai “persecutori democratici” è rappresentato dall’accusa di “razzismo” riversata sulle loro vittime, fenomeno che essi a chiacchiere affermano di stigmatizzare, ma di cui loro stessi sono in concreto zelanti promotori ad hoc; ma ovviamente il loro è un “razzismo buono”, che si sostanzia nel declassamento a “rifiuti umanoidi” di una specifica categoria politica di persone, da essi insindacabilmente additata al pubblico come tale. Con ciò, facendo finta di dimenticare che proprio lo Stato di Diritto, che costoro si vantano solo a chiacchiere di difendere (per inciso, quando si parla di Diritto, implicitamente ci si dovrebbe riferire SEMPRE a quello Romano!), dovrebbe prevedere una punizione soltanto ex post (dunque giammai preventiva!) rispetto alla consumazione di un ipotetico delitto, ipotizzando la possibile denuncia di un reato solo in relazione a chi lo subisce, sia esso il singolo o la collettività. Tuttavia, sia nel caso specifico che in tutta una serie di casi affini, i protagonisti della denuncia ideologica sono sempre soggetti terzi, che formalmente non hanno alcun titolo per sporgere alcuna denuncia o querela (sulla base di una norma che peraltro, ci si dimentica fin troppo spesso di sottolineare, al momento non sanziona il pensiero altrui e la sua pubblica espressione!), ma che comunque ottengono da politicanti e magistrati compiacenti, il placet utile ad aprire procedimenti giudiziari, che si risolvono puntualmente nel proscioglimento dalle accuse degli imputati, non prima però di averne leso pubblicamente l’immagine attraverso i media compiacenti, logorato la salute con processi lunghi molti anni e dilapidate le finanze per difendersi legalmente nei tribunali da tali arbitrarie prevaricazioni, incentrate su accuse pretestuose ed infondate, che a loro volta hanno il fine principale di intimidire l’intera popolazione, casomai fosse anche solo sfiorata dal dubbio di mettere in discussione taluni “insegnamenti democratici” inculcati a forza dalle nostre premurose e solerti istituzioni. A che titolo, infatti, l’autoproclamata “Associazione Nazionale Partigiani Italiani” dei Reduci della “resistenza” (che nella maggioranza dei casi, per evidenti limiti cronologici di età, reduci non sono affatto!) si permette di denunciare dei liberi cittadini? E che titolo hanno al riguardo i deputati del PD? Sono essi parti lese? Se si, come lo sarebbero concretamente? Esiste in tal senso un “reato” che lede la collettività? Ma soprattutto: a che titolo una Associazione privata di qualche migliaio di cosiddetti “reduci” – coadiuvata dal suo “braccio politico” presente nel Parlamento (!) – si permette di dettare la linea politica e penale ad una intera collettività nazionale e di stabilire per oltre 60 milioni di italiani cosa sia lecito pensare ed esprimere pubblicamente e cosa non lo sia? Chi permette un tale scempio del Diritto? Anzi: chi pretende di vessare così l’intero Popolo italiano? Tali domande, come sa bene chi ci legge, sono purtroppo retoriche (qui), poiché è evidente che lo stato di “guerra civile permanente” da cui è avvilita perennemente la nostra società, deve essere artificiosamente mantenuto per ordine diretto di chi occupa militarmente il nostro territorio nazionale da ormai quasi 80 anni. Motivo per cui, cosa si “debba” fare e pensare ci viene ordinato a mezzo dei loro amministratori istituzionali partitocratici, così come per applicare ed eseguire i loro ordini vi sono, per l’appunto, gli “enti” preposti sul territorio alla bisogna, uno dei quali è la già menzionata associazione cosiddetta “reducistica”. 

Ma invitiamo il lettore a fare attenzione alla “linea politica direttrice” che “guida” la formale richiesta degli inasprimenti giuridici di cui è scritto nell’articolo di giornale succitato (che di fatto sono già arbitrariamente operanti!) “proposti” (meglio sarebbe dire imposti!) dal connubio ANPI-PD ai poteri del cosiddetto “Stato democratico”. Si tratta in tutti i casi del medesimo “reato” di “apologia di Fascismo” di cui abbiamo discusso abbondantemente in numerosi articoli, ma vi chiediamo di fare attenzione a come da SEMPRE costoro vogliono affiancare pretestuosamente e in evidente malafede al termine Fascismo il suffisso “nazi“, proclamando con ciò l’equivalenza tra “nazismo” e Fascismo. I due elementi politici vengono arbitrariamente equiparati, tanto da aver inventato dal nulla una “entità politica” storicamente inesistente: quella “nazifascista”. Così il Razzismo persecutore e sterminatore, sarebbe stato storicamente appannaggio esclusivo del fantomatico partito “nazifascista”, che in Italia, prima lo avrebbe teorizzato ed attuato nella sua valenza persecutoria tra il 1938 ed il 1943 e poi inverato nella deportazione e conseguente uccisione premeditata di concittadini Ebrei nel periodo 1943-45. Tale deportazione ed uccisione sarebbero frutto del pensiero e dell’azione del mai esistito “partito nazifascista”, nonché dell’immaginario ideale del “nazifascismo”, che “naturalmente” avrebbero operato appositamente in tal senso. Ecco perché, seguendo il tortuoso sillogismo di simili menti contorte, essendo l’inventata ideologia “nazifascista” (teorizzata solo dagli antifascisti!) una idea sterminatrice razzista, i fatti ricordati dall’indegna maglietta in modo canzonatorio, rappresenterebbero una esaltazione pubblica di tale ideologia inventata e costituirebbero una concreta manifestazione (da parte dell’inesistente “nazifascismo”!) di quel razzismo sanzionato dalla legge e dunque un “evidente reato”. Fermo restando quanto precedentemente esposto sulla apologia di reato – che chiarisce come non vi sarebbe comunque nel caso di specie alcun reato, secondo quanto affermato dalla stessa magistratura – evidentemente a monte di tali questioni assurde vi è il problema (mai seriamente affrontato da nessuno all’infuori dei fascisti de “IlCovo”) di una gigantesca mistificazione storiografica attuata a livello politico-istituzionale, cioè essenziale per il mantenimento degli assetti politici dell’attuale sistema istituzionale antifascista, imposto con la forza al popolo italiano da potenze estere che ne occupano militarmente il territorio da quasi 80 anni, rappresentato formalmente da una “repubblica” concretamente priva di alcuna sovranità, ma interamente asservita ai voleri di forze totalmente estranee agli interessi morali e materiali del popolo italiano e con essi palesemente in conflitto. Infatti:

  1. Non è mai esistita storicamente dal 1919 al 1945 alcuna “ideologia nazifascista”, così come non è mai esistito in quel frangente alcun “partito nazifascista”.
  2. Il Fascismo ed il Nazionalsocialismo non possono, storicamente e politologicamente, essere usati come sinonimi di una presunta concezione filosofico-politica speculare, che di fatto mai è esistita né mai fu teorizzata (qui).
  3. E’ falso che il Fascismo espresso dalla Dottrina elaborata da Benito Mussolini possa essere correttamente definito come fondato sulla “violenza gratuita e il razzismo sterminatore” (es: qui).
  4. Di conseguenza, non corrisponde alla realtà dei fatti la definizione secondo la quale, nella ormai famigerata Legge Scelba, il Fascismo venga identificato “peculiarmente ed esclusivamente” (ma in modo oggettivamente erroneo!) nella perorazione della violenza, del razzismo e del dispotismo (qui).
  5. E’ essenziale tenere sempre a mente che il cosiddetto “neofascismo” storicamente rappresenta fin dalla nascita un inganno politico, ossia la negazione della Dottrina e della prassi del Fascismo di Benito Mussolini; essendo costituito quale pura invenzione politica (al pari di tutti i gruppi, partiti e movimenti presenti nel sistema “democratico” italy-ota!) dalle istituzioni della repubblica italiana antifascista e degli Stati Uniti d’America dopo il 1945. Una entità volutamente creata e foraggiata al solo scopo di cancellare dalla memoria collettiva del popolo italiano gli elementi essenziali e veraci dell’esperienza storico-politica fascista, per sostituirli con una falsa immagine politico-ideale stereotipata, artatamente costruita dal sistema antifascista (da diffondere a mezzo dei media di regime compiacenti, insieme alla consueta e martellante propaganda antifascista), tale da essere così sempre funzionale al mantenimento degli equilibri di potere più congeniali al Sistema dominante ed alla sua menzognera interpretazione del Fascismo (qui e qui). 

Ebbene, proprio in base ai cinque punti sopra elencati, sui quali non temiamo smentita da chicchessia, risulta evidente che a non avere fondamento è proprio quell’accusa rivolta al Fascismo, di rappresentare con certezza una concezione essenzialmente razzista e finalizzata allo sterminio di alcuni gruppi! Giacché nelle dichiarazioni della locale ANPI, così come nell’interpretazione del Fascismo contenuta nelle Leggi Scelba e Mancino, si da ad intendere che tali addebiti siano “giustamente” motivati da “fatti storici acclarati”. Ragion per la quale, sempre nell’articolo di giornale di cui sopra, dai giornalisti testualmente viene riportato il pensiero degli accusatori, secondo cui “… I fatti della Seconda Guerra mondiale, e in particolare dello sterminio degli ebrei, grondano sangue e debbono sempre e solo suscitare rispetto e commozione”. Dunque è proprio la “polizia politica” antifascista (per l’occasione in veste duplice e congiunta di “polizia morale” che ci informa su cosa “deve suscitare pubblicamente rispetto e commozione” – siamo ormai ben oltre la Distopia!), a riferirsi a presunti “fatti acclarati” che dimostrerebbero l’indegnità ideologica dell’immaginario (Nazi)Fascismo. Tali “fatti”, a loro insindacabile giudizio, si incaricherebbero di dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio che:

  1.  Il Fascismo è la versione italiana di una ideologia comune a due partiti: quello Fascista, appunto, e quello NazionalSocialista. Tali partiti sarebbero identici nei fondamenti ideali e nei fini politici e questo permetterebbe di usare i due termini in modo intercambiabile nonché di apparentare tali fenomeni politici nella comune definizione del “nazifascismo”
  2. I presunti “atti politici comuni”, coerentemente con l’altrettanto presunta “comunanza ideologica” dei due partiti, di cui gli antifascisti hanno “certezza assoluta” (!), costituiscono “sicuramente” le cause che avrebbero portato allo sterminio della minoranza ebraica europea, la cui persecuzione, essendo stata ideata, programmata ed attuata, per definizione, in modo “sistematico e totalitario” dal “nazifascismo”, assurge in modo indiscutibile ad unicum storico nel campo dei crimini e va addebitato interamente a carico della suddetta idea politica.
  3. A riprova di quanto affermato sopra, ci sarebbero proprio i fatti della Seconda Guerra Mondiale. 

Ma siccome NOI de “IlCovo” siamo veracemente Fascisti, come tali siamo radicati nella Realtà dei Fatti. Proprio la nostra filosofia politica, antitetica ai toni tautologicamente apodittici dell’antifascismo, ci impone di dimostrare, documenti alla mano, la validità delle nostre posizioni. E’ per questo motivo che siamo arrivati ad abbracciare il Fascismo: perché ci siamo arrivati a seguito della ricerca e scoperta della Verità!

In tal senso, volendo rimanere ancorati all’esposizione dei fatti, non abbiamo difficoltà a riconoscere che vi sono anche degli esempi (rari!) di antifascisti seri ed onesti (es. qui) che a modo loro discettano sui FATTI. Naturalmente, a nostro avviso essi poi li interpretano, forzandone il contenuto ed il contesto, in modo da ribadire la loro contrarietà al Fascismo, ma, almeno (e non è affatto secondario) rimanendo ancorati ai fatti! Questo è in parte il caso di due documentari, che tutt’oggi si ritrovano sui canali generalisti della RAI dedicati alla didattica, i cui titoli rispettivamente sono: 1) La questione ebraica: la politica Italiana verso gli ebrei ; 2)  Le leggi razziali del 1938: storie e testimonianze.

La questione ebraica: la politica Italiana verso gli ebrei

Doc. Rai 1

Le leggi razziali del 1938: storie e testimonianze

Doc. Rai 2

Orbene, se non volessimo entrare nel merito delle interpretazioni in essi esposte e della contestualizzazione della cornice storica tratteggiatavi (come invece abbiamo già fatto nei nostri scritti dedicati alla questione su “Fascismo ed ebrei”  e che ovviamente ci vede in disaccordo con alcune affermazioni ivi riportate), tuttavia, nelle parti dei documentari che di seguito alleghiamo e che si riferiscono a due filmati più ampi, curati e montati dall’antifascista Nicola Caracciolo, nei quali si illustrano alcuni FATTI precisi, già dalla semplice visione di questi brevi filmati, si evince in modo plateale e incontrovertibile quanto segue:

  1. Le “Leggi per la Difesa della razza italiana”, vennero diramate a seguito di una deliberazione del Gran Consiglio del Fascismo, che le presentava esplicitamente come leggi attinenti la politica Coloniale italiana, volte ad una temporanea separazione tra Coloni e Colonizzati, sul modello di ciò che era già avvenuto in Libia. Una parte consistente di queste Leggi, verteva sulla separazione di parte della comunità ebraica italiana dal resto della cittadinanza, a meno di “benemerenze” dimostrate ad apposita commissione su esplicita richiesta degli interessati. Le leggi, dunque, definivano una “cittadinanza dimidiata” (cfr. qui); in cui gli Ebrei, che non obbedivano ai criteri di “benemerenza” erano, di fatto, equiparati a stranieri. Mentre, una parte di Ebrei ( i “benemeriti”!), dopo le Leggi del novembre del 1938, non subì tutte le limitazioni presenti nella legge e con la successiva legge del 1939 ricevette la cosiddetta “arianizzazione”, ovvero il riconoscimento della piena cittadinanza. Questo fatto storico incontrovertibile, impedisce di definire lo Stato Fascista come “razzista” strictu sensu, poiché viene a mancare il criterio della generalizzazione discriminatoria senza eccezioni (addirittura per meriti di ordine politico!), propria di un atto razzistico in relazione ad un dato gruppo. Essere definiti “Coloni”, per quegli ebrei che non rientravano nell’esenzione, non generava nessuna persecuzione, ma lo “status” di “straniero in patria” e pertanto l’esclusione da alcuni diritti spettanti solo ai cittadini italiani. Per questo vennero costituite delle istituzioni proprie (come la DELASEM), per la vita di codesti cittadini considerati “stranieri”. Scuole, Istituiti di assistenza, ecc. Questo, in attesa di una possibile emigrazione di coloro che non obbedivano ai criteri di legge. E qui veniamo al secondo punto in discussione.
  2. Benito Mussolini non era aprioristicamente “contro l’ebraismo”. Nel filmato viene riportato il fatto storico del dialogo tra l’Italia Fascista ed il movimento Sionista, con l’idea di costituire uno Stato Ebraico, non però in Palestina ma in Africa Orientale. Il Filmato ricorda un fatto totalmente cassato dalla memoria storica e politologica, ossia che la “motivazione ufficiale” dell’inserimento degli Ebrei nella politica Coloniale italiana, sta in ciò che è contenuto nella dichiarazione del Gran Consiglio del Fascismo dell’Ottobre del 1938: l’atteggiamento premeditatamente ostile del Sionismo internazionale contro l’Italia fascista e la mancata presa di posizione ufficiale contro quest’ultimo da parte dell’ebraismo italiano.
  3. La politica antiebraica (che più corretto sarebbe definire anti-sionista) dell’Italia Fascista ebbe una stretta relazione con il necessario avvicinamento alla Germania. Su questo, però, ci sarebbe molto da dire e rimandiamo ad uno dei nostri articoli a riguardo (es. qui) ed al nostro libro (qui).
  4. La politica dell’Italia fascista verso gli Ebrei, durante la Seconda guerra mondiale e fino all’ 8 settembre del 1943, non solo non ha attuato nessuna persecuzione nei confronti di qualsiasi minoranza, ma all’esatto contrario, ha dimostrato una politica di protezione e di salvataggio generale attuata anche platealmente contro l’alleato tedesco. Di questa documentazione si occupa in specifico il primo filmato.
  5. Nel filmato, si accenna al fatto che Benito Mussolini non si sia “opposto” alla deportazione degli Ebrei da parte dei tedeschi nel periodo 1943-45. Di questo fatto specifico che abbiamo già confutato, ci siamo già occupati nell’articolo sopra citato e nelle nostre pubblicazioni (ma vi torneremo a breve in un apposito studio riassuntivo ad hoc in preparazione, ricco di documenti di archivio che smentiscono definitivamente questa ipotesi). Se non altro, però, il filmato è “più onesto” nel non affermare ciò che invece proclama l’ANPI: ovvero che la Repubblica Sociale Italiana avrebbe attivamente perseguitato le vite degli Ebrei puntando alla loro diretta eliminazione fisica.

Allora, cari lettori, prendendo in prestito le parole della pubblica accusa secondo cui … “I fatti della Seconda Guerra mondiale, e in particolare dello sterminio degli ebrei, grondano sangue e debbono sempre e solo suscitare rispetto e commozione”, con la medesima commozione Noi ricordiamo la politica dell’Italia Fascista che durante “i fatti della Seconda Guerra mondiale” ha messo in pratica un generalizzato “salvataggio delle vite” di una categoria di persone che nella maggioranza dei casi le era nemica.

Italia Fascista che, oltretutto, non ha messo in pratica NESSUNA PERSECUZIONE RAZZISTICA IN NESSUN MOMENTO. Quindi, stando sempre ai criteri usati dagli accusatori, il reato di “apologia di fascismo” va abolito IMMEDIATAMENTE perché risulta essere soltanto una plateale “persecuzione politica” basata su di una palese mistificazione dei fatti storici, rivolta a favorire ancora dopo quasi 80 anni l’oppressione nei confronti di cittadini innocenti di ogni delitto, pretestuosamente motivata nel presente dalle sceneggiate etero-dirette dalle stesse istituzioni, che tengono i fili delle marionette cosiddette “neofasciste”, utilizzate a comando per diffondere l’immagine falsa che serve loro! 

Ma si sa! I persecutori hanno decretato che loro possono perseguitare… perché sono “i buoni”! Tuttavia la Verità si incaricherà di svergognare tutti i mentitori! E’ solo questione di tempo! Grazie a Dio, Noi Fascisti abbiamo la MEMORIA LUNGA E SALDA!

IlCovo

APPENDICE SCRITTI SUL TEMA:

1) Razzismo Fascista e questione ebraica.

2) Italia razzista parte I.

3) Italia razzista parte II.

4) IlCovo artefice di una svolta storiografica epocale!

 

 

LA NOSTRA IDENTITA’ FASCISTA!

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