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“28 OTTOBRE”, CENTENARIO DELLA MARCIA SU ROMA! – Il vero significato della Rivoluzione Fascista: Militia est vita hominis super terram.

28 ottobre per sempre! - Biblioteca del CovoCari lettori, a 77 anni dal 1945, il 28 ottobre prossimo ricorrerà il centenario dell’evento che ha trasformato indelebilmente il volto politico dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero: la Marcia su Roma! La nostra affermazione non è affatto una esagerazione iperbolica, checché ad ogni anniversario – particolarmente nel caso di quello in corso – sul fronte “politico”, tutti i “facenti funzione” del sistema antifascista (a cominciare dai cosiddetti neofascisti!), si affannino nel tentativo di affogare la portata storica dell’evento in un mare di affermazioni propagandistiche insulse e di azioni ridicole e scellerate, tutte tese ad accreditare la martellante e demagogica vulgata antifascista di Stato, di cui la sceneggiata di quart’ordine in programma anche quest’anno (qui), con annesso atto di sciacallaggio sui morti, portato a compimento da entrambi i due fronti antifascisti fintamente contrapposti, rappresenta l’ennesima prova di tale messinscena. No, cari lettori, non esageriamo affatto il valore universale ed assoluto di quel 28 ottobre, a differenza della nutrita schiera di benpensanti in malafede, desiderosi solo che tale evento venga focalizzato dal pubblico rievocandone esclusivamente fatti e contingenze in modo distorto e tendenzioso (senza parlare poi di coloro che lo riducono ad un avvenimento di secondaria importanza dai contorni macchiettistici!), nel vano tentativo prima di “demonizzare” e poi di “storicizzare” l’ideale che esso incarna (ossia di relegarlo ad arnese desueto ed inutile, ancorché malefico, privo di alcun valore politico positivo per il presente!), affinché, così facendo sia volutamente mortificata e snaturata la vera essenza di un’idea precisa di popolo e di Civiltà che contraddistingue da millenni l’Italia. Ebbene, noi fascisti de “IlCovo” vogliamo al contrario mostrarvene il significato autentico, che ne esplicita la portata “universale” e “meta-storica” valevole in ogni tempo. Dunque, prima di tutto, cos’è stata la “Marcia su Roma“? Cosa ha generato tale avvenimento e come si svolsero i fatti ad esso relativi? La voce enciclopedica di seguito riportata, tratta dal  DIZIONARIO DI POLITICA DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA (digitare Qui per scricare Pdf.) risulta sufficientemente esaustiva riguardo alla descrizione degli avvenimenti storici nudi e crudi.

Una “Marcia eterna” che non finirà mai!

La Verità al riguardo deve essere proclamata a gran voce, nonostante che l’antifascismo mondiale non riesca a definire chiaramente ed in modo univoco tale evento epocale. Anzi, questa è proprio la caratteristica delle “definizioni” attribuite al Fascismo da parte del sistema antifascista, secondo i SUOI criteri parziali e insufficienti. Solo in ragione di tale motivo è stato possibile “inserire” forzatamente il Fascismo nell’ambito della suddivisione politica “destra-sinistra”, al fine di snaturarne il messaggio ideale universale e costringerlo ad una innaturale “costituzionalizzazione”, ossia ad una categorizzazione congeniale agli scopi del Sistema demo-liberale antifascista, cui è stata demandata la funzione fittizia di rappresentanza politica dalla plutocrazia massonica anglo-americana, da quando essa si è impadronita interamente del territorio italiano a partire dal 1945. Ecco perché l’apporto dei cosiddetti “neofascisti” del Movimento Sociale Italiano – una formazione favorita fin dalla fondazione tanto dai servizi segreti anglo-americani quanto dalla stessa Democrazia Cristiana – è stato così fondamentale per il consolidamento della “repubblica” antifascista (Qui). Poiché è grazie a tale partito arbitrariamente auto-qualificatosi come “erede” del Fascismo – che ha scientemente deciso di partecipare politicamente alla messinscena partitocratica messa in piedi dai nemici del Fascismo e dell’Italia, prendendo stabilmente posto “a destra” dell’emiciclo parlamentare – che è stato possibile definire politicamente e storiograficamente dalla pletora di pennivendoli stipendiati dal Sistema antifascista, la visione del mondo fascista  come “conservatrice” e di “destra”. In tal senso, le “ribellioni” interne al M.S.I., quelle “di sinistra” (qui), non hanno fatto altro che confermare lo smembramento ideologico del Fascismo, voluto dal potere plutocratico-massonico dominante. Si trattava infatti, ieri come oggi, soltanto di “correnti” contestatrici di facciata, che, singolarmente non mancano mai di trovare il loro posizionamento sempre e comunque all’interno del sistema antifascista; il posizionamento a “sinistra”, per l’appunto! Così, quando su quel versante s’indulge ancora verso affermazioni strumentali che qualificano il Fascismo come “rivoluzionario”, di una sola “rivoluzione” deve trattarsi, secondo costoro, ossia quella “socialista”, declinata poi in vari modi, da quello “massimalista” a quello “riformista”. Dunque, tutte forme pienamente accettate dal sistema antifascista, poiché ad esso complementari! Così, l’unica certezza restante è che la vera anima del Fascismo (qui) all’interno di queste declinazioni, SPARISCE comunque! Appare chiaro allora come per i “Pupari” del Sistema vigente, non importa affatto che i cosiddetti neofascisti vogliano qualificare il “conservatorismo” o il “socialismo” come “fascismo”. L’importante è che essi siano sempre e comunque pienamente inseriti nel Sistema demo-liberale, fedeli al suo ordinamento antifascista, cioè “conservatori” o “socialisti” nei fatti, ossia, a tutto detrimento dell’Identità fascista verace (qui), che essi vogliono sia cancellata definitivamente!

Su questo “equivoco” politico, voluto fortemente in tutti i modi (qui), si fonda e si regge tutta la propaganda di Sistema italy-ota, legata ai partiti intra ed extra parlamentari. A supporto di tale narrativa mendace, vi è tutto un apparato, culturale, mediatico e politico stipendiato appositamente dalle istituzioni delle “repubblica delle banane italyota”, esclusivamente al fine di perpetuare tale farsa, che sta a fondamento dell’antifascismo globale. Così dal lato culturale, le “vulgate” antifasciste, siano esse marxiste o liberali (quiqui), forniscono da decenni le basi pretestuose per l’identificazione del neofascista tipo, sempre propedeutica a definire, a sua volta, il “fascismo male assoluto”. Poi, i gruppi politici, soprattutto extra parlamentari, che costituiscono le “stampelle” di quelli parlamentari, completano il “lavoro”, recitando il ruolo ad essi assegnato, come da copione! Infine – ma in realtà ciò rappresenta quel che sta alla base di tutto il summenzionato “teatrino” – il clamore mediatico ripetuto in forma ossessiva e reiterata da giornali e televisioni, conferma e radica nell’immaginario collettivo tale sceneggiata. Questo “clichè” , visto e rivisto da decenni, trito e ritrito fino alla nausea, è da sempre essenziale nella vita politica della pseudo-repubblica italy-ota, come stiamo constatando anche oggigiorno, alla luce della pantomima governativa con a capo l’erede ufficiale dei missini, la “Sorella d’Italia” alias “Lady Aspen”, ormai già designata da mesi dai circoli massonici atlantici, secondo una tradizione ormai consolidata (qui), per l’avvicendamento dei “poteri di facciata” con il loro precedente ominide di fiducia, ossia il “satanico drago”.

Ma tornando al nostro tema centrale, emblematica risulta in proposito la definizione della “Marcia su Roma” fornita dall’Enciclopedia Treccani (qui): “Manifestazione di carattere eversivo, organizzata dal Partito nazionale fascista il 28 ottobre 1922, volta al colpo di Stato o quanto meno all’esibizione di una pressione paramilitare che favorisse l’ascesa al potere di B. Mussolini. Seguendo la politica del «doppio binario», ossia combinando la pratica squadrista con il compromesso politico, Mussolini mise in atto efficacemente una nuova tattica di conquista del potere per mezzo di una «rivoluzione conservatrice» dalle forme semi-legali”. Proprio questa “definizione” rappresenta in modo lampante l’insufficienza interpretativa e le mancanze di cui sopra dell’antifascismo, giacché la frase che abbiamo evidenziato risulta emblematica, soprattutto perché l’autorevole fonte è al di sopra di ogni sospetto di simpatie fasciste. Sfugge completamente che il “nuovo metodo di conquista del potere” incentrato sulla Dottrina Fascista, cui pure si accenna nel brano, si manifesta platealmente proprio nella “Marcia su Roma“, che rappresenta un atto di Forza ma non di violenza gratuita, di Volontà e di Riaffermazione dell’esistenza e dell’Autorità di una intera Civiltà, quella Romano-Cristiana Italiana, non già di subalternità verso poteri economico-finanziari occulti o palesi, che dir si voglia! Tale nuovo metodo è stato affermato di già alla fondazione dei Fasci di Combattimento, che del “Primato morale e civile degli italiani” fece la sua stessa ragione di esistenza. Infatti, la narrazione antifascista pone i Fasci nella posizione del “movimento eversivo” e “violento” di “reazione”. Ma non riesce a nascondere le antinomie presenti in questa definizione, quando parla anche di “rivoluzione” (due termini antitetici).  “Risolvendo” poi la contraddizione con la definizione semplicistica di “trasformista” calata addosso a Mussolini. Invece, i Fasci di Combattimento, divenuti poi Partito Nazionale Fascista, costituiscono un movimento di Difesa e Unità Nazionale, che, proprio basandosi sulla “nuova concezione di Mussolini”, slega finalmente il Fine dai Mezzi; legame che invece appartiene al sistema liberale. Con questo “Atto di volontà politica” profondamente radicato nella Civiltà Romana, il Fascismo si pone quale novità politica assoluta, rispetto all’intera Storia dell’Italia post unitaria. Mussolini tratteggiò nitidamente tale posizione dottrinaria nel memorabile articolo “Stato, antistato, fascismo. Proprio per questo stesso motivo, attraverso le corrette condizioni che egli stesso esplicita nel suo scritto, il Fascismo “trasforma” lo Stato. Questo è ciò che avvenne storicamente. E tale “trasformazione” secondo la concezione fascista espressa da Mussolini, può inverarsi nei modi più vari, poiché nessun mezzo lega il Fine, bensì è proprio il Fine ad assumere un valore superiore a tutti i mezzi. Così, proprio in virtù della “Marcia su Roma” ebbe inizio anche quella “marcia ideale sul mondo” di cui scrisse il direttore della Scuola di Mistica Fascista Niccolò Giani (Qui), che qualifica peculiarmente il Fascismo e che continuerà sempre, perché il Fine della vera Civiltà necessita di un Cammino morale e materiale che non si arresta, ma si perfeziona continuamente, pur mantenendo inalterato il proprio fondamento morale e spirituale.

28 ottobre - Biblioteca del Covo

Il “Katekon” è la Civiltà Romano-Cristiana incarnata dal Fascismo!

Come dicevamo però, la narrativa antifascista mostra falsamente i Fasci di Combattimento come un gruppo “eversivo” che “vuole affermare con violenza una dittatura”. L’impressionante tributo di sangue pagato dai martiri fascisti (qui), invece sta a dimostrare che proprio i fascisti hanno offerto per la santa causa il loro bene più sacro, ossia TUTTO, per l’Unità Nazionale, politica, morale e sociale del Popolo italiano, nel solco della Civiltà Romano-Cristiana. Non a caso i “sacerdoti dell’antifascismo” tralasciano di raccontare volutamente che, tra il 1919 e il 1922, in Italia si stava consumando una vera e propria guerra civile dovuta alla “penetrazione politica” di potenze straniere, prima fra tutte la Russia Comunista. I Fasci di Combattimento hanno rivendicato la Libertà della Nazione Italiana, dell’INTERA Nazione italiana, rispetto a tutti i poteri antinazionali, e questa rivendicazione, l’hanno pagata generosamente col proprio sangue! Così gli assalti alle “Camere del Lavoro”, vengono dipinti nell’immaginario collettivo antifascista come la “violenza esercitata sulle libere associazioni di lavoratori”, ma in realtà la violenza socialista anti-nazionale, nasceva ben prima della risposta fascista e si diffondeva ovunque per il fine della “collettivizzazione” e dell’affermazione individualista e materialista del socialismo internazionale. Di questi fatti incontrovertibili, vi sono innumerevoli prove. Una delle quali costituita dal congresso Socialista di Bologna dell’Ottobre 1919, in cui si stabiliva programmaticamente (…fini uniti ai mezzi) come la violenza rappresentasse la via per l’affermazione del “Partito dei lavoratori” e l’instaurazione della sua prassi Collettivista internazionalista. In precedenza, le violenze organizzate, che cavalcavano l’onda delle giuste rivendicazioni post-belliche della popolazione, avevano dato prova non tanto di voler ottenere una equa distribuzione delle ricchezze, ma la sovversione dell’Ordine nazionale per impiantare in loco una costituzione bolscevica sul modello russo. I Fasci, dunque, attraverso un atto di Forza e di Coraggio, indipendentemente dalla valutazione della convenienza, ma per il solo fine dell’affermazione dell’Ideale, mostravano al popolo la volontà e la capacità di poter ricevere LEGALMENTE il mandato per governare la Nazione, al fine di TRASFORMARNE pazientemente ordinamenti ed istituzioni in favore di tutto il popolo italiano e non in rappresentanza degli interessi di parte di singoli gruppi politici, economici o sociali. Nel paragrafo “Tattica e mezzi di azione”, presente già negli “Orientamenti Politici” dei Fasci ben prima della “Marcia su Roma” (qui), Mussolini stesso vi definisce inequivocabilmente la questione della “Legalità” e riafferma la volontà di slegare il Fine dai Mezzi, nonché di considerare la situazione politica in base allo stesso fine che NON DEVE snaturarsi, ma deve necessariamente ottenersi in modi molteplici (anche su questo versante, sulla “nuova metodologia” stabilita dal Fascismo, i cosiddetti “neofascisti” o “post-fascisti”, hanno giocato un ruolo equivoco, ma essenziale per le istituzioni della repubblica antifascista, mischiando le carte in tavola; ovverosia, promuovendo la propria partecipazione attiva al sistema antifascista, spacciandola per “pragmatismo politico” che non ne avrebbe vincolato idee ed azioni in relazione al fine ultimo del loro programma, cosa che ovviamente è stata smentita storicamente dai fatti!). Naturalmente, all’interno della narrativa antifascista, immancabilmente risulta che la retorica socialisteggiante “assolva” i gruppi organizzati collettivisti e la loro condotta così come “condanni” sempre e comunque i Fasci di Combattimento, perché gli uni sarebbero sempre “vittime di diseguaglianza” e gli altri, in tutti i casi, le “criminali guardie bianche” del padronato. In realtà gli uni e gli altri combattevano per Fini opposti, a prescindere da chi li sostenesse economicamente. Indubbiamente, i Fasci di Combattimento sono stati sostenuti dalle categorie produttrici che non rifiutavano la propria appartenenza alla nazione italiana, a maggior ragione dopo gli anni di sacrifici e privazioni dovuti alla Guerra Mondiale, patiti dalla popolazione proprio in nome dell’Italia (tra le quali figuravano svariati gruppi sociali del Lavoro, come contadini, professionisti, operai e dipendenti pubblici). Nel campo Socialista vi era altrettanta varietà di finanziatori, ma soprattutto figurava in modo palese l’influenza di Nazioni estere, prima fra tutte, ma non solo, la Russia bolscevica. Lo stesso studioso antifascista Renzo De Felice, dedicò una parte delle sue ricerche all’analisi delle forze che sostennero economicamente il Fascismo, ma dovette rimarcare che in virtù dell’abilità politica di Mussolini esso riuscì a rendersene indipendente.

Dunque è lecito affermare come storicamente, proprio in relazione alla costituzione del Governo Fascista, è in Italia che si instaura (meglio sarebbe dire che si restaura!) il vero Katekon, ossia, il vero “Scudo politico” che “trattiene” la diffusione dell’iniquità nel mondo, proprio perché il Fascismo è ideologicamente e moralmente radicato nella Civiltà Romano-Cristiana, di cui costituisce il vero rappresentante INTEGRALE. Pertanto, tutti coloro che oggi in buona fede invocano il Katekon, non possono non guardare al Fascismo ed ai suoi giovani martiri, che tutto hanno sacrificato per la riaffermazione della nostra Civiltà spirituale! Infatti, pertinentemente all’attuale momento storico, con la progressiva realizzazione finale in forme sempre più palesi del satanico progetto anti-umano messo in opera dal globalismo massonico e messianistico, a mezzo di crisi perenni e artificiali di vario genere, deve essere orami chiaro infine, come la guerra mondiale che il Regime mussoliniano dichiarò nel 1940 alle demo-plutocrazie massoniche – e niente affatto terminata nel 1945 – costituisce parte integrante di un conflitto millenario di tipo religioso, che punta a contrastare l’instaurazione finale di un mondo distopico, che nei piani dell’elite apolide globalista antifascista, prevede lo sterminio di un numero incredibile di uomini (miliardi!) e la costituzione di un governo unico mondiale di tipo paternalistico, con gruppi ristretti di epuloni in posizione dominante e la restante parte dell’umanità schiava di costoro. Tuttavia, tra gli improvvisati sostenitori del “Katekon vo’ cercando” presenti nell’ambito della presunta “contestazione sovranista”, si va invece diffondendo l’errata convinzione che la Russia di “San Vladimiro” insieme al suo contraltare Atlantico “San Donaldo”, rappresenti il “Katekon”, o parte di esso. Ma la realtà dei fatti storici, prima che le considerazioni della retta Ragione, smentisce tale ricostruzione fantasiosa (qui). Se di Katekon si vuol parlare, ma con adesione perfetta al significato del termine, allora si deve guardare esattamente ed esclusivamente al Fascismo, che non a caso rappresenta da decenni il vero bersaglio politico odiato in senso assoluto dai regimi demo-liberali retti dagli speculatori della finanza massonica mondialista! Proprio alla luce di ciò che esso ha rappresentato e rappresenta, esattamente secondo quanto professato dal Cattolicesimo Romano e secondo quanto avvenuto nella storia, cioè uno dei “due fuochi dell’Ellisse” su cui è imperniata la Civiltà di Roma! (qui) Ed allora, per innalzare il Katekon, si proclami pubblicamente a gran voce il valore politico, morale e religioso assoluto dell’Ellisse! Così, E SOLO COSI’, dall’unione di Croce e Littorio, simboli entrambi diffusi universalmente da Roma, si potrà vivere nella Giustizia e nella Verità, proclamando una nuova Pax Romana universale nel solco della Nostra Civiltà! Questo è il modo più degno e vero di ricordare la “Marcia su Roma” ed il sacrificio dei martiri fascisti, il cui monito eterno al nostro popolo resta valido oggi come ieri, come sempre… Militia est vita hominis super terram!

IlCovo

Centenario Marcia su Roma - Biblioteca del Covo

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