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Cattolicesimo e Fascismo, i “Due Fuochi dell’Ellisse”: il duplice attacco per distruggere gli eredi della Civiltà Romano-mediterranea!

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Vogliamo, cari lettori e simpatizzanti, prendere in prestito, per iniziare la stesura di questa nostra importante analisi, le parole, rappresentative, presenti nello scritto di Armando Carlini, “FILOSOFIA E RELIGIONE NEL PENSIERO DI MUSSOLINI” del 1934, edito per l’Istituto Nazionale Fascista di Cultura e successivamente pubblicato nella raccolta “Saggio sul pensiero filosofico e religioso del Fascismo” del 1942  (qui):  il Fascismo è il principio di una nuova sintesi politica e culturale, in cui, prendendo a paragone un’ellissi, la tradizione romana dell’autorità sia politica che ecclesiastica, rappresenterà i due fuochi. “

Mai sintesi fu più precisa e veritiera di questa sopra riportata! Proprio per questo motivo, perchè il Fascismo Mussoliniano rappresenta la più verace forma di sviluppo armonico della Civiltà Latino-mediterranea (nei modi idonei ad affrontare le sfide poste dalla modernità, risolvendone positivamente i limiti ed i conflitti,  creando uno Stato Nuovo alternativo ai fallimenti modernistici e/o collettivistici), esso è stato ed è tutt’ora così violentemente attaccato! Siccome il Fascismo Mussoliniano rappresenta quell’armonia perfetta di valori politico-religiosi e poichè i nemici della Civiltà Mediterranea vogliono distruggere tale armonia, il colpo non poteva non essere assestato ad entrambi i Fuochi dell’Ellisse: il potere Politico e quello Religioso,  rappresentanti la nostra Civiltà; il Fascismo ed il Cattolicesimo Romano! Del resto, come abbiamo già sintetizzato in questo nostro articolo, l’attacco alla Civiltà Latino-Mediterranea è partito, in epoca “moderna”, dalla Gran Bretagna, in un duplice ambito: quello filosofico-politico, e, in tempi più recenti, quello militare. Ciò è la risultante di un’unica strategia, che ha come obiettivo l’abbattimento della Civiltà anzidetta e per il raggiungimento di tale orribile risultato le elites pluto-massoniche si sono avvalse di vari strumenti, tutti “utili” alla bisogna. Trenta Secoli di Civiltà latina, però, non sono passati senza lasciare un profondo e magnifico segno. L’attacco portato avanti dal XVII secolo in poi, ha trovato, grazie a Dio, resistenze e contrattacchi di grandissima levatura, in primis dal punto di vista Religioso, con i Pontefici Romani del calibro del beato Pio IX (il cosiddetto “papa Liberale“, SIC!),di Leone XIII o San Pio X, con l’offensiva magisteriale e Politica da essi posta in essere; lungimirante perché non ferma ai soli eventi chiaro-scuri dei cosiddetti “risorgimenti” europei, ma proiettata all’individuazione dei fondamenti filosofici, deteriori, oppositori della Civiltà Romano-Cattolica, che era il reale obiettivo delle rivolte eterodirette (mentre l’ Indipendenza era solo uno specchietto per le allodole: prova ne è stata, ad esempio, la mancata verace Indipendenza Italiana). Il fermento Religioso non fu, dunque, una sterile voce isolata. Indubbiamente i problemi posti dalla modernità illuministica non erano secondari e certamente non erano campati in aria. Certamente, i contrasti nella Società degli Uomini andavano risolti positivamente, ma nel solco della Civiltà Italiana. Civiltà a cui tutta l’Europa guardava. Dunque, la risposta arrivò anche dal punto di vista Politico. E’ in questo solco, che si inserisce la nascita delle Filosofie politiche che portarono Benito Amilcare Andrea Mussolini a fondare il Fascismo Italiano, che integra il Cattolicesimo Romano. Questo perché, inevitabilmente, la Cultura italiana, è permeata dei valori della Civiltà che essa rappresenta. In base a questi valori, genialità presenti in ogni campo dell’umano sentire del calibro di Benito Mussolini, Giovanni Gentile, Armando Carlini, Alfredo Rocco, e così via, hanno potuto sintetizzare la forma più idonea di Stato Nazionale ed Universale, fondato proprio sul retaggio cattolico, romano e mediterraneo, tale da affrontare e risolvere i problemi posti e provocati dalla modernità post-illuministica. Tale forma Statuale non poteva prescindere dalle fondamenta della Civiltà Romano-Cattolica, ri-prendendo, proseguendo e completando il cammino intrapreso da questa stessa Civiltà sulle basi della filosofia dello Stato Indipendente, sintetizzata dall’ Apostolo e Martire San Paolo, al secolo Saulo di Tarso. E’ genericamente ignorato, infatti, l’apporto fondamentale alla svolta epocale sulla natura stessa del rapporto tra Stato e religione fornito proprio dal Cristianesimo Cattolico. E’ il Cristianesimo che, per la prima volta in assoluto, ha proposto all’Umanità la Rivelazione di un Dio Trascendente e personale, non Immanente alla realtà o a uomini-dei; Rivelazione che rende libera la Coscienza dei singoli, poiché si distingue dalle realtà temporali (ma non se ne separa), pur dando una evidente priorità a quelle Spirituali, nella dimensione però della Elevazione Interiore (secondo precisi principi) e della “solidarietà fraterna”. Tale Distinzione, dunque, non è separazione od opposizione fra le Autorità. Essa certifica che le realtà Trascendenti esistono e sono vere, anche se non sono immediatamente comprensibili (in questo, valorizzando le intuizioni della filosofia Greca a riguardo). Esse hanno, altresì, un primato assoluto nel Cuore dell’Uomo, poiché ne formano la Coscienza profonda, non possono essere eliminate o subordinate violentemente da nessun’altra autorità terrena, poiché, in ultima analisi, il concetto stesso di Autorità e Comando non può prescindere da esse, se vuole darsi un valore morale superiore. Dunque, la distinzione dei poteri, delle Autorità, è un unicum “inventato” dal Cristianesimo Cattolico (1). Diciamo “Cattolico” (cioè, Universale!), poiché questo è il termine usato da Sant’Ignazio, formato alla dottrina dell’Apostolo e Martire San Paolo, per  definire la Chiesa di Gesù Cristo il Nazareno (2). E ciò rappresenta il motivo su cui si fonda l’armonizzazione del messaggio politico tramandato dalla Civiltà di Roma con quello religioso portato dal Cristianesimo, complementarità inverata proprio in virtù del sapiente “innesto” di Quirino in Cristo, operato da un Pescatore di Galilea, chiamato Petrus (Cefa, in Aramaico) e da un Dottore della legge israelitica, chiamato Saulo, nato cittadino romano, col nome di Paulus di Tarso. Quelle che saranno definite, a ragione, le Colonne di Roma Cattolica, San Pietro e San Paolo, hanno così innestato nell’Universalismo della Civiltà Romana, la Religione “Rivelata” dal Cristo, Figlio Unigenito di Dio Padre, nella potenza dello Spirito Santo. Religione che, unica al mondo, non solo Rivelava la Distinzione dei Poteri, ma prima di tutto Redimeva l’Uomo, lo rendeva definitivamente “capace di Dio”; definiva in modo netto il Messianismo annunciato al popolo ebraico come Spirituale, Universale e non Secolare. Il Messia (a differenza dell’interpretazione riduttiva, tribale e settaria elaborata in ambito giudaico), ossia il Cristo (“l’unto del Signore” nella lingua greca, che era quella più diffusa tra il popolo nella parte orientale dell’Impero Romano)non assurge al ruolo di un Re Politico che deve sottomettere in schiavitù il mondo intero per “asservirlo” al popolo ebraico! Gesù Nazareno, invece, rivela l’Interpretazione delle profezie dell’Antico testamento, donato ai figli di Abramo, proprio nel senso sopra citato, per cui il Messia è Lui, il “Servo Sofferente” descritto dal Profeta Isaia, ucciso e crocefisso, che si è offerto in Olocausto (termine Religioso per definire il sacrificio perfetto, offerto allo stesso Iddio per la Salvezza degli Uomini), per Redimere l’umanità dal Peccato originale e per rendere finalmente l’Uomo degno di essere “Figlio Adottivo” di Dio, purificandone il cuore, trasformandolo da “Cuore di Pietra in Cuore di Carne” (3). Dunque, per i Padri della Chiesa Cattolica, per i filosofi Cristiani, la civiltà Greco-Romana ha valore pre-figurativo della Chiesa stessa. Anzi, tale Civiltà manifesta delle chiare “intuizioni pre-cristiane” nella filosofia e nel diritto, che essi valorizzano, riconoscendone la funzione politica, secondo loro data dalla stessa Provvidenza Divina, accettandone con amore l’Imperium romanorum gentis (4). Precisamente secondo questi presupposti si sviluppa la Civiltà Romano-Mediterranea. Sviluppo non sempre armonico, con battute di arresto e con alcuni strappi inveratisi in vari periodi della storia. Sviluppo bruscamente interrotto dalle idee “individualiste”, non nate ma irradiate nell’intero orbe dalla Gran Bretagna, a mezzo dei suoi traffici e delle sue conquiste. In tal senso è il modello individualista e materialista dei “britannici” ad incarnare la vera “reazione“, il vero “conservatorismo“, poiché essi rappresentano i banditori di tali idee retrograde, che vogliono ri-portare indietro le lancette della storia, che vogliono cristallizzare il tempo e il sapere in un presunto quanto opinabilissimo “tempo antico eterno“, in cui la “conoscenza era segreta” e custodita presumibilmente da “iniziati”, future auto-proclamate pseudo-guide del mondo intero (tale è l’assioma Evoliano e prima ancora Massonico). Tale è l’attacco alla Civiltà Romano-Cattolica e dunque alla Civiltà Fascista, arrivato nel tempo presente alle sue massime conseguenze e portato su vari livelli, ma preparato da secoli.

E’ importante rilevare chiaramente che le modalità per portare un simile attacco risultano le medesime, sia nei riguardi del Fascismo che in quelli del Cattolicesimo, poichè entrambi “Fuochi dell’ellisse“, entrambe sole vere autorità rappresentanti la nostra Civiltà Romana, l’una nel dominio temporale, l’altra in quello spirituale. Cattolicesimo e Fascismo, traggono origine dalla medesima Filosofia Spiritualistica (5), che rappresenta, per l’appunto, lo sviluppo in fieri di un’unica Civiltà. Dopo aver assestato contro di essa il colpo più grande con l’ultima guerra mondiale, in cui si è arrivati in modo strumentale alla voluta conflagrazione globale, da parte dei suoi nemici si doveva pensare all’eliminazione dei principi sopravvissuti della nostra millenaria Civiltà. Per fare ciò, nel “nuovo” clima post-bellico, bisognava operare anche con metodi alternativi rispetto allo scontro aperto: la diffusione a macchia d’olio all’interno dei gruppi sopravvissuti di uomini ed elementi culturali e politici estranei, con annessa deformazione e usurpazione di principi ed idee (il modo migliore per disinnescarne il potenziale intrinseco). Tale metodo disgregante è stato utilizzato in modo graduale, conoscendo nel secondo dopoguerra una accelerazione determinante e una diffusione capillare su larga scala. Nel caso dei sopravvissuti del Fascismo, decapitato e sterminato nei suoi quadri ideologico-politici, messo in ginocchio da una guerra persa, essi sono stati “inglobati” dalla neonata “repubblica antifascista” eterodiretta da oltre oceano, attraverso un partito ossequioso verso il “padrone americano” che, a mezzo del proprio referente politico diretto nella “colonia italica”, la “Democrazia Cristiana”, lo ha imposto quale rappresentante dei reduci del Regime caduto, ovvero il Movimento Sociale Italiano. Tale partito, lungi dall’essere mai stato realmente Fascista, si è proclamato tale, solo per garantire il primo e più fondamentale passo verso la de-fascistizzazione retroattiva del fascismo. Attraverso questo metodo subdolo arriviamo all’oggi, con la cosiddetta “area neo-fascista“, che ovviamente fascista non è, ma che continua ad assolvere il compito di  mistificare e mortificare l’ideale del Fascismo, favorendo la fagocitazione da parte del sistema antifascista dei cosiddetti militanti che hanno la sventura di farne parte (6). Similmente, nella Chiesa Cattolica, si è svolto un attacco dai contorni netti e usurpatori della verace Dottrina. Preparato molto tempo prima – già nel 1899 il prelato francese Henry Delassus aveva ammonito che… «Ogni uomo, per quanto sia poco attento a ciò che accade nel mondo, si accorge subito che l’opera non solo è incominciata, ma che progredisce di giorno in giorno negli assalti contro la fede. E in pari tempo vi è, l’abbiam detto, la cospirazione contro la patria, meno aperta, ma non meno reale: poiché è necessario che cadano entrambi per dar luogo a questa “Gerusalemme di nuovo ordine, santamente assisa tra l’Oriente e l’Occidente, che deve sostituirsi alla duplice città dei Cesari e dei Papi”. Il colmo sarebbe che i ministri del clero cattolico, sotto l’impero d’illusioni fallaci quanto generose, venissero a portare un concorso qualsiasi a questa cospirazione che si può chiamar universale, ed a contribuire in qualche parte a scuotere la ferma adesione che l’anima cristiana deve professare ed avere per la santa Chiesa cattolica, la sola arca di salute»… (7) – ma portato nel momento propizio, sotto l’incalzante pressione politica del governo americano in piena “guerra fredda”, promuovendo il ribaltamento della Dottrina Cattolico-Romana, ovvero la sostituzione del proprio paradigma filosofico-religioso, a mezzo della preparazione e indizione di un apposito Concilio, il Vaticano II, che costituì un unicum nella storia millenaria della Chiesa Cattolica ed il vulnus attraverso cui il modernismo illuminista ha fatto breccia tra le mura vaticane. Detto Concilio fu prima annunciato e poi attuato, in modo totalmente diverso dai precedenti. Poiché, mentre i Concili erano da secoli sempre stati un presidio del magistero Cattolico Papale, per definire dottrine e prassi, con il Vaticano II ci si rifiutò di farlo per principio (sic! Tale fu la dichiarazione del pontefice all’epoca), definendolo “Concilio Pastorale”, ovvero un ossimoro escogitato per non esercitare la consueta infallibilità dottrinaria sulle materie dogmatiche, ma allo stesso tempo per imprimere una svolta nella definizione stessa di “Dottrina” e sul tipo di assenso che il fedele è tenuto a dare ad essa. In sostanza si è sostituito, nei fatti, il paradigma cambiando il senso al termine “Dottrina“, e istituendo la “Dottrina della prassi“, tale che fu richiesto ai fedeli un assenso simile a quello dovuto ai dogmi, pur non avendo formulato e definito nulla di dogmatico. Questa sostituzione di paradigma, avvenne per esclusivo mezzo dell’Autorità Religiosa, non basandosi più sull’oggettività del dogma o della dottrina definita tradizionalmente (dalla quale la stessa Autorità trae la sua legittimità al comando!), ma attraverso il dettato dell’Autorità stessa, che pur non potendo sovvertire (in immediato!) direttamente la fede e il deposito dottrinario, operò come se stesse mediando tra due “fazioni” in lotta: dunque arrivando ad un compromesso tale che potesse garantire una lettura duplice di uno stesso Concilio. Questo perché, gradatamente, nelle Scuole, nelle Accademie, nei Seminari, nei punti-chiave della formazione Cattolica, si è prima infiltrata e poi radicata “l’interpretazione Sociologica della Religione”.  In tal modo, avendo in casa un problema epocale come la spinta per il ribaltamento del paradigma Cattolico all’interno della stessa Chiesa, le Gerarchie ancora “ortodosse” hanno “optato” per una “mediazione” interna, che non rimase senza conseguenze gravi. E’ di quegli anni la prima e più grande contestazione, portata avanti dal Sacerdote e Vescovo francese Mons. Lefebvre, che fondò, secondo la sua intenzione di preservare la purezza Dottrinaria Cattolica, la Società di Vita Sacerdotale e Apostolica San Pio X (8). Ma già precedentemente a questi fatti, nell’ambito dell’ortodossia cattolica, ci si era espressi molto chiaramente contro l’influenza nefasta dell’americanismo, rilevandone i tratti più veraci : « Se veramente l’America è la “nazione dell’avvenire”, se è chiamata a “condurre il mondo”, “a guidare i destini dell’umanità” “al soffio caro della libertà”, “nell’inseguimento d’un progresso che non sembra avere alcun limite”, e che questo progresso sia quello di cui unicamente qui si fa menzione: “lo sviluppo dell’industria e del commercio, la soluzione dei problemi sociali e politici” secondo i princìpi dell’89, vale a dire il progresso materiale e l’indipendenza dell’uomo, il mondo vedrà l’èra non “la più grande” ma la più disastrosa che si sia mai veduta» (9).

Dunque, esaurito il tempo dell’attacco politico-militare, attraverso la guerra globale al Fascismo, veniva il tempo dell’attacco culturale-filosofico alla concezione religiosa ed etico-morale da cui la Dottrina fascista aveva tratto linfa vitale, attacco messo in atto con un evidente “ribaltamento dei valori attuato dal didentro“, portato oggi alle estreme conseguenze.

Le attuali condizioni religiose e politiche dell’Europa, governata da oligarchie pluto-massoniche che eterodirigono ogni ambito della vita dei popoli, sono la risultante di questo duplice attacco alla Civiltà Romano-Cattolica. Così anche le propaggini di questa crisi, da riscontrarsi negli ultimi fatti legati sia al Vaticano del Vescovo di Roma Bergoglio ( è ancora aperta, infatti, la controversia sull’attribuzione del titolo Pontificio all’attuale vescovo di Roma e riguardo le modalità della rinuncia al soglio di Pietro di Papa Benedetto XVI, alias Joseph Ratzinger: qui , qui e qui ) che alle “leggi nazi-maoiste di Fiano“, non rappresentano altro che i segni più recenti e vistosi del lungo e subdolo attacco fin qui descritto.

C’è di positivo, però, che l’avvicinarsi del culmine della crisi generale, provocato dagli attacchi anzidetti, ha finalmente generato lo scatenarsi di forze creative e positive, depositarie del testimone della nostra Civiltà universale, tanto in ambito politico che religioso (10). Dunque, questi tempi, gravissimi, tremendi, ma anche forieri di possibili sviluppi di grande speranza per il domani della Civiltà europeo-mediterranea, possono essere l’anticamera della rinascita, verace e definitiva, della nostra gloriosa Civiltà Romana. Noi fascisti de “IlCovo” lavoriamo con fede e passione proprio per abbreviare il tempo di attesa di questa auspicata rinascita e, a Dio piacendo, come sempre, tireremo dritto fino in fondo, con la bussola di questa Speranza, certi più che mai di essere dalla parte del giusto e del vero! Ad Majora!

RomaInvictaAeterna

NOTE

(1) Vedere i Vangeli Sinottici: San Matteo Cap 22, ver. 21; San Luca Cap. 20, ver. 25; San Marco Cap 12, ver. 17. Vedere anche: “Gli disse allora Pilato: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?”.  Rispose Gesù: “Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall`alto.” (Vangelo di San Giovanni Cap. 19, ver. 10-11)

(2) Il primo Successore degli Apostoli a definire la Santa Chiesa di Cristo col lemma “Cattolica” è Sant’Ignazio di Antiochia (+107 dc), discepolo di San Giovanni apostolo, successore di San Pietro apostolo sulla Cattedra Antiochiena. Sant’Ignazio ha una formazione Teologica fortemente Paolina, e insegna la “Cattolicità” della Chiesa proprio sulla base della Teologia dell’Apostolo della Genti, colonna di Roma (Cfr. p.e. Sacra Bibbia, Lettera ai Galati, Cap 3, ver. 26-29).

(3) Cfr, Sacra Bibbia, Libro del Profeta Isaia, Cap 53, sul Cantico del Servo sofferente; Sacra Bibbia, Libro del Profeta Ezechiele, cap. 36, sull’annuncio della Salvezza universale ad opera del Cristo e sul Dono del Cuore di Carne.

(4)Cfr. p.e. Sant’Agostino d’Ippona, De Civitate Dei, Libro V; Dante Alighieri, De monarchia.

(5) Cfr. a.e.:  Il Popolo D’Italia, B. Mussolini,  Deviazioni, 11 settembre 1921 “…I fascisti non possono e non debbono fare dell’anticattolicismo; non possono e non debbono scatenare accanto ai vecchi, nuovi motivi di divisione e di odio, che potrebbero avere ripercussioni fatali sulla compagine della nazione. I fascisti, i quali – lo sappiano o no, se ne rendano conto o no – sono imbevuti di dottrine spiritualistiche, devono lasciare ai formiconi del razionalismo e dell’anticlericalismo la fatica grottesca e inane di combattere le manifestazioni religiose e di bandire Dio dall’universo. Noi siamo andati oltre queste posizioni filosofiche di trent’anni fa, quando imperava la pseudo-filosofia del positivismo. “; La Dottrina del Fascismo (1932), Edizione Hoepli, 1942, ristampa a cura di Marco Piraino e Stefano Fiorito: “Lo Stato fascista non rimane indifferente di fronte al fatto religioso in genere e a quella particolare religione positiva che è il cattolicismo italiano. Lo Stato non ha una teologia, ma ha una morale. Nello Stato fascista la religione viene considerata come una delle manifestazioni più profonde dello spirito; non viene, quindi, soltanto rispettata, ma difesa e protetta. Lo Stato fascista non crea un suo Dio così come volle fare a un certo momento, nei deliri estremi della Convenzione, Robespierre; né cerca vanamente di cancellarlo dagli animi come fa il bolscevismo; il fascismo rispetta il Dio degli asceti, dei santi, degli eroi e anche il Dio cosi come visto e pregato dal cuore ingenuo e primitivo del popolo. “; Dizionario di Politica, voce SPIRITUALISMO, a cura del P.N.F. – Roma, 1940, Vol. IV, pp. 336 – 337 : “Nel senso lato del vocabolo spiritualismo è ogni dottrina che riconosce l’indipendenza e la preminenza dello spirito sulla materia, sia collocandolo al di sopra della natura, sia cercando in esso, come pensiero cosciente, la spiegazione di questa. Tale dottrina abbraccia perciò ogni sistema di metafisica che affermi l’esistenza di Dio e dell’anima quali sostanze immateriali: Dio è puro spirito, personale, distinto dal mondo, trascendente e causa prima dell’universo; le personalità coscienti sono realtà spirituali individuali e attive; l’anima sopravvive al corpo; tutto esiste in vista di un fine. Sempre nel senso lato del vocabolo si dà talvolta il nome di spiritualismo alle dottrine che accordano maggior valore alla vita dell’anima che a quella del corpo, sì che lo spiritualismo morale non viene quindi punto subordinato all’accettazione dello spiritualismo metafisico…Lo spiritualismo italiano del Risorgimento comprende per es. tutte quelle dottrine che si presentano quali reazioni al razionalismo illuministico e al sensismo, risveglio della tradizione storica dello spirito italiano che si traduce nell’affermarsi della rinascita civile, morale, religiosa, patriottica del nostro popolo. (A questa corrente spirituale che appartengono, nell’ Ottocento, il Manzoni, il Tommaseo, il Mamiani, il Mazzini, ecc.). Spiritualista per eccellenza è la dottrina del Fascismo, sorta anch’essa quale reazione del secolo contro il positivismo dell’Ottocento, che aveva fiaccato le volontà e sopito le coscienze, e quale reazione del più puro spirito italiano contro le assurde ideologie che esprimevano, nel momento culminante della crisi dei valori etici dopo la guerra del 1915, il trionfo di una concezione materialista della vita. Dottrina, quella fascista, che non intende l’esistenza umana se non come lotta in nome di principi etici superiori e per l’affermazione di motivi eminentemente spirituali: il valore della cultura in tutte le sue forme, religiosa, artistica, scientifica; l’importanza dell’educazione e del lavoro; la preminenza delle « forze morali e responsabili dello spirito ». L’uomo vi è considerato nel suo rapporto con una legge superiore e con una volontà che trascende l’ individuo particolare per elevarlo « a membro consapevole di una società spirituale ». Il fatto stesso di concepire la vita come dovere, elevazione, conquista, e la dottrina non come una semplice esercitazione di parole ma un principio che deve assolutamente tradursi nell’azione, è già, nel più elevato grado, un’affermazione spiritualista. Lo stato diviene così l’espressione più alta e potente della personalità, la forza che ne promuove tutte le manifestazioni etiche, « perché esso intende di rifare non soltanto le forme della vita umana bensì il suo contenuto », e perché rinnovando le basi della vita della nazione concreta l’organizzazione politica, giuridica ed economica, la quale « è nel suo sorgere e nel suo sviluppo una manifestazione dello spirito ». “

(6) Lo descriviamo, tra l’altro, nel nostro Studio decennale, “L’identità Fascista – Progetto politico e dottrina del Fascismo – Edizione del Decennale”, qui.. Finalmente, anche in ambito non dichiaratamente Fascista si sta diffondendo la consapevolezza della strumentalità del cosiddetto “neo-fascismo”: vedere a.e. qui

(7) Henri Delassus, “L’americanismo e la congiura anticristiana”, 2016, Effedieffe.

(8) Sull’apostolato di Mons. Lefebvre si veda: C. Siccardi, Mons. Marcel Lefebvre. Nel nome della verità, Sugarco, 2010. Sulle plurime interpretazioni del Concilio “Pastorale” Vaticano II, si veda:  P. S.M Lanzetta, Iuxta Modum. Il Vaticano II riletto alla luce della tradizione della Chiesa, Cantagalli 2012; M. B. Gherardini, Il Vaticano II. Alle radici di un equivoco, Lindau, 2012; P. S. M. Lanzetta, Il Vaticano II, un Concilio pastorale. Ermeneutica delle dottrine conciliari, Cantagalli, 2014

(9) Henri Delassus, “L’americanismo e la congiura anticristiana”, op. cit.

(10) Si veda a.e. qui e qui

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