Lascia un commento

ATTUAZIONE DELLA DEMOCRAZIA PROTETTA! … la tirannide massonica anticristica e antifascista procede nel tentativo di richiudere il “vaso di Pandora” scoperchiato!

Bavaglio democratico antifa - Biblioteca del Covo

Cari lettori, come abbiamo illustrato in abbondanza, specialmente negli ultimi articoli di attualità presenti su questo blog, il mondo è stato evidentemente precipitato in uno scenario che possiamo definire “distopico”, proprio perché la plutocrazia massonica anticristica attualmente dominante, ha utilizzato questo genere letterario per veicolare le proprie “conoscenze segrete”, seguendo un metodo divulgativo “morbido”, improntato cioè all’assuefazione psicologica collettiva, attuata a mezzo di una penetrazione sociale altamente pervasiva, ma in modo graduale sebbene via via crescente. All’interno di un tale scenario rivoltante, il ruolo svolto da quella che un “fabiano” e massone come George Orwell ha definito in modo pertinente come “neo-lingua”, riveste una parte fondamentale, giacché costituisce l’elemento “trainante” dei “gradini della finestra di Overton” di cui abbiamo scritto proprio di recente (qui). Nella “neo-lingua” (dove il significato dei termini, i contenuti e la comprensione degli stessi sono totalmente relativi e subordinati agli obiettivi della minoranza che occultamente resta al comando delle istituzioni governative), il concetto di “protezione” diventa, infatti, il “veicolo” per diffondere concretamente l’oppressione a danno della popolazione. Come di già abbiamo rilevato, ciò non sarebbe affatto possibile se non vi fosse in atto una gigantesca pressione psico-sociale su scala globale attuata sulle masse, a mezzo di colossali campagne mediatiche, basate sulla diffusione del terrore e di pretestuose emergenze. Dunque è proprio a mezzo della presunta “protezione istituzionale” che la suddetta casta pluto-massonica tenta di addivenire al mondo di schiavi da essa presagito. E’ precisamente questo il contesto in cui va analizzato il divenire storico del percorso politico-sociale, attuato dall’alto, a livello istituzionale e finalizzato alla instaurazione definitiva della cosiddetta “democrazia protetta”, che sul territorio italiano prosegue con ossessiva costanza ma senza soluzione di continuità dal 1945. Di recente, con lo stesso metodo rodato nel corso di decenni (qui), è stato portato avanti pubblicamente un ulteriore attacco, che non deve essere valutato come rivolto specificamente alla associazione pseudo Storica in questione, ma deve essere colto come elemento particolare inquadrato all’interno del più generale piano distopico presentemente in atto e concretizzato a mezzo dell’intimidazione e del ricatto psicologico sulla cittadinanza tutta. Infatti, nulla impedisce che tali associazioni, che spesso rispondono soltanto nominalmente a criteri di “fascismo” (perché, lo ricordiamo, i nemici veri del Sistema di potere vigente sono solo due e tra loro complementari: ossia, Cattolicesimo Romano e Fascismo, qui) risultino benvenute alla nomenklatura antifascista (sorvolando sul gruppo colpito, di cui non conosciamo i risvolti), venendo appositamente usate in modo pretestuoso al fine di implementare ciò che costituisce il vero obiettivo del Sistema dominante: ovverosia, cancellare la conoscenza verace del Fascismo, distruggendo così uno dei due basamenti della Nostra Civiltà Romano-Cattolica, colpendo in tal modo la verace identità tradizionale europeo-mediterranea, ormai da tempo platealmente sotto attacco (qui). In ogni caso, le “accuse” rivolte all’associazione in questione si commentano da sé, giacché si definisce come “reato”, una evidente opinione storico-politica. Nuovamente si palesa in modo chiaro che non è possibile, in nessun modo, chiedere “giustizia” a coloro che per abito mentale costituzionale, di tale negazione fanno un proprio fondamento esistenziale, dove il dire, il pensare, il contestare con argomenti, sono classificati come un reato: lo “psico-reato”! E vi facciamo notare che il rozzo insulto e l’invettiva “di parte”, addebitati a questa associazione che si definisce “Storica”, vengono impugnati dagli accusatori che volutamente li confondono a bella posta con la vera ricerca storica, cioè quella che in modo argomentato, contesta le interpretazioni dominanti imposte dalle istituzioni vigenti e che invece proprio Noi fascisti de “IlCovo” portiamo avanti. Tutto questo serve al potere costituito per implementare la propria cosiddetta “protezione” sulla cittadinanza. Per arrivarci, però, vi abbiamo già descritto quali siano stati tutti i passi compiuti: dall’allestimento di “mali assoluti” inventati (qui) di sana pianta, grazie all’apporto di marionette politiche create direttamente dal potere istituzionale a sua volta “imposto da terzi” (qui), alla diffusione di ricatti, intimidazioni e sperequazioni ad hoc, sempre a danno della popolazione (qui).

Ma come sa bene chi ci legge assiduamente, la nostra esistenza associativa, che è basata su di un elemento assolutamente imprescindibile ed irrinunciabile (qui) che si scontra frontalmente proprio con la sostanza della menzogna di Stato contenuta nelle ormai famose leggi antifasciste (una menzogna senza cui le suddette leggi non hanno ragione di esistere!), ha provocato un grande problema per costoro. Giacché è proprio la definizione di “Cosa è e cosa vuole il fascismo” (qui) alla quale abbiamo dedicato la gran parte delle nostre fatiche, a rappresentare per Noi il “nodo gordiano da tagliare” e “il bandolo della matassa da sciogliere”, ma che il Sistema dominante per un proprio tornaconto di carattere esistenziale, vuole ad ogni costo che restino integri ed intricati. Per questo motivo “IlCovo”, all’insegna della comprensione effettiva di tale “Verità assoluta”, svolge il proprio compito. In ragione di tale attività assistiamo alla manipolazione dei fatti e della Storia attuata a livello “istituzionale”, finalizzata allo scopo di deformare e ribaltare la realtà dei contenuti storico-politologici che invece portiamo all’attenzione generale, con l’obiettivo di silenziarci posteriormente in modo definitivo, noi ed il nostro operato. Proprio in ragione di tale attività e per il fatto che la svolgiamo indefessamente, abbiamo subito l’attacco frontale vibrato nel 2017 secondo specifiche e particolarissime modalità che abbiamo discusso ampiamente, conclusosi, dopo ben tre gradi di giudizio tutti a Noi favorevoli, con la nostra vittoria assoluta (qui). Ma essa non poteva però rimanere priva di conseguenze. Il proverbiale “vaso di Pandora” che era stato scoperchiato, per i facenti funzione della elite plutocratico-massonica antifascista, doveva essere necessariamente richiuso. Infatti, con un tempismo che ha dell’incredibile (nulla avviene per caso!), dal periodo che va dall’emissione dell’ultima sentenza che ci riguarda, ad oggi, si sono inanellate varie altre sentenze, tutte afferenti la stessa tipologia di vicende giudiziarie e tutte tra loro contraddittorie, tali da generare una maggiore confusione ed una crescente intimidazione tra i cittadini, laddove, invece, con tutte le sentenze che ci riguardavano, avevamo di fatto messo fine a qualsiasi genere di incomprensione giuridica nonché posto una seria ipoteca sulla possibilità di generare atti intimidatori arbitrari da parte delle istituzioni. Ebbene, rispetto a tale modalità di procedere da parte istituzionale, Noi già scrivevamo chiaramente che:

Tale modus operandi politico è stato già autorevolmente definito come “democrazia protetta”, proprio nell’ambito culturale dello stesso antifascismo istituzionale che ha preso parte a questa persecuzione. Codesta “democrazia protetta” sarebbe, dunque, il sistema in cui un particolare gruppo politico denominato in un certo modo, assume per legge determinate caratteristiche negative e per il solo fatto di esistere, verrebbe ritenuto pericoloso e necessariamente soppresso, proprio a causa della denominazione assunta o ad esso attribuita legalmente, pur prescindendo dagli eventuali riscontri concreti sia in merito al proprio pensiero ideale che alla relativa condotta politica oggettivamente da esso assunta. Così, in riferimento a quanto esposto dagli accusatori, ogni atto, fatto o documento afferente tale gruppo, identificato univocamente dalla legge come “criminale”, deve essere punito in quanto tale e non in quanto possa aver concretamente costituito un pericolo. Il pericolo, dunque, nella mens della pubblica accusa, dalla manifestazione concreta di un comportamento oggettivo qualificato come reato, passa de plano all’espressione pubblica di un dato pensiero e all’esternazione plateale di determinate opinioni. Agli accusatori democratici, per far scattare la repressione, evidentemente non bastava più constatare l’eventuale pericolo concreto attinente comportamenti “violenti, razzisti e dispotici” da dover impedire a norma di legge, come finora formalmente previsto dalla normativa vigente.

All’interno di un siffatto scenario, portiamo alla vostra attenzione la seguente ulteriore sentenza (tutti questi documenti andrebbero LETTI; purtroppo, per una incredibile fatalità, la Corte ha “sospeso”, fino a data da definirsi, la possibilità di consultarli, e gli articoli che sono stati pubblicati di recente o non sono più reperibili, o sono scarni!), di cui è possibile consultare solo la brevissima citazione contenuta in questo articolo, vistosamente di parte e pubblicato da uno degli organismi a nostro avviso più smaccati della disinformazione sistemica (qui).

Chiaramente la questione pretestuosa sul quando definire “reato” il Saluto fascista, si commenta da sé, come la stessa stampa ufficiale non manca a modo suo di rilevare (qui), la stessa contraddittorietà rispetto ai giudizi è data proprio dal fondamento su cui essi si basano, ovvero sulle “circostanze” (che vengono interpretate in modo relativo), e non mai sull’atto in quanto tale. Più rilevante è chi lo fa tale saluto e quali siano le motivazioni di condanna. Il registro espositivo è sempre lo stesso, citato più sopra, fondato sulla delegittimazione aprioristica e sul ribaltamento del senso dei fatti. A tal proposito facciamo notare che la sconsiderata citazione del “Dizionario di Politica del Partito Fascista” (qui) che viene riportata dall’articolista, è fatta non a caso. Incredibile, se si pensa che tali documenti erano semplicemente spariti da qualsiasi discussione accademica o politica fino al momento in cui è nata la nostra associazione, ma non inaspettata, visto il nostro lavoro di ricerca che proprio tali documenti ha riscoperto e divulgato. Ovviamente la citazione è fatta a sproposito e la definizione non è quella riportata nell’articolo. Difatti, la “ritualità fascista” non ha mai previsto l’esistenza del “rito del presente”, semmai, esclusivamente l’Appello Fascista ai caduti. Questa in proposito la definizione contenuta nel Dizionario suddetto: 

Fra i riti più notevoli instaurati dalla Rivoluzione fascista è l’appello fatto in determinate occasioni (cerimonie funebri, anniversari e simili) di camerati scomparsi. La risposta « presente » è data ad una voce da tutti gli astanti. Questo rito ha come significato simbolico quello di attestare la continuità spirituale oltre la loro vita fisica di coloro che hanno contribuito con la loro opera alla ricostruzione della vita italiana promossa dal Fascismo. La « presenza » di coloro che si sono sacrificati nella lotta, o che vi hanno dato contributo di azione, permane nella realtà conquistata dalla Rivoluzione. Gli scomparsi non sono assenti poiché vivono nel documento delle loro forze migliori. La risposta « presente » gridata ad una voce dai camerati afferma, oltre che il riconoscimento di tale apporto duraturo alla realtà storica della nazione, la vitalità in tutti gli spiriti dei motivi ideali che hanno mosso all’azione e al sacrificio il camerata scomparso. Il rito dell’appello si inserisce in quel riconoscimento delle forze spirituali oltre la vita fisica che nelle religioni si manifesta col culto dei santi e presso i popoli, nelle diverse fasi della civiltà in forme diverse, col culto degli eroi.

Ovviamente, l’articolo del giornale summenzionato si guarda bene dal citare letteralmente la voce del Dizionario a cui pure si riferisce, poiché di già solo leggendola, si comprenderebbe perfettamente che di Appelli Fascisti, da parte dei “radicalisti di destra” – affatto digiuni di Dottrina del Fascismo e di motivazioni ideologiche ad essa inerenti – non ne sono mai stati fatti, non ricorrendo in concreto nessuna delle condizioni essenziali affinché possa essere davvero definito tale il loro “gesto rituale”. Dell’Appello rimane così solo l’involucro esteriore, e naturalmente coloro che lo mimano (e che non rispondono affatto alla definizione di fascisti che si ricava agevolmente dal contenuto della Dottrina del Fascismo), che così facendo risultano elementi fondamentali al solo fine di proseguire la campagna del fango a danno del Fascismo, orchestrata proditoriamente da decenni dalle istituzioni del Sistema antifascista. Ecco come allora appare chiaro che tali sentenze hanno lo scopo precipuo dell’intimidazione, di nascondere e silenziare la realtà Vera dei fatti rispetto al tema in oggetto. Così da impedire non tanto di alzare il braccio in segno di saluto (la qual cosa in quanto valutata come “reato” è talmente ridicola da commentarsi già da sé), ma di conoscere tanto cosa significhi veramente quel gesto quanto chi è titolato a farlo a buon diritto. Il problema principale in questi casi montati ad arte, è che (all’opposto di quel che Noi abbiamo voluto far emergere pubblicamente con la nostra vicenda giudiziaria), in questo come nella maggioranza dei casi analoghi, non si è mai sul terreno dello “scontro” aperto con la giurisprudenza “istituzionale” sul fondamento verace della questione, ma, come avete letto nella brevissima citazione della “difesa”, si resta comunque sul piano dei cavilli legali. Perché trattasi di una tragica messinscena propedeutica esclusivamente al mantenimento dello status quo politico. Per questo motivo, la cosiddetta “democrazia protetta” può così svolgere il suo “compito”, che in effetti viene contrastato in modo concreto e risolutivo esclusivamente proprio dal lavoro che in qualità di associazione portiamo avanti ormai da 17 anni, come i fatti e le stesse vicende giudiziarie dimostrano al di là di ogni ragionevole dubbio! (qui)

Tale modalità di procedere da parte de “IlCovo”, a parer nostro rappresenta l’unica non convenzionale atta efficacemente ad opporsi al Sistema satanico vigente e quindi idonea a non cadere nelle trappole da esso preparate, risultando capace di radicarsi in modo lento ma solido nelle parti sane della società, tutt’ora esistenti, sebbene minoritarie. Per far questo serve un nucleo intransigente non necessariamente ampio sul piano numerico, ma saldo nei princìpi, coeso e determinato, che rappresenta la vera pre-condizione indispensabile per potersi poi espandere, grazie alla capacità di azione e di guida di più ampie fasce di popolazione. Giacché siamo convinti che per radicarsi nel tessuto sociale, servono due “gambe”: una è quella della vera Fede cattolica, con un duro lavoro da svolgersi in interiore homine; l’altra è la conoscenza e l’assunzione politica della dottrina fascista a modello di vita individuale e pubblico. E precisamente due sono gli elementi essenziali in base ai quali abbiamo svolto il nostro operato pedagogico-formativo in questi anni: in primis, a livello ideologico-dottrinario, il meticoloso lavoro teso a far parlare le fonti primarie; in secundis, il chiaro ed inequivocabile riferimento spirituale al Cattolicesimo (qui). Ulteriori variabili, sono del tutto imponderabili e contingenti. Invece il radicamento ideale nella società è essenzialmente questione di lavoro certosino e tenace. In tal senso occorre molto coraggio, perché il solo atto di far conoscere la verace dottrina fascista e promuovere un sano revisionismo storico, procura immancabilmente isolamento sociale ed inevitabili persecuzioni da parte dell’antifascismo di Stato che sta al potere. Inoltre, è opera che richiede impegno intellettuale alto e faticoso. Ma di scorciatoie, come dimostra la sventurata Storia italiana degli ultimi 80 anni, realisticamente non ve ne sono mai state. Attraverso la Pazienza, la Fortezza e la Perseveranza, che sono tutte Virtù Cristiane, Noi fascisti de “IlCovo” chiediamo continuamente all’Altissimo Iddio quel coraggio, quella forza, quella pazienza e perseveranza indispensabili affinché, fino al nostro ultimo alito di Vita, si possa contribuire alla Rinascita del Popolo Italiano, nel nome di Dio e della VERA Italia che è Fascista.

IlCovo

marchio_biblioteca_del_covo01_completo

CATALOGO DEI TESTI DELLA “BIBLIOTECA DEL COVO”!

CATALOGO DEI TESTI DELLA “BIBLIOTECA DEL COVO”!

CATALOGO DEI TESTI DELLA “BIBLIOTECA DEL COVO”!

Lascia un commento