Non è difficile per noi che siamo fascisti l’unirsi sentitamente alla costernazione che la giornata odierna porta con sé.
Oggi è il giorno “scelto” per “commemorare” il Genocidio antiebraico. Ovviamente chi potrebbe mai obiettare nel merito? Nessuno e noi meno di altri. Però, si può eccome obiettare sulla forma e nei modi. Soprattutto si può obiettare sul “fine reale” di questo, come di altri “giorni comandati” ad orologeria ed orientati politicamente in modo unilaterale. Indubbiamente un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità come il razzismo genocida non solo può, ma DEVE essere additato come merita quale abominio, una abiezione indegna dell’essere umano! Ma, quello che mi domando ad ogni anniversario è: possono la vita e la morte conoscere la parzialità, la strumentalità politica (con grande danno prima di tutto per le vittime!), lo sfruttamento propagandistico? Può un dramma colossale come uno sterminio trasformarsi in un “oggetto di speculazione politica”? Purtroppo la risposta è sì!
Infatti, come al solito in questi anniversari, la pubblicistica e la “memorialistica” si rincorrono, sfidandosi, gareggiando per ottenere il “primato del sensazionalismo”: chi ha usato maggiore enfasi? Chi ha “sfruttato” meglio ? Chi ha ottenuto più “risultati” immediati?
Grazie ai soliti idioti antifascisti, il giorno prima dell’anniversario è stato diffuso un servizio che GIUSTAMENTE focalizzava l’imbecillità di un gesto che non ha nemmeno un valore razzistico: è semplicemente IDIOTA. Infatti recapitare a Roma delle teste di Maiale agli Ebrei, che notoriamente non possono mangiare per precetto religioso quella carne, risulta un atto che ha solo il valore del ridicolo! Ovviamente però ha potuto generare ciò che, puntualmente, immancabilmente, si genera OGNI ANNO da quando esiste questo anniversario! La strumentalizzazione a fini propagandistici di cui sopra, grazie agli utili servi che non mancano mai di mettere in atto questi “prodi” atti di stupidità.
Ebbene: insieme a questi immancabili fatti, vi è la pubblicistica come detto. La lista di pellicole e di documentari è lunga. Immancabile la “Lista di Schindler” , recitato da un impareggiabile Liam Neeson. E, sempre con “candore”, come ogni anno mi pongo la stessa domanda: ma se si tratta di commemorare un atto criminale per stigmatizzarne il PRINCIPIO in quanto tale, su cui ogni atto criminale di tale portata si fonda, e se si deve “esaltare” giustamente chi invece a tale atto si è opposto, perché allora essere “parziali”? E soprattutto, con quale faccia di “bronzo”, per non dire altro, si possono ascoltare le “nenie” e le “prediche” di chi ieri, oggi, e forse anche domani ha perpetrato, perpetra e perpetrerà genocidi? Perché mai, ad esempio, se si volesse davvero commemorare un atto abominevole, additando invece la Giustizia come suo degno contrario, si dovrebbe nascondere con ogni mezzo, come avviene puntualmente nella repubblica delle banane antifascista, un fatto storico incontrovertibile come questo di seguito riportato?
“ Processo Eichmann. (Il Popolo – Roma – 12 maggio 1961) “Una pagina d’onore per l’Italia ‘ ha dichiarato il vice procuratore generale Bach. Tutti gli ebrei in Italia debbono la loro vita alla popolazione italiana ‘ ha dichiarato stamane, concludendo la propria deposizione al processo Eichmann, la professoressa Hilda Cassuto, vedova, Campagnano, comparsa come testimone sulle persecuzioni tedesche in Italia. La professoressa Cassuto vive ora a Gerusalemme con suo figlio ed insegna matematica alle scuole medie. Il padre era professore di lingue semitiche all’università di Roma ed ora a quella di Gerusalemme dove emigrò nel 1939 con una figlia. La professoressa Cassuto rimase a Firenze con un fratello che era rabbino capo di quella comunità. Ha perso nelle deportazioni tedesche il marito ed il fratello che furono portati allo sterminio a Bilkenau; sua cognata, moglie del rabbino, fu portata ad Auscwítz, ma fu fatta poi proseguire attraverso i campi di Belsen, Treblinka e infine a Theresienstadt dove fu salvata dai russi avanzanti. La professoressa ha iniziato la sua deposizione raccontando come malgrado la legislazione razziale varata dal governo fascista, gli ebrei italiani non ebbero in pericolo né la loro vita né la loro libertà; le loro restrizioni furono soltanto di natura economica’. Gli impiegati dello stato – ha detto la signora Cassuto – persero il loro posto ma potettero trovare altre sistemazioni onorevoli ed anche adeguatamente lucrative. Io già professoressa di matematica mi sistemai in una scuola ebraica che fu subito costituita. Non abbiamo avuto preoccupazioni fino al 10 settembre del 1943 ‘. La testimonianza della professoressa Cassuto Campagnano, che rimase impressa nella memoria di tutti per quello che affermò e per quello che negò, conteneva tra l’altro una frase molto interessante, che nessun giornale italiano si sognò di riportare: « …fino all’ 8 settembre 1943 » disse tra l’altro la signora Campagnano «gli ebrei di tutta Europa conobbero un solo rifugio sicuro: l’Italia fascista ». « Non abbiamo avuto preoccupazioni fino all’8 settembre 1943 »: una frase come questa e tutto un castello di menzogne salta in aria, fino all’8 settembre del 1943 non esistettero persecuzioni, semmai vi furono soltanto delle restrizioni; nei Paesi occupati poi ci fu una vera e propria azione sistematica da parte delle autorità italiane di occupazione per proteggere le collettività ebraiche: e lo stesso Eichmann ebbe più volte a lamentarsene; le sue lamentele non sortirono alcun effetto. Evidentissimo quindi, che la protezione dei rifugiati ebrei avveniva in base a precise direttive dall’alto“
Direttive che, tra l’altro, prevedevano per gli ebrei italiani di provata fede fascista la possibilità, dietro apposita domanda, di non essere separati dagli altri cittadini italiani dopo l’entrata in vigore delle cosiddette “leggi razziali”:
http://ilcovo.mastertopforum.net/viewtopic.php?p=20353#20353
Dunque, sempre da povero illuso, e con il mio consueto “candore”, aspetto con trepidazione un nuovo film: che ne so…”La Lista di Benito Mussolini, Duce del Fascismo”! Forse che non lo girano perché la “Lista” risulterebbe essere troppo lunga? … allungata persino nel periodo della tanto vituperata (da tutti gli antifascisti e finto-fascisti) Repubblica Sociale Italiana, stando alle testimonianze di molti, anche antifascisti, come ad esempio il socialista Carlo Silvestri che al processo intentato al Maresciallo Graziani nel 1948-49 così testimoniava:
“La mia coscienza non troverebbe mai più pace se mi mancasse il coraggio di giurare qui, davanti alla maestà della Corte, la mia convinzione (attinta nei fatti) secondo la quale il governo di Mussolini e del maresciallo Graziani non è stato una maledizione di Dio, come ancora affermano i faziosi anche democristiani, bensì, nel suo complesso, il provvidenziale congegno che ha evitato all’Italia settentrionale degli orrori che si possono immaginare sol che si pensi alla mentalità con cui fu ordinata, direttamente da Hitler, la strage delle Fosse Ardeatine. Nel settimanale Democrazia, organo per la Lombardia della Democrazia cristiana, il rag. Antonio De Martini, segretario regionale del partito, in un articolo pubblicato nel numero del 24 ottobre 1948, allo scopo di dimostrare che vi è stridente incompatibilità tra la qualità di deputato democristiano dell’on. avv. Martino Del Rio e la sua partecipazione al collegio di difesa del maresciallo Graziani, non si perita di affermare quanto segue:
« Nella sua logica ferrea Hitler sospinse indiscriminatamente verso i campi di eliminazione e i forni crematori tutti i suoi avversari politici. E Mussolini e Graziani, ridotti al rango di servi sciocchi della belva tedesca, fecero altrettanto ».
Non è vero! E’ falso! Con il diritto e la competenza e la documentazione che derivano alla ‘ Croce Rossa Silvestri ‘ dal fatto di aver contribuito a salvare migliaia di italiani dalla deportazione in Germania, dai Tribunali speciali, dalle persecuzioni degli organi di polizia più o meno straordinari, io testimonio che si commette un vero e proprio delitto di tradimento contro la Patria quando si osa, ancora tre anni e mezzo dopo il 25 aprile 1945, l’affermazione che Hitler e Mussolini, il nazismo e il fascismo vanno giudicati sullo stesso piano di feroce criminalità. Rispondo, fra l’altro, con una frase uscita di bocca ad un autorevole funzionario comunista rientrato nel partito nel 1946 dopo esserne stato espulso per scarsa ortodossia prima della seconda guerra mondiale. Si tratta di un italiano che ha conosciuto il bolscevismo da vicino per aver vissuto lunghi anni nell’U.R.S.S. Ebbene, al termine di una discussione sui tre maggiori regimi dittatoriali, il russo, il tedesco e l’italiano, egli così sintetizzò il suo pensiero: « La dittatura italiana, in confronto al regime bolscevico e a quello nazista, si può considerare una pulzelletta vestita di celeste ». Il nazismo è stato una cosa feroce e barbara. Hitler pensava ed agiva all’infuori delle leggi della civiltà cristiana. Più la guerra andava male, e più egli si inferociva nella inumana bestialità di ordini e di direttive che hanno la loro sintesi per noi italiani nell’eccidio (voluto dal P.C.I.) delle Fosse Ardeatine, nelle stragi degli ebrei, nei campi di eliminazione, nelle camere a gas. Identificare ancora oggi, febbraio 1949, in quest’aula di giustizia, nel fascismo italiano il nazismo tedesco, e mettere sulla stessa linea con Hitler e Himmler, Mussolini e Graziani, è fare il giuoco dei nemici del nostro Paese, è lavorare contro gli interessi storici dell’Italia. Nel 1944-45 i campi di sterminio tedeschi e le camere a gas ebbero il loro riscontro italiano nel campo di concentramento di Lumezzana, in provincia di Brescia, consistente in un buon albergo dove non si viveva affatto male: il paradiso rispetto all’inferno. Ivi, nell’autunno del 1944, in base ad un rapporto del questore Bettini e ad una contemporanea preghiera della ‘ Croce Rossa Silvestri ‘ fu internato l’attuale deputato on. Matteo Matteotti, che solo in tal guisa fu sottratto alla sicura deportazione in Germania. L’interessato conosce da due anni questa mia indicazione quale si può leggere a pagg. 52-53 del libro “Matteotti, Mussolini e il dramma italiano”, e si è, naturalmente, ben guardato da un qualsiasi tentativo di smentita. Tutte le testimonianze e le documentazioni finora raccolte sono univoche nel sostenere che Hitler, dalla fine di marzo del 1945 sino alla sua morte, agì in una condizione di furore spinto al parossismo della ferocia. Al contrario più si avvicinava il giorno del crollo e più Mussolini diventava umano. Ascoltate. Appena nove notti prima che il suo cadavere pendesse dai ganci di piazzale Loreto, con una telefonata eseguita da Milano alle ore 22:45 del 19 aprile riusciva a me di svegliarlo e di ottenere quell’immediato intervento presso le S.S. Polizei di Mantova che solo ebbe il potere di impedire la fucilazione già decisa del dott. Tommaso Solci, presidente del C.L.N. clandestino di Mantova, e, dopo il 25 aprile, nominato prefetto della provincia. (Attualmente egli è prefetto a disposizione presso il Ministero dell’Interno). Ecco qui, signor Presidente, un’attestazione firmata dallo stesso Solci che già doveva riconoscenza a Mussolini perché gli aveva salvato in ultima istanza il figlio sedicenne Giorgio pure condannato a morte dai tedeschi.(5) Sotto il regime di Hitler gli ebrei morivano a milioni; sotto il regime di Mussolini e di Graziani, per esempio, un’intera famiglia ebraica poteva vivere sotto mentite spoglie nella stessa casa del prefetto e podestà di Milano dott. Piero Parini. Signor Presidente, Ella ricorderà il nome di questa famiglia. È quella di uno dei più noti avvocati di Milano, l’avv. Leone Del Vecchio che disse di aver assunto la difesa di Parini per testimoniargli la riconoscenza dovutagli dagli ebrei. Così testualmente iniziò l’avvocato Del Vecchio la sua arringa :
« Dopo sei anni da che la mia bocca fu chiusa, molti attendono da me un’orazione, ed un’orazione secondo i canoni si compone di una introduzione, di uno svolgimento in fatto, di una disquisizione in diritto, delle conclusioni e della perorazione. Ma quando i battiti del cuore scandiscono le parole, non è possibile rifarsi ai canoni oratori. Piero Parini ha salvato me, la mia famiglia, il mio gruppo ebraico. Quello che noi abbiamo potuto fare di poco o di tanto per meritarci di respirare l’aura di libertà che respiriamo, è dovuto a Piero Parini. Piero Parini ha rischiato la vita come non l’abbiamo rischiata noi, Piero Parini ha corso per sé e per la propria famiglia tutti i rischi ed è perciò che la mia voce talvolta è rauca per l’angoscia del compito che è sulle mie spalle. Cosicché io non farò un’orazione, io parlerò da uomo che ha sofferto e lottato ad uomini che hanno sofferto e lottato, in difesa di un uomo che ha sofferto e lottato ».
Signor Presidente, testimonio: il Capo della Repubblica sociale sapeva che la numerosa famiglia Del Vecchio e il suo « gruppo ebraico » vivevano a Milano sotto la direttissima protezione del podestà e prefetto Piero Parini. Il che significa che gli ebrei protetti da Parini erano concretamente sotto la continua protezione del governo Mussolini-Graziani. Sono in grado di affermare che Mussolini e Graziani sapevano, per segnalazioni ricevute, dove e come vivevano, e sotto quali spoglie, numerosi ebrei che non avevano voluto lasciare l’Italia. Se dopo queste segnalazioni vi furono degli interventi, essi si produssero sempre in modo che gli interessati prendessero coscienza del pericolo che incombeva su di loro e si mettessero in salvo. Per fortuna della storia d’Italia, se Mussolini si decise ad operare il salvataggio dell’archivio segreto solo quando non vi era più la possibilità di provvedervi, io fui tempestivo e così posso esibire alla Corte due lettere (dell’allora direttore generale della P.S. gen. Renzo Montagna in data 23 febbraio e 25 marzo 1945). Esse riguardano il noto avvocato e pubblicista israelita Mario Paggi di Milano che figurò fra i maggiori esponenti del Partito d’azione ed è ora direttore della rivista “Lo Stato moderno”. (6) Era venuto da me l’amico Ernesto Schiavello, che fu segretario della Camera del Lavoro e vice-sindaco di Milano durante l’amministrazione socialista del dott. Filippetti, e mi aveva pregato di intervenire d’urgenza in favore, oltre che del prof. Antonio Basso fratello dell’avv. Lelio, ex segretario del P.S.I., anche di un certo Mario Maggi che era, invece, l’avv. Mario Paggi. Schiavello era agitatissimo perché elementi del Partito d’azione, che conoscevano la vera identità dell’arrestato, chiedevano l’immediato versamento di una grossa somma per impegnarsi a tacere. Il ricatto fu subito, la somma versata, ma i ricattatori compirono ugualmente la minacciata delazione. Infatti quando, con la sua lettera del 23 febbraio, il capo della polizia gen. Montagna mi fece sapere che il ‘ caso Maggi era estremamente urgente, e che trattandosi di un E… bisognava evitare altri interventi, io non indugiai ad interessare direttamente Mussolini e non gli nascosi la verità. Così il falso Maggi fu salvato dal Capo della Repubblica sociale proprio nella sua qualità di autentico ebreo Mario Paggi. D’ordine di Mussolini, il gen. Montagna fece persino compilare un rapporto, da usare nella eventualità che la S.S. Polizei avesse chiesto la consegna dell’arrestato, rapporto nel quale si attestava che ‘ accurate indagini ‘ avevano accertato la razza ariana dello pseudo Maggi e l’esattezza della sua identità. Quanto al Paggi, il rapporto di polizia lo faceva figurare in Svizzera…“
Ebbene, il limite si tocca quando i cosiddetti “civilissimi anglo-americani”, nei loro documentari di propaganda, si dimenticano (poverini!) di aver, magari per una svista, completamente e volutamente IGNORATO gli ebrei durante la loro deportazione e uccisione per mano dei nazionalsocialisti tedeschi…! Magari anche respingendone i profughi!!! Proprio loro, che sono descritti sempre come tanto buoni, loro che (ALLUCINANTE!) sono così “rispettosi della vita di ogni uomo” (L’HO SENTITO IN UN DOCUMENTARIO!)… Ogni tanto, ma solo per una svista sia chiaro (!), hanno generato un olocausto nucleare e/o annientato intere popolazioni… Oppure mantenuto in vigore, durante la cosiddetta “guerra di liberazione dal razzismo nazista”, una legislazione razziale che discriminava i negri americani (ma si sa, quelli erano “negri cattivi”…eh sì loro sono “buoni”!)… Oppure continuano del tutto involontariamente in vari modi e in varie parti del mondo a massacrare, uccidere e distruggere etc. etc.
Beh… come si suol dire, solamente… “danni collaterali”. D’altra parte che sarà mai? … loro sono “i buoni”! E che diamine! Avranno pure il diritto, di tanto in tanto, ad annientare chi ritengono più opportuno! Suvvia, siamo seri!
Con la stessa “disposizione d’animo”, attendiamo da fascisti un altro anniversario … dove i “buoni” saranno sempre più esaltati e della verità dei fatti storici si continuerà a far strame… e dove noi invece insisteremo a denunciare i fatti nella loro cruda realtà!
RomaInvictaaeterna