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PRESUPPOSTI DEL CREDO IDEALE FASCISTA!

“Di fronte alla caducità dei valori materiali, di fronte all’incertezza degli eventi umani, esiste certamente un quid indefinibile, che esprime la continuità della storia e collega il passato col presente, il presente con l’avvenire.”

Vera Democrazia

L’unità autoritaria, sia nella sua funzione creativa come in quella esecutiva, risponde alle esigenze della storia, quando si sforza di applicare tali principi, armonizzando la propria autorità col giusto contemperamento sociale, che non sia rigida applicazione di falsi principi di eguaglianza, perchè è troppo giusto che, se non una gerarchia di titoli, è almeno strettamente necessaria una gerarchia di valori umani. La storia ha dimostrato che tutti i sistemi rivolti ad una irrealizzabile tendenza parificatrice sono crollati miseramente. È la stessa logica della vita, la stessa coerenza storica, che ripugna ad un tale ordine equitativo, che vorrebbe statizzare tutta la vita umana. La Rivoluzione fascista ha soddisfatto  tutti questi presupposti ideali. Essa ha iniettato nel complesso nazionale uno spirito creatore rivolto alla realizzazione di quello Stato etico, che rispecchia e contempla tutte le varie funzioni educative, morali e politiche, dando vita ad un nuovo diritto superatore dei vecchi principi della giustizia liberistica e di quelli della giustizia paternalistica. Lo Stato riconduce la vita sociale entro l’ambito della propria essenza etica e politica, mentre disciplina tutte le forze sociali degli individui, armonizzando i loro interessi in un principio superiore di giustizia.

Presupposti ideali

La dottrina di una Rivoluzione deve essere incarnata da un atto di fede e non si conquista che con un atto di fede. Questo perchè oltre agli aspetti razionali e teorici essa ha un contenuto profondamente umano, che fa dell’idea politica una mistica religiosa. Una dottrina si afferma poi solo per intima corrispondenza delle sue concezioni ai sentimenti degli individui coi quali, viene in contatto ed è in questa corrispondenza che si basa l’atto di fede. «I grandi capisaldi della nostra rivoluzione furono lanciati nell’ardore dell’adunata di Sansepolcro: la rivendicazione dell’interventismo e della vittoria; la condanna dei partiti disfattisti e dei gruppi rinunciatari; l’atto di accusa contro la classe dirigente demo-liberale, abulica e pusillanime; il riconoscimento delle virtù del popolò italiano; l’incitamento ad andare incontro al lavoro che tornava dalle trincee; la necessità del sindacalismo nazionale; la demolizione del parlamentarismo; l’irrisione ai ludi cartacei; l’appello alle forze giovani; il disprezzo per i luoghi comuni; il senso unitario e l’affermazione sovrana dello Stato e soprattutto una concezione della vita basata sul dovere, la disciplina e il combattimento ».

Credo Morale

La realtà politica è sostanzialmente il risultato dell’equilibrio che viene a stabilirsi fra la volontà innovatrice e la complessa realtà sociale di un dato periodo. Tale equilibrio si ritrova più facilmente quando non si persegua l’assurdo delle teorie ideologiche e delle aspettazioni mistiche, ma si concepisca la vita come prassi ideale, che trova nell’azione lo strumento efficace per segnare un indirizzo e per risolvere un problema. Basta che esistano alcune direttive sicure, lasciando al tempo ed all’esperienza la possibilità di elaborare sul primo principio informatore tutta l’ulteriore sistemazione dottrinaria, che nella vita si forma e si realizza integralmente con un programma di dinamica volontà perfettiva, che ad un istituto ne sostituisce un altro trovato migliore, senza fossilizzarsi in rigidi presupposti dottrinari. Il Fascismo ha amalgamato tutti questi ideali di vita, ha fatto della sua missione politica e morale un apostolato per dare il suo fiero e valido contributo alla civiltà umana ed allo sviluppo creativo della storia. L’affermazione di giusti e fondamentali principi umani, esclusa quindi la formulazione dottrinaria e giuridica di un sistematico piano ideologico, costituì la base sicura, sulla quale si venne svolgendo ed elaborando e perfezionando tutta la realtà nazionale, di cui il Regime sin dai primi tempi assunse la rappresentanza integrale. Il primo credo del Fascismo fu costituito dal significativo trinomio: « Credere, obbedire, combattere ». Con questi tre termini si cercò e si volle formare una nuova civiltà che noi chiamiamo fascista ed universale, la quale non è altro che la continuazione spirituale della civiltà latina trasformata nel tempo. Tale dottrina non fu fredda meccanica di leggi molteplici, ma unità profonda degli spiriti e dei cuori. Fu una scintilla che generò un incendio di fede e di amore, ed in questa appassionata realtà creò i suoi piani e le sue direttive maestre, ove gli ideali erano considerati nella loro luce più alta e l’azione veniva messa al servizio di precise norme morali.

Etica Rivoluzionaria

La vita vi è rappresentata come sforzo titanico e doloroso dell’uomo di vincere gli istinti della materia e far trionfare lo spirito, di sottrarsi alla cieca meccanica delle cose e degli eventi per affermare la propria volontà. L’esperienza della guerra accelera questo sforzo di redenzione e nel martirio eleva la personalità dell’uomo trasportandola ad altezze divine. Nell’abbrutimento della strage e nell’orrore del sangue l’uomo cade travolto per l’affermazione della sua stessa potenza, strappa alla divinità una scintilla di amore per giungere alla consacrazione definitiva del suo valore. Portato a vincere l’abbrutimento e l’inerzia dei tempi di pace, nel furore bellico sorge a nuova vita, in una luce più alta, che rende alla sua personalità un carattere inconfondibile di emanazione divina. Ed è appunto allora che può dare un indirizzo ai fenomeni umani ed il suo impulso creatore alla realtà storica. Questi sono gli ideali che ha professato il Fascismo, perchè nessuno può negare che fra la Guerra e la Rivoluzione esista una concatenazione spirituale, un flusso di energie intese alla creazione della nostra grandezza, una continuità ideale. Questo spirito antipacifista il Fascismo lo trasporta anche nella vita degli individui. Nel travaglio della guerra si collegano i morti ai vivi; e l’esempio dei caduti è una stella luminosa, che guida il cammino dei popoli e una consegna da adempiere affidata alla virtù della stirpe. Col ricordo degli eroismi del passato si sospingono le energie dei giovani, si instilla loro la fiamma della lotta e del sacrificio. Per il Fascista l’esistenza è un travaglio, una lotta durissima, che egli accetta con fierezza, l’ascesa un imperativo categorico dello spirito, la vittoria il frutto di una tenace volontà e di una fede inflessibile. Questo programma dà agli uomini anche una più elevata coscienza del loro dovere di cittadini, li libera dai residui materiali, dagli istinti egoistici, dalle invidie piccine e dai difetti umani, per portarli in un’atmosfera di tensione spirituale che ne nobilita la personalità e li porta a trascendere i confini della materia. Siamo così di fronte ad un vasto incendio di passioni, in cui l’uomo nell’indirizzo spirituale di un Partito trova la sua ragione di vita e nobilmente combatte per una Causa.

Mistica fascista

La mistica è stata definita come l’asserzione di una verità oggettivamente assoluta. Se dal campo filosofico traduciamo il concetto in quello politico essa significa purezza di fede, ardore di esaltazione volontaria, esuberanza di vita spirituale, ma soprattutto attiva tendenza all’integrità e a nuove forme di vita, ispirate ad una rigida ortodossia etica. La mistica della Rivoluzione fascista è una idea-forza, che nella sua capacità evolutiva e nella tendenza ad attuare i principi maturati nelle inesauribili fonti ideali della stirpe, riassume tutti i più alti valori attivi di una civiltà universale e nello stesso tempo ne assicura l’immanente potere di continuità e di sviluppo. Per assurgere a questa funzione di garanzia e di tutela delle più nobili forze ideali espresse dalla Rivoluzione la mistica diviene la fiamma vitale, l’interpretazione lirica di una passione purissima, che, rifuggendo dai diaframmi delle cose materiali e degli interessi contingenti, si traduce in un fiorente e duraturo stato psicologico di esaltazione e di incoercibile ardore, per mantenere vergine lo spirito della Rivoluzione continua. L’ardore mistico fu il fermento nobilissimo della passione rivoluzionaria per la fede in una idealità, alla quale si sarebbe tutto sacrificato, anima e corpo. Essere mistici vuol dire credere e agire con lo stesso spirito di sacrificio, con lo stesso nobile disinteresse, con la stessa adamantina passione dei giorni della vigilia, aspirare ad una vita più alta e più piena, come è nella sensibile idealità della coscienza umana. Il misticismo da all’uomo quasi una capacità trascendentale, che condiziona tutte le sue forze vitali e le inietta nella realtà viva ed operante della sua fede. Ora la mistica deve essere una forza perennemente viva della Rivoluzione continua perchè quando i motivi ideali perdono calore ed efficacia, quando i movimenti politici si inaridiscono nelle rigorose sistemazioni amministrative senza più nulla creare e non assolvono alla loro precipua funzione dinamica nella vita dei popoli, allora le Rivoluzioni si cristallizzano e tradiscono i loro scopi. Tutta la vita è lotta, è una battaglia tremenda di molte volontà e bisogna perciò combattere fieramente per non venire esclusi dall’ascesa. In questa sagra ardente di volontà, azione ed ideali si fondono in un sistema armonico di dinamica vitalità che continua la Rivoluzione, presentandola come intimo rinnovamento immediato dei cuori. A questo movimento spirituale è estraneo ed addirittura odioso lo «spirito borghese », spirito cioè di soddisfazione e di adattamento, con una spiccata tendenza alla tranquillità oziosa, alla vita comoda, al carrierismo ed allo scetticismo ed alimentato dalla suprema legge dell’egoismo. Questo concetto basilare dell’etica fascista, che intende la vita come lotta perenne dello spirito e dei cuori, viene trasportato in ogni settore della nostra vita nazionale. Nel pericolo si stimolano le virtù guerriere dell’animo umano, con l’audacia si superano tutte le difficoltà, col coraggio si risolvono spesso le più difficili situazioni. A questa scuola deve formarsi l’abito di vita di tutti gli Italiani, perchè possiamo dire che realmente questa nostra epoca ha dato alla storia una sigla inconfondibile ed ha rappresentato un reale e tangibile progresso dell’umanità.

(Potete scaricare il testo integrale digitando QUI)

IlCovo

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