Come i nostri lettori sanno, nell’arco della nostra attività Associativa abbiamo affrontato in modo chiaro e preciso la retorica antifascista nei confronti del presunto “razzismo fascista”, in specifico verso l’accusa di “antisemitismo”. A tecer degli articoli pubblicati sul nostro Forum, il presente blog è arricchito di argomenti che rendono chiara la posizione del mistico fascista, dunque della Dottrina del Fascismo, in merito all’ “ebraismo”: vedere qui, qui, qui e qui
In un recente evento ( QUI ), un convegno sugli ebrei e il sionismo , svoltosi a Ferrara, l’ebreo De Benedetti, ovviamente sionista, ormai residente stabilmente nello Stato di Israele, affermando un fatto storico ormai acclarato, e negato solo in sede di propaganda, ovvero che Benito Mussolini “ha salvato 3000 ebrei“, in realtà (e contro le apparenze) sta ribadendo almeno le fondamenta della vulgata. In ogni caso l’articolo che vi abbiamo linkato è intressante, poichè conferma indirettamente ciò che noi stessi, con la nostra polemica con lo studioso Sullam, abbiamo dimostrato. Nel biennio 1943-1945, lo Stato Fascista usava un metodo particolare (ricordato anche dall’antifascista Carlo Silvestri), per togliere i “prigionieri”, in specifico ebrei, dalle mani dei tedeschi. Quello di spostarli da un Campo ad un altro, di mantenerli per quanto possibile sotto la giurisdizione italiana, oppure di garantirgli salvacondotti per la fuga o la protezione “sotto copertura” (cfr. sempre il Silvestri già citato). De Benedetti spiega che il campo a cui si riferisce in questo convegno, quello di Ferramonti presso Cosenza, dunque nel Sud Italia, usato dal Governo Fascista per l’internamento di prigionieri di Guerra, si “trasformò” man mano in un “kibbutz” (definizione usata dagli ebrei inglesi per la vita che vi si svolgeva all’interno), finchè non venne occupato dagli anglo-americani. Lo spostamento progressivo degli ebrei in quel campo, prima della resa dell’8 settembre 1943, salvò tutti i “prigionieri”, che testimoniarono in seguito come non fossero affatto “prigionieri”. A Fossoli, si voleva replicare esattamente questa attività in favore degli ebrei, azione, poi, frustrata dall’intervento dei tedeschi, che occuparono il campo e ne assunsero la gestione diretta (vedere i nostri articoli sopra citati in risposta a Sullam). De Benedetti, ricordando alcuni eventi della sua giovinezza, ricorda anche come le autorità italiane non fossero mere esecutrici degli ordini dei tedeschi, anche in merito al suo proprio internamento. Racconta come i suoi parenti, tutti ebrei che vivevano “al Nord”, avessero mediato con le autorità italiane per farlo liberare, ottenendo quanto richiesto. Ovviamente De Benedetti parla da sionista, accusa l’Italia di “tradimento” e conferma che i “primi ebrei a credere in Israele sono stati gli italiani”, avvalorando con ciò indirettamente la polemica del fascista ebreo Ettore Ovazza con i propri correligionari. Inoltre, la vulgata antifascista viene comunque “salvaguardata”, poichè le “leggi del 38” vengono ancora e sempre definite come “razziali”, confondendo volutamente antisionismo con antisemitismo, e confermando anche l’analogia propria dei sionisti.
Noi fascisti del Covo, ad ogni modo, proclamiamo ormai da anni, a voce alta e senza tema di smentita, che Benito Mussolni non ha salvato “solamente” 3000 ebrei ma molti di più. Gli ebrei stessi sanno perfettamente come stanno le cose, e il vero “peccato” di Mussolini nei loro confronti fu quello di aver avuto la “presunzione” di voler selezionare e creare un nuovo “ebraismo” essenzialmente ed esclusivamente italiano e fascista. Certamente, come abbiamo scritto e ripetuto più volte, le leggi del 1938 furono un errore, poichè non rispondevano di fatto ad un reale problema, non erano, cioè, la risposta a una concreta espansione minacciosa del sionismo in Italia e con cinismo costituirono più un atto simbolico, pegno in favore di un avvicinamento politico-strategico nei confronti della Germania hitleriana, SEMPRE E COMUNQUE assolutamente lontane da qualsiasi ipotesi genocida nei confronti degli ebrei !
Oggi, che non è affatto un “giorno della memoria”, poichè come abbiamo detto e ripetuto, è un giornata esclusivamente dedita ai fini della strumentalizzazione politica unidirezionale, ricordiamo che il vero cinismo sterminatore e indifferente della vita umana sta a fondamento di quelli che De Benedetti e chi come lui, definiscono Stati “liberi e democratici”. SE LO RICORDINO: OGGI E SEMPRE!
IlCovo