Il 21 aprile del 1923 di cento anni fa, il Governo di Mussolini proclamava il “Natale di Roma” come “Pasqua dei lavoratori” della rinata Civiltà dello Spirito affermatasi col Fascismo, parimenti inserita nel solco di quella romana, perno della Civiltà universale. Il 21 aprile del 1927 venne varata la “Carta del Lavoro” (QUI), perno legislativo del nuovo ordinamento sociale e dello “Stato Nuovo Corporativo“, secondo l’idea Romana e Fascista dello Stato Unitario. Come proclamò lo stesso Benito Mussolini…
« Roma è il nostro punto di partenza e di riferimento; è il nostro simbolo, o se si vuole, il nostro Mito. Noi sogniamo l’Italia romana, cioè saggia e forte, disciplinata e imperiale. Molto di quel che fu lo spirito immortale di Roma risorge nel Fascismo: romano è il Littorio, romana è la nostra organizzazione di combattimento, romano è il nostro orgoglio e il nostro coraggio: “Civis romanus sum” […] La Roma che noi onoriamo, ma soprattutto la Roma che noi vagheggiamo e prepariamo… non è contemplazione nostalgica del passato, ma dura preparazione dell’avvenire »…
“Passato e avvenire”, da “Il Popolo d’Italia” del 21 aprile 1922.