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1919 – 2019 CENTENARIO DELLA CIVILTA’ FASCISTA!

Quest’anno 2019, proprio quest’oggi 23 marzo, ricorre il centenario dalla nascita del Movimento Fascista mussoliniano. Un anniversario importante, poiché a distanza di un secolo dalla nascita, il termine “fascismo” costituisce tutt’ora (anche se il più delle volte è utilizzato  strumentalmente a sproposito), la sola grande parola del linguaggio politico in grado di accendere gli animi e non lasciare indifferente nessuno. A tanto non sono riusciti né il liberalismo e nemmeno il comunismo, parole che, invece, nel lessico popolare risultano quasi completamente defunte. Pertanto, riteniamo sia giusto focalizzare al riguardo l’attenzione su alcuni interrogativi che ci paiono fondamentali: quale é la vera eredità politica che ha tramandato al mondo il movimento fondato da Benito Amilcare Andrea Mussolini? Possiede esso un concreto fondamento ideologico, univoco e chiaro, un “quid novi” unico ed irripetibile nel suo genere, in grado di suscitare ancora oggi l’entusiasmo attivo del popolo? Se sì, chi, cosa e perché a distanza di 100 anni dalla sua nascita, ancora si oppone a tale ideale con tutti i mezzi?

La risposta a tali interrogativi, non può prescindere dall’analisi dei fatti. Per condurre tale analisi, ci si deve necessariamente attenere alla Verità: storica, politologica, ma prima ancora filosofica. Proprio la ricerca della Verità sta a fondamento della nostra attività come associazione “IlCovo-studio del fascismo mussoliniano”, in virtù della quale abbiamo risposto a queste domande, dando voce ai fatti e analizzandoli alla luce del loro impatto nei vari ambiti della realtà politico-sociale. Dunque, possiamo stabilire con ragionevole sicurezza un elemento cardine dirimente: siamo riusciti a risalire alla Verità! Possiamo rispondere polemicamente, a chi ci domanda in tono accusatorio non privo di scherno se riteniamo di “averla in tasca”: EBBENE SI’, SIAMO I PORTATORI DELLA VERITA’ SUL VERO VERBO FASCISTA! L’abbiamo cercata con passione e dedizione, infine l’abbiamo trovata, con fatica e sofferenza! Per cui ciò che affermiamo non è MAI, ribadiamo, MAI, frutto di opinioni personali, di sentimenti estemporanei, di esclusiva passione politica; SI TRATTA, SEMPRE, DI RISCONTRI VERITIERI, COMPROVATI, PORTATI ALL’ATTENZIONE DI TUTTI. Dunque, non solo “possediamo la Verità”, ma vogliamo condividerla e renderla  accessibile a tutti gli uomini e le donne di buona volontà! A differenza dei “liberali”, che sono tanto “tolleranti e rispettosi” da cercare di impedire persino la divulgazione del nostro PENSIERO, noi fascisti de “IlCovo” invece non solo non impediamo la diffusione della Verità (ACCETTANDO SEMPRE IL CONFRONTO CRITICO CON GLI AVVERSARI DESIDEROSI DI DIBATTERE CIVILMENTE), ma rendiamo tali contenuti fruibili e comprensibili per tutti e pertanto ATTUABILI. Procediamo però per gradi, nel soddisfare alle domande poste in principio, dividendo la risposta in due macro-insiemi.

IDENTITA’ FASCISTA

La nostra associazione culturale, intitolata significativamente alla Scuola di Mistica Fascista, nasce dopo un percorso lineare e niente affatto pregiudiziale, in virtù di una necessità abbastanza elementare ma che proprio per questo fornisce la cifra della crisi politico culturale attuale e della reale motivazione degli avvenimenti post-bellici, arrivando sino ad oggi. ilCovo nasce con la consapevolezza e la volontà di dimostrare che il Fascismo rappresenta una Dottrina Politica reale! Un’idea sorretta da una identità univoca e chiara che non ha nulla a che vedere con l’immagine ufficiale stereotipata e falsa diffusa da destra a sinistra dai gruppi della repubblica  antifascista! Una stranezza di non poco conto, questa. Ne siamo consapevoli. Almeno lo è, ovviamente, per chi rimane alla superficie dei fatti. A guardar bene il panorama desolante della repubblica antifascista nata dalla resistenza, il cittadino disattento può legittimamente chiedersi PERCHE’ questa nostra associazione sia nata, soprattutto in merito ad un simile scopo! Di movimenti pseudo-fascisti, autoproclamatisi eredi del “ventennio nero” e definiti tali anche dagli oppositori (quindi…tutti stranamente d’accordo al riguardo!), ne esistono da decenni fin troppi. Sono talmente numerosi (sic!) che durante alcune tornate elettorali  si sono “uniti” in apposite coalizioni (ad esempio, un tempo, “Libertà d’Azione”, capeggiata dalla Signora Floriani, sostituita oggi dal cartello elettorale “Italia agli italiani”). Dunque, ci si può legittimamente chiedere perché fondare una associazione, risolutamente ANTI-PARTITICA, tenacemente al di fuori della competizione politica elettorale, che addirittura si oppone direttamente e nettamente a tutte codeste formazioni elettoralistiche, rivendicando come suo fondamento L’IDENTITA’ FASCISTA!L'Identità Fascista - progetto politico e dottrina del fascismo - Edizione del Decennale 2007/2017, riveduta ed ampliata.

Il motivo risiede nell’identità stessa de “IlCovo”, nella sua peculiare denuncia che esso porta avanti fin dalla nascita e che ne sta alle fondamenta, ovvero che L’IDENTITA’ FASCISTA E’ STATA PRIMA NEGATA, POI USURPATA DA CHI SENZA ALCUNA LEGITTIMITA’ SE NE E’ DEFINITO AUTONOMAMENTE CONTINUATORE. Prova ne sia, la prima e più evidente realtà di fatto che risiede in questo assunto: “nessun Regno in sé diviso può esistere” (…disse “Qualcuno” circa 2000 anni fa!). Il Fascismo, a seguito della sconfitta militare, è stato storicamente decapitato dei suoi vertici teorici e militanti con decine di migliaia di eliminazioni fisiche, a cominciare dal suo Capo e fondatore, Benito Mussolini. Da quel momento, su impulso delle necessità politiche del padrone occupante anglo-americano, si è artificialmente creata a tavolino un’area politica frastagliata di sigle che ne raccogliesse i reduci e li inserisse nell’arco costituzionale normalizzandoli (…e in una situazione del genere, potrebbe mai esistere un partito fascista, in una costituzione antifascista?), il Fascismo così ha cessato di esistere, politicamente per ordine dei vincitori del secondo conflitto mondiale. Sempre a tavolino e per gli scopi precipui della “strategia della tensione” e della divisione del mondo in due blocchi concorrenti, quello liberale-statunitense e quello socialista-sovietico, il reducismo post-fascista è stato assorbito principalmente dall’area di influenza degli Stati Uniti. Diciamo principalmente, perché la stessa strategia è stata usata anche dal blocco sovietico, attraverso il PCI, che ha usato la polemica sociale per cooptare gli ex fascisti delusi dall’andamento di quel contenitore politico “ufficiale” che fu l’ M.S.I. guidato dai vari Almirante e Michelini. Alla base di queste cooptazioni, c’era comunque il fondamento della “defascistizzazione retroattiva del Fascismo”, già evidenziata da molti studiosi, italiani e stranieri. Una operazione che poteva essere portata a compimento solamente colpendo il Fascismo al cuore della sua identità politica peculiare, Etico-Corporativa e Total-unitaria, rendendolo arbitrariamente un partito di identità “comune” ai partiti della storia seguita alla rivoluzione francese (con più “anime” al proprio interno, metodo primo essenziale per costituzionalizzarlo e cancellarlo). Dunque, su mandato dell’occupante straniero “a stelle e strisce”, non vi è stata alcuna seria storicizzazione della guerra persa e non vi è stata una riconciliazione nazionale, resa volutamente impossibile per mero opportunismo politico dai vari fattori sui quali si fonda il sistema parlamentare italiano. Questo perché lo stesso Mussolini aveva preconizzato una futura rivalutazione della dottrina Fascista proprio grazie all’eventuale rasserenamento  degli animi ed alla spassionata analisi d’insieme dei fatti storici che, immaginava egli ed evidentemente pensavano anche gli statunitensi, gli italiani avrebbero richiesto a gran voce. Ecco perché il fine del sistema politico vigente da 75 anni non era, non è e non sarà mai quello di pacificare gli animi del popolo e vederlo crescere unito: bensì di dividere permanentemente il corpo politico-sociale al fine di consentire il perenne assoggettamento all’oligarchia di parassiti che reggono il sistema Italia per conto e su mandato dei “padroni-liberatori” atlantici di Washington. Da qui, il clima di “guerra civile permanente”, sempre rinfocolato artificialmente dai “pupazzi del sistema” di tutte le correnti di destra, centro e sinistra, che sta a fondamento della “repubblica antifascista nata dalla resistenza” e che rende perpetuo lo scontro fratricida tra italiani, a tutto danno della popolazione e col pieno favore delle istituzioni del cosiddetto Stato democratico al servizio dell’occupante straniero. Da qui, il motivo storico e ideologico della nostra Associazione. Conoscere, comprendere e perorare la causa della Dottrina del Fascismo “tale e quale” per quello che rappresenta e per quello che significa…con l’intento dichiarato di porre così fine definitivamente alla guerra civile alimentata artificiosamente!

La Dottrina del Fascismo esiste. L’ovvietà di un fatto così acclarato, storicamente e politicamente, è stata letteralmente divelta dalla guerra civile permanente in atto. Oltre questo, si deve affermare che la Dottrina Fascista è UNICA, ORIGINALE, IMPOSSIBILE DA QUALIFICARE COME “UNA FRA LE TANTE” scaturenti dalla rivoluzione borghese del 1789. Anche in questo caso, da parte degli avversari si è provveduto prima a frammentare ed annullare l’originalità del Fascismo che risiede nella propria unitarietà totalitaria, staccando dal suo corpus ideologico pezzi, brandelli di programmi, affinché si potesse sventolare questo o quell’elemento per perorare la causa di questo o quell’ “evolutore” di destra o sinistra: chi socialista, chi tradizionalista, chi conservatore e via di seguito. Proprio sul movimento fascista si versano fiumi di inchiostro e di retorica per spezzettarne proposte ed idee, per “differenziarlo” in molteplici “tempi del Partito”, fasi tutte descritte a bella posta come in conflitto l’una con l’altra, dove la R.S.I. si dovrebbe differenziare ancora dal “tempo del regime”. Tutto ciò col proposito di legittimare l’interpretazione della esistenza di tanti fascismi per quanti erano i fascisti. Tanti Fascismi per quante sono le sue presunte “fasi”…tanti fascismi che, come disse Mussolini, sono nessun fascismo. Invece, gli ideologi fascisti ufficiali, a cominciare dal fondatore, nell’atto stesso della nascita, hanno chiarito che esso NON E’ un partito nel senso comune del termine. E’ UNA DOTTRINA DELLO STATO, UNA FORMA DI CIVILTA’, UNA DOTTRINA DELLA CITTADINANZA. Mussolini ebbe a dire che lui era fascista già quando militava nel PSI. Il motivo di questa affermazione è spiegato dallo stesso Duce nella Dottrina del Fascismo,  stesa col filosofo Giovanni Gentile: “Quando, nell’ormai lontano marzo del 1919, dalle colonne del Popolo d’Italia io convocai a Milano i superstiti interventisti-intervenuti, che mi avevano seguito sin dalla costituzione dei Fasci d’azione rivoluzionaria – avvenuta nel gennaio del 1915 – non c’era nessuno specifico piano dottrinale nel mio spirito. Di una sola dottrina io recavo l’esperienza vissuta: quella del socialismo dal 1903-04 sino all’inverno del 1914: circa un decennio. Esperienza di gregario e di capo, ma non esperienza dottrinale. La mia dottrina, anche in quel periodo, era stata la dottrina dell’azione.  Una dottrina univoca, universalmente accettata, del socialismo non esisteva più sin dal 1905, quando comincia in Germania il movimento revisionista facente capo al Bernstein  e per contro si formò, nell’altalena delle tendenze, un movimento di sinistra rivoluzionario, che in Italia non uscì mai dal campo delle frasi, mentre, nel socialismo russo, fu il preludio del bolscevismo. Riformismo, rivoluzionarismo, centrismo, di questa terminologia anche gli echi sono spenti, mentre nel grande fiume del fascismo troverete i filoni che si dipartirono dal Sorel,  dal Péguy,  dal Lagardelle  del Mouvement Socialiste e dalla coorte dei sindacalisti italiani, che tra il 1904 e il 1914 portarono una nota di novità nell’ambiente socialistico italiano, già svirilizzato e cloroformizzato dalla fornicazione giolittiana,  con le Pagine libere di Olivetti, La Lupa di Orano, il Divenire sociale di Enrico Leone.  Nel 1919, finita la guerra, il socialismo era già morto come dottrina: esisteva solo come rancore, aveva ancora una sola possibilità, specialmente in Italia, la rappresaglia contro coloro che avevano voluto la guerra e che dovevano espiarla. Il Popolo d’Italia recava nel sottotitolo quotidiano dei combattenti e dei produttori. La parola produttori era già l’espressione di un indirizzo mentale. Il Fascismo non fu tenuto a balia da una dottrina elaborata in precedenza, a tavolino: nacque da un bisogno di azione e fu azione; non fu partito, ma, nei primi due anni, antipartito e movimento. Il nome che io diedi all’organizzazione, ne fissava i caratteri. Eppure chi rilegga, nei fogli oramai gualciti dell’epoca, il resoconto dell’adunata costitutiva dei Fasci italiani di combattimento, non troverà una dottrina, ma una serie di spunti, di anticipazioni, di accenni, che, liberati dall’inevitabile ganga delle contingenze, dovevano poi, dopo alcuni anni, svilupparsi in una serie di posizioni dottrinali, che facevano del Fascismo una dottrina politica a sé stante,  in confronto di tutte le altre e passate e contemporanee”.

Con chiarezza espositiva e rara dote di sintesi, Mussolini definisce il percorso politico che lo portò all’elaborazione di una “dottrina politica a sè stante” diversa da tutte quelle passate e contemporanee. Il “Socialismo” Mussoliniano, era già antitetico a quello “ufficiale”. Già si scorgevano tutte le posizioni “anti-socialiste” del “Socialista” Mussolini. Ma era proprio il Socialismo tout-court stesso che risultava di vedute fin troppo ristrette per Mussolini, che andò ben oltre anche le posizioni del Sindacalismo Nazionale Italiano (di cui fulgido esempio fu Filippo Corridoni), creando quella dottrina nuova, originale, unica, che lui stesso confermò essere tale fino al suo ultimo respiro e che ha un solo nome: FASCISMO. La peculiarità di questa dottrina è rappresentata dal suo essere una particolare concezione dell’Uomo e dello Stato, come già detto. Un tipo nuovo e specifico di Civiltà… la CIVILTA’ FASCISTA. Sul Dizionario di Politica del P.N.F. così ci si riferisce al significato generico da attribuire a tale concetto:

Una civiltà non è una semplice somma di beni materiali e spirituali, né una combinazione statica di concezioni e di credenze, di tradizioni e di consuetudini, di forme di arte di tecnica, ma è soprattutto una costruzione unitaria e continua, sorretta da uno sforzo omogeneo ispirato ad un ideale consapevole, fondata su di un sistema di fini e di valori ordinati in armonia e capaci di produrre un ordine spirituale interiore: costruzione che diviene realtà viva e assume concretezza efficiente per virtù di un’or­ganizzazione politica che di quell’ideale, di quei fini, di quei valori è l’espressione e insieme la banditrice e propagatrice. (Cfr. Dizionario di politica a cura del P.N.F., Roma, 1940, volume IV, p. 133)

In tal senso, approfondendo il concetto in relazione specifica al regime mussoliniano, come ebbe modo di affermare l’accademico Emilio Bodrero:

il Fascismo, oltre ai Patti lateranensi e la proclamazione dell’Impero, la bonifica inte­grale e il riordinamento amministrativo, lo Stato corporativo e l’autarchia economica, l’impianto tecnico del ter­ritorio e l’ordine disciplinato di tutto il popolo italiano, al di sopra di tutto ciò ha voluto rendere ciascun cittadino degno della fortuna d’essere nato italiano e della missione a cui tale fortuna corrisponde. Dalla Gioventù Ita­liana del Littorio all’organizzazione del Partito, dal Comitato Olim­pionico all’Opera Dopolavoro, dagli sviluppi dati alla cultura a quelli dell’educazione fisica, dalla Milizia Volontaria all’Opera maternità ed infanzia, dalla lotta antitubercolare alle provvidenze sanitarie d’ogni maniera, dal turismo alla previdenza ed al risparmio, dalle associa­zioni sindacali a quelle militari e di arma, e così di seguito, non c’è cittadino che fin dalla nascita non partecipi praticamente alla vita della Nazione. Ma quel che più conta, il Regime ha risolto un problema fondamentale, anche in questo accentuando il suo carattere romano : il problema del­l’uomo, che non può e non deve più restare solo; la sua vita deve essere una continua dedizione a quanto conta e vale più di lui. Non può e non deve più celare nulla di sè perchè tutti devono poter cono­scere a che cosa egli può servire. Fin dal momento in cui nasce egli deve sentire in sè e su di sè la protezione non solo, ma anche la vigilanza della collettività nazio­nale: a questo tendono tutti gli organismi fascisti elencati in prin­cipio. La democrazia chiama tutto ciò tirannide, reazione, mancanza di libertà, come se la libertà potesse veramente attuarsi e, dato ciò, come se l’uomo ne fosse meritevole o sapesse servirsene. La democrazia che, come è sempre accaduto, è divenuta oligarchica, preferisce invece che la par­tecipazione alla vita della Nazione abbia luogo attraverso l’elettora­lismo, lasciando che l’uomo si sviluppi a suo talento, e non s’accorge che il cittadino per mezzo del voto soltanto, resta estraniato dalla realtà dei problemi nazionali che egli conosce solo per le deformazioni interessate che gliene presentano i vari partiti solleciti del suo voto e, per quanto lo riguarda, si deve racchiudere in un ferreo egoismo. Al trinomio borghese presuntivamente immortale diffuso dai rivoluzionari francesi dell’89, è venuto a mancare proprio il terzo elemento, quello della fratellanza, cui il Fascismo ha sostituito la solidarietà nazionale. Ciascuno deve sapere che per qualunque sua attività egli fa parte di un tutto di modo che senta ogni suo muscolo come motore di un sistema energetico. Ap­punto in tale coordinamento dei singoli ciascuno acquista coscienza del proprio valore e si compiace dello sviluppo della propria perso­nalità assai meglio che non nella indefinita disponibilità di se stessi che danno la dottrina e la pratica del liberalismo. Il problema principale di ogni Stato come di ogni rivoluzione, di ogni filosofia degna di questo nome come di ogni civiltà, è il problema dell’uomo, che è quello della pedagogia politica cioè della formazione del perfetto cittadino. Formazione fisica, forma­zione spirituale, formazione politica sono compiti che lo Stato non può lasciare affidati all’eventuale buona volontà della iniziativa privata, ma che rappresentano la sua principale missione. Il Fascismo ha preso gli italiani uno per uno allo scopo di foggiarli in ogni senso secondo l’imperativo nazionale al fine di renderli perfetti strumenti per il conseguimento dei fini del­lo Stato, come accadde con Roma, che di tale pedagogia, che significava giustizia, disci­plina, autorità, ordine, armonia, altissima coscienza civile, fu maestra insuperata, perchè intorno al proprio nome seppe creare una mistica, sicché esso non era più quello di una città, ma di una entità addirittura divina, e l’esser cittadino romano significava essere partecipe di tale divinità. (Cfr. E. Bodrero, “Roma e il Fascismo” – nuova edizione ampliata a cura di M. Piraino e S. Fiorito, Lulu.com, 2019)

Tutto ciò, si traduce concretamente in una vera rivoluzione politico-sociale ed antropologica, che secondo quanto espresso chiaramente nell’ideale fascista, esige un rinnovamento di coscienze, di cui il Regime era al principio e che immaginava si sarebbe operato compiutamente nelle generazioni future. Per questo motivo Mussolini, non è affatto tacciabile di “trasformismo” o di istrionismo politico, o addirittura di tradimento dei propri valori, men che meno come uomo all’esclusiva ricerca di un potere personale fine a se stesso. Al contrario, EGLI deve essere definito uno dei pochi Uomini politici davvero coerenti e fedeli alla propria linea di pensiero rivoluzionaria che il mondo abbia mai conosciuto!

ATTUALITA‘ POLITICA DEL FASCISMO

ATTUALITA’ DEL COVO - terza edizione ampliata 2013-2018

Uno dei fondamenti della dottrina fascista sta nella sua dogmatica distinzione tra FINI e MEZZI. Il Fascismo identifica in modo CHIARO gli uni e gli altri, e, sempre in modo CHIARO, definisce la irrinunciabilità dei primi (I FINI) tanto quanto afferma invece, la duttilità in merito ai secondi (I MEZZI). Oltre a questo, il fascismo chiarisce QUALI siano da intendersi come MEZZI, da usare in modo dinamico da adattare ai FINI. Sono quelli che per i partiti politici “canonici” vengono definiti i “fondamenti dell’identità del partito”. Ecco perchè il Fascismo, quando viene identificato o semplicemente accostato ad un altro partito politico, viene immediatamente snaturato! Ed ecco perché dai suoi nemici, occulti o dichiarati, viene inserito forzatamente tra la canoniche categorie “a destra o sinistra”, dipendentemente dalle azioni da esso intraprese o che potrebbe realizzare. I partiti fanno dei “mezzi” una dottrina che li identifica. Il Fascismo, al contrario, fa dei FINI la propria identità specifica! Così, come abbiamo già abbondantemente spiegato, gli ideologi fascisti potevano con assoluta LIBERTA’ dichiarare che, per i fini dello Stato Etico Corporativo, usavano o potevano utilizzare, A PIACIMENTO, mezzi conosciuti (o sconosciuti). Ad esempio il METODO “liberale”, quando questo poteva essere consono all’obiettivo dello Stato. Oppure, quello socialista. Oppure quello sindacalista. Con grande lungimiranza, il Fascismo diede a se stesso un corpo di dottrine, un’anima ideale e un fine politico, non ponendosi limiti e pregiudiziali lungo la strada per conseguire la realizzazione di essi, all’infuori della logica ed obbligata consonanza del metodo col fine. Così, anche quando il Fascismo utilizza un metodo piuttosto che un altro, lo farà DOMINANDOLO e plasmandolo al proprio fine. Dunque, tale metodologia non risulta MAI una semplice riproposizione di metodi “canonici”! Ed ecco il motivo per cui il Fascismo, OGGI, ORA, SEMPRE viene demonizzato ed attaccato, a tanti anni dalla morte del suo fondatore e dopo la sconfitta militare catastrofica patita sul campo, che i suoi nemici hanno ottenuto con tutti i mezzi più inauditi ed in virtù dell’aver stretto una coalizione planetaria di forze avverse ad esso che mai nella storia si era vista prima! Perché ESSO rappresenta la sola vera alternativa politica popolare netta, chiara, coerente e lungimirante, al fraudolento costituzionalismo liberale e/o socialistico. Nel panorama mondiale, svetta il Costituzionalismo Fascista, quale alternativa allo sfruttamento dell’Uomo sull’Uomo; dalla dottrina fascista, come acutamente ha fatto notare un giurista da noi recensito, scaturisce una Nuova Carta Universale, contrapposta a quella dei cosiddetti “diritti dell’Uomo”! Da tale Carta nasce un nuovo tipo di Umanesimo; da questa nuova Civiltà, continuatrice di quella latina euro-mediterranea, si sviluppa una nuova concezione di respiro mondiale, all’insegna della collaborazione e della condivisione della Civiltà stessa che si irradia da Roma! Ecco perché temono il Fascismo! Ed ecco perchè la guerra nei suoi confronti non finisce. Non può finire, perchè il solo manifestarsi libero e verace del pensiero Fascista, AZZERA, ANNULLA E RENDE PALESEMENTE OBSOLETE tutte le concezioni ad esso contrarie! Così, questo centenario deve ancor di più spronarci ad andare avanti in questa nostra missione, la sola che possa qualificarsi come all’insegna della GIUSTIZIA e della LIBERTA’. Noi vogliamo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le nostre forze CHE IL FASCISMO TORNI AD ESSERE PATRIMONIO VIVO DI TUTTO IL POPOLO ITALIANO, AFFINCHE’ ESSO TORNI AD ESSERE FARO DI CIVILTA’ E GUIDA DEL MONDO ALL’INSEGNA DEL DIRITTO E DELLA GIUSTIZIA!

IlCovo

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