Cari lettori, le problematiche che denunciamo da anni, attengono a questioni essenziali della vita umana che non nascono affatto nel presente e che potete tranquillamente ritrovare espresse integralmente, col medesimo linguaggio attualissimo, negli scritti di giornali e riviste politiche italiane degli Anni 30, oggigiorno dimenticate da tutti, come ad esempio “Il nuovo Stato”. E cosa mai si evidenziava in quegli scritti a suo tempo, che anche da parte nostra si continua a rimarcare tutt’ora? Che noi fascisti vediamo alcune nazioni, alcuni gruppi di uomini, alcuni uomini, seppur costituenti una vera minoranza, detenere furbescamente la maggior parte dei beni della natura e coprirli e difenderli con la muraglia di una artificiosa materialistica “civiltà” facente capo alla ricchezza del dollaro e della sterlina… E’ giunto il tempo di puntare il dito sugli illustri campioni della filantropia per inchiodarli moralmente tutti sull’immensa facciata dell’illusione, della mistificazione, della disonestà, sulla facciata ossia di quel palazzo al cospetto del quale anche il Sole s’adombra. Si tratti di conservatori o di socialisti o di massoni, di comunisti o di anarchici, più o meno disseminati sopra il globo terracqueo, sempre si tratta di forze che ostacolano il progresso della civilizzazione in seno all’umanità. Noi vediamo, la grande massa degli ignari e degli illusi i quali, pure intuendo la mostruosità della ricchezza accentrata che governa realmente il mondo e pur sentendo talora il bisogno di ribellarsi ad essa, finiscono per accettarne supinamente e forzatamente l’influsso, per sperarne e bramarne l’aureo splendore anche soltanto degli infimi avanzi, per crederne e volerne l’assoluta immutabilità. L’uomo scaturito da tale compromesso è un aborto morale costretto a vivacchiare nell’instabile e nel contraddittorio: egli magari si dice nemico della ricchezza, eppure lo udrete esclamare che nella vita il danaro è tutto, magari è indifferente o contro la sua patria, o addirittura per l’internazionale, ma non mancherà di esaltare la grandezza e l’incrollabilità di questa o di quell’altra nazione; egli magari vanta l’onore suo e dei suoi familiari, ma troverà normale… raddrizzare le sue sorti pericolanti offrendo la giovane figlia ad un ricco degenerato mercante; egli piange magari sulla sorte dei poveri, ma troverà comodo esaltare la “civiltà” del dollaro e della sterlina… Tra la minoranza che corrompe dominando a suon di moneta e la gran massa che vi si assoggetta beatamente o passivamente, si pone ad intralcio la Dottrina del Fascismo. Ebbene si, ecco la parola che scandalizza le speranze malcelate dell’antifascismo, le paure dei neutri ed i dubbi degli pseudo-fascisti, che si riassumono sempre nel medesimo interrogativo: esiste una dottrina del Fascismo dopo Mussolini? Rispondiamo loro che l’ideale meritorio di un padre può essere difeso e continuato dai suoi figli non degeneri, quando il padre abbia ferreamente creato in mezzo a loro le condizioni morali, spirituali, materiali per la continuazione! Ed è Dottrina che per aver sommato e fuso in sé lo spirito del cristianesimo con quello della romanità, ha rimesso l’uomo di fronte a sé medesimo: il serpente dorato non sa e non può più nascondere la sua velenosa furbizia, mentre la colomba smarrita sa e può ritrovare il suo senso di orientamento.
Dopo venti secoli, durante i quali la via dello smarrimento è stata percorsa sino in fondo, lo spirito del male si ritrova di fronte, nettamente ed inesorabilmente, lo spirito del bene. Non a caso si è citato il serpente, poiché nell’ardua lotta noi fascisti saremo, pur senza veleno, furbi e prudenti com’esso e non a caso si è citata la colomba, perché senza la sua semplicità non avremo Vittoria. « Furbi come il serpente, semplici come la colomba » ci ha insegnato Cristo. E l’ideale politico del fascismo di Mussolini ne ha raccolto l’insegnamento e lo ha fatto proprio, con genialità e coraggio che ci parlano dell’influsso divino in seno alla civiltà italiana, per la salvezza del Mondo. Nella sua invisibile azione trasformatrice, che come brace cova da anni sotto la cenere, ciò non può scorgersi ancora nitidamente, perché appunto la difficoltà dell’opera è grande come lo smarrimento umano e l’accortezza nell’operare deve essere suprema, come la posta in gioco. Le forze del male, però, da quelle religiose a quelle politiche a quelle finanziarie, reagiscono tutte indistintamente e qui è il segnale più sicuro che l’ideale fascista avanza inesorabile sulla via maestra. Noi fascisti veri e sinceri, in quanto tali avversiamo e combattiamo tutte le forze disgregatrici, dal comunismo alla democrazia; respingendo altresì il luogo comune, più o meno scientifico o filosofico, di una immutabilità politica o economica e finanziaria. Siamo sempre più convinti che il valore vivo e profondo di ogni uomo deve e può dominare qualunque artificioso immorale valore monetario ed ideale materiale. Per noi fascisti, quindi, il primo comandamento è quello di sfuggire ad ogni seduzione del denaro e soprattutto del suo spirito, di liberarci a poco a poco dal suo dominio, di pervenire, al di sopra ed oltre ogni possibile ingrandimento materiale della nostra Patria, ad essere sufficientemente sani e forti spiritualmente per liberare e rinnovare l’Umanità. Ma per quanto si indaghi e si cerchi di dare una spiegazione, una giustificazione al caos che in questi tempi l’Europa e il mondo stanno attraversando, tanto nell’ordine sociale, spirituale e morale, ci si dimentica troppo spesso quello che nella crisi odierna è senz’altro il fattore determinante: il disprezzo o l’assenza di ogni principio religioso. Si polemizza e si farnetica sulle nuove sorti del capitale e del lavoro, si mobilitano interi continenti ed assemblee internazionali in vista di un nuovo assetto sociale, si preparano assalti… bene aggiustati alla proprietà ed all’ordine costituito, tutto nell’assenza o nel disprezzo più assoluto di ogni principio religioso, mentre si prega e si invoca e si fanno voti nel tempio del nuovo dio, posto sull’altare del più tronfio materialismo. La tragedia che il mondo vive attualmente è tutta qui; nella sfera politica, la vita dell’uomo più o meno responsabile non è incentrata nel creare le condizioni spirituali adatte a garantire, a guidare, a frenare le migliori o migliorate condizioni del corpo fisico ed a pazientare se il necessario miglioramento non potrà non ritardare, bensì è affidata all’arido e freddo calcolo, incentrato sull’individualismo edonista più sfrenato ed il materialismo più esasperato. Il quale troverà sempre però nelle rivalse inesorabili dello spirito la più secca smentita alle sue facili previsioni. Sotto il minimo comune denominatore della lealtà, del coraggio, dello spirito di sacrificio, tutti i popoli devono avanzare inflessibilmente all’ombra della Croce e del Littorio per il loro bene, che è poi il bene di tutta l’Umanità.
Per questo, ogni motivo sentimentale ed umanitario cade e cede il posto ad un superiore motivo morale e spirituale che preliminarmente comanda, per una vera solida ricostruzione, la sconfitta del male più completa e senza alcuna pietà. A questo grande fine si devono subordinare e per esso si devono dare una disciplina, in primis, i popoli latini cresciuti all’ombra della Civiltà dell’Urbe, poiché ancora una volta e per fortuna degli uomini, si tratta di seguire nell’ineluttabile salvatrice Legge di Roma, la suprema volontà di Dio. Dunque è necessario “Essere sè stessi”: cosi ha inteso dire Mussolini agli italiani quando, imperiosamente, li ridestò alla fierezza di predestinati figli di Roma e riportò alla loro superiore missione di civilizzatori. Essere sè stessi: così Mussolini volle e costrinse giorno per giorno, inesorabilmente, tutti i nemici di Roma. Giù la maschera! Non vi è più tempo per sorrisi, parole, promesse, giacche gli uomini non ammettono più mistificazioni o dilazioni alla soluzione del loro problema di Vita! L’insegnamento tramandato da Mussolini è quello del Maestro che ha capito tutta l’insufficienza e la pericolosità della medicina e tutta la benevola efficacia invece del taglio chirurgico sul corpo sociale corroso dalla cancrena. Un tale Maestro sa bene che la scuola medica d’un tempo amava le piante in natura, mentre l’odierna farmacologia chimica ama troppo i veleni, sia pure a piccole dosi e non disdegna il commercio, che è speculazione… Più che inventare il nuovo rimedio, una volta che un male sia sorto e si sia propagato, bisognerebbe evitare il sorgere e il propagarsi di quel male, poiché in ciò è già il migliore dei rimedi. Ma, a propagazione avvenuta, la migliore terapia è quella di isolare e tagliare il bubbone canceroso. Isolare, tagliare, dunque! Questo paventano i nemici di Roma! Ecco perché non pochi di essi cercano e credono di poter nascondere il loro consueto viso beffardo, quando Roma li costringe a mostrarlo in tutta la sua velenosità. Basta che si accenni ad affondare il suo bisturi infallibile, perché li vediate reagire ed agitarsi convulsamente tutti, i nemici di Roma. La reazione e l’agitazione è diversa, a seconda che si tratti di nemici palesi o di nemici occulti: dall’insulto e dal fracasso potrete così arrivare, gradualmente, all’invocazione più carezzevole e misericordiosa. Eppure si tratta, in sostanza, d’un’identica unica bestia che ha, sì, molteplici capi, nei cui cervelli, però, vibra l’identico spirito unico. Ed è lo spirito del Male! Certo potrebbe darsi il caso che una volta isolato il bubbone maligno, potrà bastare il calore fecondo di Roma per farlo automaticamente cadere. Ma se l’esempio umanamente costruttivo della Civiltà di Roma non dovesse bastare, non resterà che affidare al ferro ed al fuoco della dottrina mussoliniana il compito della cauterizzazione. Vi è in ciò il segno di Dio!
IlCovo
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