
Cari lettori, amici ed avversari, in quest’ultimo periodo dell’attuale disastrato momento storico, stiamo assistendo al proliferare smisurato di artificiose iniziative partitiche vistosamente calate dall’alto, tutte sottese, come da copione trito e ritrito, a cercare di coagulare ed etero-dirigere il crescente disagio sociale ed il montante scontento popolare, dovuti alla mancanza assoluta di vere risposte politiche relative alle numerose problematiche artificiosamente cagionate dal medesimo apparato di potere istituzionale che le ha procurate e che nell’ora presente si compiace di sbatterle in faccia con veemenza crescente e sempre più spudorata proprio sul muso di tutti i cittadini. Anche a mezzo di tale strategia, il Sistema demo-liberale rappresentato dalla cosiddetta “repubblica italy-ota”, emanazione diretta dalla piovra plutocratico-massonica-messianista, tenta con tutti i mezzi di cui dispone, di incanalare sempre e comunque dentro il recinto politico da esso stesso creato, qualsiasi possibile dissenso presente nella cittadinanza, al fine di neutralizzarlo in nuce e così garantire la propria indecorosa sopravvivenza sulla pelle del popolo italiano. Ecco allora che tutti i gruppi politici, a prescindere dalle pretestuose coordinate all’interno delle quali vengono collocati (assolutamente vuote e senza senso!), non discutono comunque mai ed in nessun caso i principii cardine del liberalismo, che sono appunto il relativismo filosofico, il pluralismo morale, l’individualismo assoluto, il materialismo edonista, il parlamentarismo liberale, la “ricchezza delle nazioni”, la “felicità economica” e via discorrendo. E’ l’apparato istituzionale che genera nel suo seno tanto gli pseudo-problemi quanto le finte-soluzioni, che contemplano sempre, in modo più o meno graduale, l’annullamento dell’Uomo fatto a immagine e somiglianza del Creatore e la sua conseguente degradazione a mero “consumatore”, ossia a schiavo senza anima! Ecco perché da sempre l’obiettivo delle nostre denunce non è rappresentato da un soggetto politico in particolare e neppure specificamente da una persona o un gruppo di persone; la dove accusiamo piuttosto ciò che sta davvero a fondamento della sceneggiata di quart’ordine interpretata da tutti costoro! Rispetto a tale manovra politica, da parte nostra, come associazione “IlCovo”, nel corso degli anni della nostra attività, ne abbiamo più volte illustrato sia le perduranti modalità attuative (l’ultima volta QUI) che la rodatissima tattica (di recente discussa QUI). In tal senso, diviene sempre più evidente come attraverso la comprensione storico-politica da Noi proposta nel corso degli anni nelle nostre analisi, tutto il quadro degli avvenimenti odierni assume un chiaro senso inequivocabile; laddove risulta inoppugnabilmente che tutta la posticcia impalcatura istituzionale del cosiddetto “occidente democratico” a trazione anglofona, finto-opposta ai rimasugli del rivoluzionarismo a tinte socialiste o nazionaliste, si regge in modo sempre più traballante sul finto equivoco antifascista, che da decenni vede gli uni scandalizzarsi fintamente dell’autoritarismo, della fine della libertà, dello statalismo e dell’autarchia; gli altri protestare ipocritamente sempre contro il Fascismo, ravvisandovi un regime borghese e capitalistico, anzi il più borghese e il più capitalistico di tutti i regimi. Tutti insieme da sempre e comunque accomunati in funzione dell’antifascismo. Ma, se sul piano politico interno e internazionale il Fascismo oggettivamente è stato militarmente abbattuto da decenni, proprio alla luce dei riscontri oggettivi che abbiamo portato all’attenzione dei nostri lettori nei nostri scritti (leggi QUI), resta il fatto che nella Lettera e nello Spirito esso sfida tutt’ora i nemici dell’umanità, poiché costituisce presentemente l’unica risposta al problema politico del Mondo contemporaneo! Come abbiamo già scritto, alla correttezza di una simile valutazione pervenne in modo assai lungimirante – addirittura nel gennaio del 1945 – l’ex Ministro dell’Educazione nazionale Carlo Alberto Biggini, di cui esponemmo i punti essenziali delle sue previsioni per il futuro politico italiano e del suo accorato appello a tutti gli uomini di cultura affinché, sulla base delle constatazioni politiche che esso portava alla loro attenzione, agissero prendendo in seria considerazione la nuova via intrapresa dal Fascismo, percorrendola ulteriormente a loro volta (leggi QUI).

Ebbene, stavolta, senza volerci soffermare – come solitamente invece è nostro costume – sul fondamento spirituale della concezione fascista che sta a monte di qualunque realizzazione da esso prodotta, vogliamo riassumere integralmente proprio quelle constatazioni in base alle quali fu lo stesso Biggini a preconizzare che il Fascismo costituiva L’UNICA RISPOSTA al problema politico:
…Il Secondo conflitto mondiale si differenzia da ogni altro che la storia ricorda non soltanto per l’estensione a tutto il globo, ma anche, e soprattutto, per due fattori politici e ideologici che ne segnano la caratteristica fondamentale: il rapporto tra occidente e oriente e quello tra democrazia, bolscevismo e fascismo. Gli Anglo-Americani non hanno certo intrapreso la guerra con la volontà di aiutare o “liberare” un qualunque popolo dell’occidente europeo, ma perché si vedevano minacciati dall’avvento di una nuova epoca, quale veniva esprimendosi in Italia con più forza e consapevolezza che altrove. Perciò nel giudicare quella guerra non dobbiamo attenerci all’ingannevole apparenza. Dei due nuovi fattori che sono stati indicati come caratteristici del conflitto e cioè il rapporto tra occidente e oriente e quello tra democrazia, bolscevismo e fascismo, la prima visione, che molti occorre che facciano per facilitare l’ulteriore cammino, riguarda proprio il “Fascismo” e cioè l’ideologia politica in nome della quale il mondo prese le armi. Il Fascismo si trovava di fronte al bolscevismo, ma si trovava inoltre direttamente impegnato contro la democrazia, tra oriente e occidente. Ed è proprio questa situazione di fatto nel conflitto che vale a chiarire l’intima natura del Fascismo e della rivoluzione politica e sociale che esso rappresenta. Il Fascismo ha avuto sempre questo volto bifronte e tutta la sua storia si comprende davvero solo quando si approfondisca la duplice esigenza informatrice e il conseguente bisogno di sintesi. Al posto della destra contro la sinistra e della sinistra contro la destra si forma una nuova posizione politico-sociale, che è contemporaneamente di destra e di sinistra. Così come all’interno liberali e comunisti hanno di comune soltanto l’antifascismo, così all’esterno democrazia e bolscevismo si sono trovati insieme soltanto in funzione dell’antifascismo. Il Fascismo prima di ogni altra ideologia politica, ha compreso che il problema veramente rivoluzionario era quello della sintesi di liberalismo e socialismo, e che vano è ogni altro tentativo politico che voglia affermarsi trascurando uno dei due bisogni essenziali dell’attuale vita politica: il riconoscimento della personalità dell’individuo e un’effettiva soluzione del problema sociale. Democrazie e bolscevismo hanno compreso uno solo dei due bisogni e non ne hanno perciò compreso sul serio nessuno. Andare incontro alla libertà delle masse significa concedere, in via preliminare e come presupposto di ogni altra libertà, il diritto al lavoro e la parità delle posizioni iniziali per la lotta della vita. Il quale presupposto implica tutta un’altra serie di presupposti che si chiamano economia programmatica, indipendenza economica della nazione, vincolo dell’iniziativa privata, trasformazione del diritto di proprietà e, sul piano internazionale, redistribuzione delle ricchezze del mondo. Se la borghesia reagisce irrigidendosi nella propria posizione di privilegio, divengono fatali l’urto, la violenza, la mediazione autoritaria dell’arbitro. Così è nato l’autoritarismo fascista, e, se di esso i nostri avversari volessero indicare il vero responsabile, non potrebbero che individuarlo nella mentalità anacronistica del liberale. Ma l’autoritarismo, poi, ha anche un’altra funzione tecnica transitoriamente insostituibile. Per comprenderla basta guardare alle necessità del tempo di guerra. Allora tutti avvertono il bisogno dei pieni poteri, la mano forte che unifichi gli sforzi per il raggiungimento del bene comune; allora nessuno sente di dover protestare contro le limitazioni imposte dall’organismo statale. Ebbene, una rivoluzione ha le stesse esigenze di una guerra e non può compiersi sul serio senza un’eccezionale forma di disciplina. Il nuovo regime politico non può sorgere a un tratto, immediatamente adagiandosi nella forma di un’ordinaria amministrazione. Esso ha bisogno di un centro unificatore che caratterizzi il periodo di transizione, durante il quale la scienza e la vita andranno costruendo i nuovi istituti politici atti a rendere organica quella unificazione delle classi che non può materialmente e spiritualmente instaurarsi senza un adeguato processo di maturazione. Ecco perché l’autoritarismo ha caratterizzato, sia pure in forme diverse per la diversità delle singole condizioni storiche, tutti i nuovi regimi rivoluzionari; ecco soprattutto perché l’autoritarismo è alle porte delle grandi democrazie, che fino a ieri irridevano alle forme politiche del Fascismo. Il problema sociale non può più essere trascurato o lasciato in secondo piano e la stessa necessità storica deve imporsi a tutti i Paesi. Il Fascismo è in grado di dare all’ordine sociale e giuridico un contenuto concreto e di realizzare la condizione perché l’idea di uguaglianza acquisti il suo vero senso. Mussolini, cogliendola con una visione singolare per la sua profondità, ha intuito che la crisi del mondo moderno si traduceva in un vuoto sociale, in una società nella quale il vincolo sociale era cessato, se vincolo sociale è il riconoscimento dell’individuo, nel senso attivo e concreto di vita vissuta in comune nel comune godimento dei beni della vita. Esiste lo Stato quando il popolo ne è fuori, quando intere masse ne restano fuori socialmente e giuridicamente? Una rivoluzione non si concepisce senza una rivelazione. E che altro può essere la rivelazione se non la conoscenza di uno stato d’animo, l’interpretazione di un costume di vita che urge, batte alle porte di quei nuovi tempi che sono insistentemente cercati, la consapevolezza di nuove necessità, di nuovi bisogni? Mussolini, come ogni vero scopritore, certo della verità misconosciuta, proclama che la concezione fascista, rispondendo ad esigenze di carattere universale, risolve il triplice problema dei rapporti tra lo Stato e l’individuo, tra lo Stato ed il gruppo, tra il gruppo ed i gruppi organizzati. Tutta la storia d’Italia è là a dimostrare che una sola aspirazione è stata sempre alla radice della nostra coscienza ed è quella di una visione della vita che abbia carattere di universalità. Il Fascismo vuole avere questo carattere di universalità e se combatte, a oriente e a occidente, è soltanto in vista di un domani in cui possa realizzarsi una superiore collaborazione di questi due mondi ancora tra di loro molto estranei spiritualmente. Trovata la soluzione vera, essa distrugge le pseudo-soluzioni. Come la risposta ad un problema aritmetico è una, così nei grandi e decisivi momenti della storia, nei movimenti che segnano le epoche del cammino dei popoli, la risposta ad un problema politico è una! … (la versione integrale del documento in Pdf. è presente QUI)
…con buona pace di tutti i finti contestatori al guinzaglio della plutocrazia massonica antifascista! Meditate gente!
IlCovo

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