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MURRI E LO SPIRITO RELIGIOSO DEL FASCISMO! …dall’idea di democrazia cristiana all’ideale fascista.

Murri e il Fascismo - Biblioteca del Covo

Romolo Murri ha rappresentato una di quelle molteplici figure che l’Italia espresse tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, esponenti di un chiaro sentire politico ansioso di coniugare ad un pensiero forte e saldo, una conseguente e coerente azione sociale ad esso correlata (per un profilo biografico del personaggio digitare Qui), che secondo tempistiche differenti ed attraverso vari itinerari concettuali, tutti sempre e comunque radicati per un verso o per un altro nella millenaria tradizione della Civiltà spirituale italiana, avrebbe visto convergere le esperienze di molti di costoro, nel grande fiume ideale rappresentato dalla concezione fascista della vita, che di tale millenaria Civiltà dello Spirito, volle e seppe auto-rappresentarsi come la perfetta sintesi ideologica e l’apice politico. In tal senso, persino nel campo culturale antifascista – dove solitamente la figura dell’ex sacerdote viene ricordata quasi esclusivamente per aver vagheggiato in modo ufficiale per primo la formula politica che coniugasse la democrazia ed il cristianesimo, inaugurando così il concetto di “democrazia cristiana” – si è dovuto finalmente rilevare come tale specifica concezione della democrazia murriana fosse niente affatto in sintonia con quella liberale, giacché a sua volta espressione di una visione esistenziale palingenetica anti-materialista, idealistica e volontaristica, profondamente radicata nel cristianesimo; una volontà totalizzante tesa ad una riforma morale idonea a rivoluzionare alla base tanto la società che la coscienza pubblica. Proprio in virtù di ciò il pensiero murriano risulta essere, per un verso, perfettamente complementare con la visione etico-esistenziale elaborata dal fascismo, mentre per un altro, profondamente divergente con quella di un Don Sturzo, nonostante questi fosse formalmente alla guida del Partito popolare che pure alla “democrazia cristiana” murriana diceva di ispirarsi, tanto da portare storicamente ad un insanabile distacco fra i due uomini (1). Per questo motivo alcuni dei personaggi più significativi della cultura fascista, da Gentile a Volpe, vollero collocare Murri fra i precursori del fascismo. Anche Mussolini, che non mancò più volte di qualificarlo come suo amico (2), ebbe ad affermare che…“ Dalla nostra parte, del mondo cattolico, abbiamo unicamente Romolo Murri.”… “ Romolo Murri, nel 1923, non parlava più linguaggio di democrazia cristiana. Il suo lessico culturale puntava ai grandi problemi dei quali il Fascismo, per la prima volta nella storia d’Italia, tentava di fornire una soluzione.” (3) Del resto, nella elaborazione teorico-politica maturata da Murri risulta rilevante l’influenza esercitata dalla concezione idealistica di Giovanni Gentile, con il quale non a caso intrattenne dal 1915 al 1943 una corrispondenza epistolare. Ma era comunque lo stesso Murri ad affermare di essere… “ Dal 1919 con il fascismo. Perché non ho chiesto la tessera: 1). Perché avevo un passato, da non rinnegare; 2). Perché non volevo essere, nel fascismo, un imbarazzo, prima della Conciliazione; un minorato, dopo”…“ La novità e l’importanza vera del fascismo […] devono ricercarsi in questo assiduo e tragico sforzo del Paese nel rifarsi una coscienza religiosa, la quale non rinneghi il suo passato, non pretenda di liquidare il cattolicismo e, insieme, non si lasci aduggiare e sopraffare da viete interpretazioni e richieste politiche di esso: condizioni alle quali il fascismo ha inizialmente corrisposto ” […]…“ Nel movimento fascista io riconobbi ed approvai alcune delle direttive fondamentali della democrazia cristiana, anche se laicizzate: il senso dell’ordine e della disciplina civile, il rispetto della tradizione spirituale italiana, un vivace anelito di giustizia sociale, che rompeva i vecchi schemi del socialismo marxista.(4) Ancora nel 1938 egli condivise le politiche inaugurate dallo Stato etico fascista, laddove in un apposito scritto rimarcava l’importanza attribuita da quest’ultimo alla formazione intera dei cittadini per farli « quali esso li chiede: atti, cioè, a dare ai fini collettivi, segnati per tutti, un grande posto nella loro vita, e in possesso delle qualità morali che esige la disciplina fascista, la quale è ordine, fedeltà, entusiasmo, unità ». (5) L’adesione ideale di Murri al Fascismo, dunque, fu tutt’altro che formale e priva di sincero entusiasmo e sebbene egli non si fosse mai iscritto al P.N.F. nondimeno rappresentò un intellettuale di grande rilievo nel panorama dell’Italia fascista, scrivendo su quotidiani come il “Resto del Carlino” e collaborando con riviste come “Critica fascista” di Bottai. I cardini ideali attorno ai quali si saldò tale connubio politico erano fermamente imperniati attorno ai peculiari imperativi morali espressi nella Dottrina del Fascismo quale concezione politica religiosa (6), concretizzantesi in una rivoluzione spirituale contro il materialismo borghese nel solco della Civiltà Romana e Cristiana. A conferma di quanto brevemente esposto in questo succinto profilo ideologico, la “Biblioteca del Covo” è lieta di portare all’attenzione dei propri lettori due testi rappresentativi della elaborazione politica maturata dal Murri in relazione al Fascismo e raggruppati in un unico volume. Il primo, pubblicato nel 1924, si intitola “Fede e Fascismo”, il secondo edito nel 1937 è “L’idea universale di Roma”. Potete scaricare gratuitamente il documento in Pdf. DIGITANDO QUI. Buona lettura!

IlCovo

NOTE

1) L. D’Angelo, F. Malgeri, S. Zoppi, P. G. Zunino,“Il concetto di democrazia nel pensiero di Romolo Murri”, 1996, Transeuropa; presente adesso sul sito web della Fondazione Romolo Murri (digitare Qui).

2) Nei colloqui informali con Mussolini trascritti da Yvon De Begnac, il Duce menziona Murri almeno in sei occasioni, qualificandolo più volte come “amico”. Y. De Begnac, “Taccuini mussoliniani“, Bologna, 1990, IlMulino, pp. 15, 87, 88, 402, 435-436.

3) Op. cit. pp. 402, 435.

4) Filippo Mignini, “Romolo Murri: democrazia“, presente sul sito web di “Cosmopolis – rivista di filosofia e teoria politica” (digitare Qui)

5) Idem.

6) Cfr. M. Piraino, S. Fiorito,L’identità fascista – edizione del decennale”, 2018, Lulu.com , Cap.3, Il fascismo come concezione politica religiosa, pp. 170 – 195. (digitare Qui)

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