Il mondo accademico ha perso un altro pilastro della Politologia internazionale: il professor Zeev Sternhell (qui).
La sua opera, la più originale nel campo antifascista, ha contribuito grandemente a sviscerare le “origini del Fascismo” (qui), inquadrando il fenomeno Fascista nel giusto contesto del Revisionismo anti-materialista, che già molto prima della “Grande Guerra” si stava diffondendo in Europa, sulla scorta del fallimento del Liberalismo e del Socialismo.
Un punto di riferimento, lo studio dell’insigne Politologo Israelita, che molto più e molto meglio degli altri studiosi della materia, ha identificato la Filosofia euro-mediterranea che è stata il vero “humus” del Fascismo. Una interpretazione che ha demolito le pregiudiziali antifasciste più retrive, e che ha mostrato, con grande schiettezza, le profonde radici Culturali, Filosofiche e Politiche delle “origini del Fascismo”. Di lui e del suo lavoro avevamo scritto:
…”Zeev Sternhell, a sua volta, qualifica il Fascismo come un ideale rivoluzionario, maturato lentamente nel corso del quarto di secolo che precede lo scoppio della Grande Guerra, il rappresentante della sintesi tra “nazionalismo organico” e “revisione antimaterialistica” del marxismo, già iniziata in Francia alla fine dell’800 dal teorico sindacalista Georges Sorel e proseguita ai primi del 900 dai sindacalisti rivoluzionari italiani; una concezione che, secondo il professore israeliano, presa nel suo insieme costituisce un tutto coerente, logico e ben strutturato, incentrato primariamente sul rifiuto più netto del materialismo, ovvero dell’eredità razionalistica, individualistica e utilitaristica dei secoli XVII e XVIII, che sta alla base tanto del marxismo quanto del liberalismo. Siffatta visione del mondo mette in dubbio non soltanto la dottrina dei diritti naturali e quella del primato dell’individuo, ma tutte le strutture istituzionali della democrazia liberale. Secondo Sternhell, l’aspetto che caratterizza la modernità del Fascismo risiede nella pretesa di cancellare gli effetti più disastrosi della modernizzazione del continente europeo, rimediando alla frammentazione della comunità in gruppi tra loro antagonisti, all’atomizzazione della società, all’alienazione dell’individuo, ormai diventato niente più che una merce gettata sul mercato. La rivoluzione fascista ha come obiettivo un mutamento radicale ed essenziale dei rapporti intercorrenti fra l’individuo e la comunità, senza che ciò implichi necessariamente la rottura del motore stesso dell’attività economica – la ricerca del profitto – o l’abolizione del suo fondamento – la proprietà privata – oppure la distruzione del suo quadro necessario – l’economia di mercato. Essa si leva contro la disumanizzazione introdotta dalla modernizzazione nei rapporti tra gli uomini, ma pretende di conservare gelosamente, nel contempo, i benefici del progresso, senza mai caldeggiare il ritorno al passato, ad un’ipotetica età dell’oro, essendo stato il Fascismo, secondo i teorici del Regime, un fenomeno storico tipicamente moderno, come Mussolini, il suo fondatore, era stato la sintesi della vita e dell’anima moderna, sebbene di un tipo assolutamente originale” (qui).
Guardiamo con grande rispetto, con gratitudine, l’opera del Professor Sternhell. Rimarrà per sempre come un mattone nella grande costruzione della Verità. Alla quale noi del Covo lavoriamo senza sosta.
A-DIO PROFESSORE!
IlCovo
una grande perdita, uno studioso libero R
Sapevo….Certo, dovrei effettivamente leggere qualcosa che Sternhell ha scritto