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LA “GIORNATA DELL’AMNESIA”: quegli ebrei sterminati “scomodi” e ignorati da tutti!

Risultati immagini per amnesiaI lettori assidui della “Biblioteca del Covo” conoscono bene le nostre inchieste in merito alla cosiddetta “Giornata della memoria” et similia (l’ultima, in ordine di tempo è QUI). Abbiamo, da sempre, denunciato la strumentalità di tali “date comandate”, che purtroppo risultano essere lontane anni luce da ogni intento realmente pedagogico-educativo positivo, riducendo il tutto a forzoso indottrinamento di massa. Poiché tale evento è in realtà degradato a cavallo di Troia della peggiore politica, per veicolare interessi di parte, a tutto danno di quella memoria, che pure, ipocritamente, si dice di voler “onorare” e che invece, di fatto, è volutamente ignorata, a mezzo della parzialità unilaterale dei fatti raccontati che non rende giustizia né alla verità storica né alle vittime. In tal modo, la versione diffusa ufficialmente risulta tendenziosa e pertanto falsata, mostrando di conseguenza quanto i gestori ufficiali di tale evento mediatico siano totalmente indifferenti alla reale dimensione morale dell’ “insegnamento basato sulla storia”. Ogni fatto risulta distorto, nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, falsificato a bella posta, per stabilire la permanenza del pregiudizio ideologico antifascista, atto a garantire ad alcune fazioni di interesse politico ed economico, la possibilità di rimanere saldamente al comando del sistema che ci governa.

Basandoci sul fondamento della nostra attività, che è primariamente da sempre la ricerca critica della verità storica dei fatti, senza perciò indulgere in falsi moralismi di sorta, vogliamo quest’anno dare ulteriore seguito alle nostre ricerche. Come di consueto, noi fascisti de “IlCovo” non ci limitiamo ad affermare un assunto, ma lo dimostriamo e lo mettiamo in pratica. Ebbene, vogliamo occuparci, dal punto di vista storico, delle vittime. Coloro che davvero, fuori dalla speculazione politica e propagandistica, hanno subito la violenza dell’ingiustizia ed hanno patito persecuzione e morte, a causa di pregiudizi e in virtù della funzione sociale di “capri espiaotori” assegnata loro da alcune “elites” al comando.

Nella valutazione critica dei fatti, non possono mancare le considerazioni sulla proporzionalità e sulle differenze concrete che ne determinano una diversa analisi sia in sede di giudizio storico che riguardo il giudizio morale. Ad esempio, lo sterminio è diverso dalla segregazione; l’espulsione di una minoranza è diversa da una persecuzione sistematica; la discriminazione politica è diversa dalla deportazione di massa; una campagna politica è diversa da una campagna militare o poliziesca; e così di seguito. Se queste valutazioni sono necessarie dal punto di vista storico per comprendere i fatti e analizzarli correttamente, risultano ancor di più fondamentali nelle Scienze Politiche, per comprendere il fine primo ed ultimo di tali atti. Si tratta di tradurre in pratica la “legge generale” in merito alle Cause di un atto ed ai suoi effetti. Seguendo rigidamente questa impostazione, possiamo dire con fermezza e rigore che, come abbiamo già abbondantemente dimostrato, le “Leggi per la difesa della razza Italiana”, emanate nel novembre del 1938 dal governo Fascista, appartengono senza ombra di dubbio alla categoria della “Campagna politica”, che ha generato una discriminazione all’interno delle stesse categorie oggetto delle leggi, anch’esse considerate dal punto di vista politico. Oggetto di quelle leggi era la distinzione tra quelli che venivano considerati pienamente cittadini Italiani, avendone i titoli, e tutti gli altri soggetti considerati quali “stranieri”. Tutti i “non-italiani” erano considerati “stranieri”. I titoli per esser considerati italiani, e dunque non essere separati dai detentori della piena cittadinanza politica, erano contemplati e rinvenibili in elementi politici non razziali (si legga al riguardo il nostro studio su RAZZISMO FASCISTA E QUESTIONE EBRAICA). Alla definizione giuridica di “cittadino straniero” seguiva una separazione pratica e una considerazione di “cittadinanza apolide” se il cittadino permaneva all’interno del territorio nazionale, negli altri casi l’obbligo di emigrare fuori dal territorio metropolitano italiano, ma non dalle colonie. Gli apolidi, nel caso dei cittadini ebrei, venivano considerati come una comunità straniera. Quindi, soggetti a restrizioni particolari in vari ambiti, ma capaci di dotarsi di propri istituti autonomi vigilati dallo Stato.

Diverso è il caso inerente le “Leggi per la protezione del sangue e dell’onore tedesco” (qui), ove vi è una definita e netta separazione razziale tra la comunità tedesca e tutte le altre, a cominciare da quella ebraica. I principi informatori delle due leggi qui prese in esame, erano sostanzialmente e nettamente diversi. In un caso, quello Fascista, si partiva da una polemica politica, quella anti-sionista (vedere qui); nell’altro, quello nazionalsocialista, si partiva da un principio razzistico strictu e latu sensu. Le considerazioni morali, in base a tali fatti pocanzi descritti, sono entrambe negative. I motivi, però, sono radicalmente differenti. Il Governo Fascista sacrificò una parte della stessa minoranza ebraica, sull’altare della “ragion di stato” e della difesa e sviluppo della sua rivoluzione, essendo convinto dell’ostilità dell’ebraismo internazionale che, secondo Mussolini, dopo la guerra etiopica, si muoveva in una prospettiva decisamente antifascista, arrivando dunque a tali provvedimenti sia per motivi di politica interna che di politica estera, ossia la necessità di consolidare l’avvicinamento alla Germania, unico grande paese a voler intrattenere rapporti di amicizia col regime mussoliniano dopo il 1936, in un contesto internazionale isolazionista nei confronti dell’Italia fascista (vedi R. De Felice, “Mussolini il duce – lo stato totalitario” pp. 312 / 318). Così, attaccando la minoranza ebraica italiana a motivo del pericolo politico dovuto all’infiltrazione sionista nella comunità suddetta, pericolo le cui basi avevano dei riscontri oggettivi che lo rendevano più credibile, il Regime aveva dato adito all’emanazione di leggi “esclusiviste”, non “inclusiviste”, ovvero che partivano da un presupposto di discriminazione “generale”, per poi concedere la possibilità di significative “eccezioni”, invece che partire da un presupposto di esenzione generale, per poi escludere solo i presunti non integrati. Tale impostazione infelice fu frutto proprio di quella condizione di strumentalità che rivestivano i suddetti provvedimenti e diede adito alla pubblicistica dell’epoca di dare alcune prove di deprecabile zelo (si veda il caso del “Manifesto degli scienziati razzisti”). Di tale impostazione delle leggi, fa menzione anche un documentario storico trasmesso dalla Rai: Ebraismo e fascismo

Discorso diverso va fatto per le leggi tedesche di Norimberga, che partono da un presupposto netto, razzistico e persecutorio, strictu e latu sensu.

Detto ciò, come logica premessa a quanto andremo a dimostrarvi, le conseguenze di atti come quelli posti in essere dalla Germania nazionalsocialista non potevano essere diverse da quelle poi inveratesi. Ma Risultati immagini per NAZICOMUNISMOin pochi si sono posti una domanda capitale: da quale pregiudizio sociale è scaturita la campagna razzistica antiebraica in Europa e nel mondo? Presso quale ambito politico aveva trovato per prima cittadinanza lo stereotipo dell’ “ebreo strozzino, ladro, avido di danaro, commerciante infido”, ecc. ecc. ? Da quale concezione  politica proviene primariamente tale retorica ? Ebbene, proviene dal pregiudizio SocialistaNoi, come Associazione “ilCovo”, abbiamo più volte trattato dell’antiebraismo Socialista, intavolando anche dibattiti con alcuni Marxisti odierni (vedere “Karl Marx, La questione Ebraica, 1843“, nella discussione presente qui ). Ebbene: fu l’apostata Karl Marx a formulare la teoria sociale razzistica nei confronti non solo degli Ebrei, ma della religione strictu sensu. Attraverso questa teoria, si è arrivati alla base del pregiudizio sociale antiebraico che ha alimentato in vari modi gli altri Socialismi, da quello tribale-nazional-razziale tedesco a quello economico sovietico. Non è affatto un caso che il partito che Hitler fini col dirigere, ma che non aveva fondato, si chiamasse NazionalSOCIALISTA. Come non è un caso che Himmler abbia studiato i metodi di repressione di Lenin e il sistema concetrazionario comunista, con la relativa Polizia politica. Così come non è casuale che l’alleanza Nazi-Sovietica del 1939, abbia determinato la prassi della pacifica consegna di ebrei ai Nazionalsocialisti (quali prigionieri, dopo la concomitante invasione della Polonia. I Sovietici, all’epoca, nemmeno impedirono che i Nazionalsocialisti perseguitassero gli ebrei polacchi), e che, nel dopoguerra, l’Unione Sovietica abbia attuato un proprio piano di sterminio degli Ebrei in Russia e nei territori da essa occupati (di questo specifico evento si occupa l’ebreo  Louis Rapoport in un libro-inchiesta  che si intitola “La Guerra di Stalin contro gli ebrei”). Dunque, gli ebrei all’epoca erano di già perseguitati, concentrati ed eliminati in quanto “nemici di classe”. Così come tutte le altre minoranze religiose presenti nell’U.R.S.S., additate ugualmente quali “nemiche del proletariato”. Rapoport, nel suo minuzioso studio, ci ricorda che proporzionalmente la minoranza ebraica in Russia fu probabilmente la più perseguitata in assoluto, con circa 600.000, diconsi SEICENTOMILA morti. MORTI DI CUI TUTTI I GENDARMI DELLA MEMORIA DISTORTA ED A SENSO UNICO SI DIMENTICANO, PUR VOLENDO CELEBRARE LA “GIORNATA DELLA MEMORIA”. In tal senso, risulta di già odioso l’aver dato un contenuto razziale a tale giornata, ovvero “ricordando” esclusivamente solo una delle tante minoranze colpite durante l’ultima guerra mondiale. Ugualmente odioso è il “ricordare” avendo riguardo esclusivamente per i “numeri” delle vittime, concependo una gerarchia prioritaria di senso quantitativo, che si focalizza quasi esclusivamente sulla minoranza ebraica. Ma quanto più è odioso che si “ricordino” in modo strumentale ed esclusivamente le vittime cagionate da una sola parte politica! Infatti, le stesse vittime di religione giudaica, seppur eliminate per ordine di un “carnefice diverso” (in realtà complementare, come abbiamo visto) non hanno avuto diritto ad essere ricordate! In un articolo di cui suggeriamo la lettura (qui), si parte proprio da questo presupposto: la “selettività della memoria”, che ne determina immancabilmente la doppiezza e la strumentalità politica. Questo fa il paio con l’esecrabile pratica di tacere a bella posta gli innumerevoli atti del regime fascista rivolti alla salvaguardia degli ebrei internazionali perseguitati dall’alleato tedesco (qui), “ricordandone” invece solo i torti, veri o presunti, allo scopo esclusivo di parificare ideologicamente il Fascismo ed il nazismo, creando così la categoria artificiosa e falsa del nazi-fascismo. Tutto ciò evidenzia in modo inoppugnabile come il sistema politico pluto-massonico antifascista al potere non consideri affatto la Storia quale maestra di vita; ma quale indispensabile pretesto, un presidio irrinunciabile per la propria propaganda politica, rivolta a mantenere inalterati gli equilibri di potere ad esso più congeniali. Tali circostanze condannano senza appello tutta l’ipocrita e fasulla impalcatura mediatica legata alle ricorrenze di questo genere; nenie pretestuose degradate a vuote celebrazioni retoriche, con tanto di “commozioni a comando”, il cui inconfessabile intento è esclusivamente quello di USARE i morti per fini politici, che con la dignità umana e la giustizia non hanno nulla a che vedere! Per questo ribadiamo ancora una volta che Noi fascisti de “IlCovo”, ricordiamo e DENUNCIAMO l’ipocrisia di chi non ha mai avuto interesse per i valori morali, ma solo per il potere ed eventualmente la “borsa valori “. Oggi più che mai, soltanto la verità ci può rendere davvero LIBERI!

Riproponiamo qui la sintesi delle domande del pubblico convenuto alla nostra recente presentazione de “L’Identità Fascista – Edizione del decennale”. All’interno delle tematiche trattate, è stata dedicata un’ampia discussione proprio sul tema oggetto di questo articolo. Ecco un presidio per la diffusione della Verità:

 Sintesi delle domande del pubblico
Immagine

IlCovo

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