
Cari lettori, abbiamo abbondantemente discusso spesso e volentieri su come lo “spirito democristiano” sia preferito a quello di Nostro Signore dai sedicenti “nuovi cattolici”, di come esso malauguratamente abbia traviato e sia penetrato da molti decenni nelle menti, nei cuori, nelle penne di fin troppi presunti “uomini di cultura” appartenenti a tale schiera. Scrivevamo infatti (qui):
…Il Cattolico Romano, in modo del tutto innaturale e in costante contraddizione con il Magistero Perenne e infallibile della Chiesa di Roma, è divenuto parte integrante, fondamentale, irrinunciabile, del nuovo regime Liberale Democratico, non soltanto nell’ex “bel Paese” ma nell’intero mondo. Si è consumata, dunque, la metamorfosi satanica dal Cattolico al Democristiano. […] …Sicuramente, poi, il Concilio Vaticano II ha rappresentato il “fattore scatenante” della diffusione globale di tale “pestilenza dell’anima”. […] …Seguendo gli sviluppi di tale processo politico, il Cristianesimo demo-liberale è divenuto gradualmente il vero “sacramento di redenzione” al posto della Croce del Nostro Signore Gesù Cristo, perché il democristiano si sente sempre “assolto” dalle “contingenze”, che soltanto lui può cercare di “equilibrare”, dovendo “rispettare e obbedire” a tutte le posizioni presenti nella Società, perché non farlo sarebbe, secondo lui, una “violenza” verso l’individuo. E il suo “dio” non vuole “violenza”, definendo arbitrariamente come tale tutto ciò che il democristiano decide essere tale. Dunque siamo in presenza di due assurdi logici e dottrinari: dove chi si definisce “Cattolico” è invece un democristiano, che risulta essere stato fondamentale per arrivare alla società distopica in cui viviamo; dove i “Cattolici”, in realtà democristiani, attraverso la loro “opera” nefasta hanno di fatto equiparato “Dio a Mammona”.
Tale mortifero “spirito” si ritrova pienamente in un recente articolo elaborato da un personaggio di non comune levatura culturale, dunque maggiormente responsabile rispetto a ciò che egli diffonde tra i propri lettori. L’articolo (qui) in sintesi vorrebbe sottolineare che la continuità con l’insegnamento Tomista, riaffermato nei dovuti modi rispetto ai tempi dall’insigne Papa Pecci, è stato rigettato dalla attuale “chiesa romana”. Lo fa però contraddicendo la realtà dei fatti, perché focalizza il rigetto su di un unico pontificato, ossia quello attuale, quando in realtà il rigetto è stato già preparato e proclamato ben prima, a partire dal Vaticano II. Inoltre va riconosciuto senza mezzi termini come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, da conservatori quali erano, hanno operato in modo da mediare nella transizione dalla “Chiesa dell’ortodossia nella Tradizione” a quella “ecumenica della modernità”, ma non hanno affatto ribadito l’insegnamento tomista né la continuità con esso. Dunque, senza voler entrare specificamente nel merito delle motivazioni, ci limitiamo a constatare che non si può affermare affatto a ragion veduta come il problema in questione ed il rigetto dell’insegnamento tomista siano prerogativa esclusiva dell’attuale pontificato sui generis. Sempre relativamente al pensiero dell’articolista, prendiamo come esempio paradigmatico la seguente citazione:
Leone XIII pensava e insegnava nelle sue encicliche sociali che l’autorità viene da Dio e non dal popolo sovrano. Non negava in modo assoluto la democrazia, ma pensava che un potere sovrano, come è anche quello del popolo e non solo quello dei despoti assoluti, fosse inaccettabile e molto pericoloso. Chi è sovrano non dipende da altri sopra di sé, quindi può fare quello che vuole. E infatti oggi il popolo delle democrazie moderne fa quello che vuole (o si illude di farlo). Agli occhi di Leone XIII, ma anche di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, la nostra democrazia attuale ha molti aspetti totalitari. Se l’autorità viene da Dio, allora il potere politico non è indipendente e autosufficiente, ha bisogno di porsi in relazione con la religione vera. Ma oggi questo principio è ampiamente abbandonato.
L’autore al riguardo pare proprio ignorare come il principio di complementarietà tra Religione Vera e Potere Politico sia stato ufficialmente messo in discussione a livello istituzionale da secoli e chiaramente abbandonato in Italia non da oggi, bensì con la fine della Seconda guerra Mondiale. Infatti, proprio su questo blog avevamo già scritto che…
…la “nuova Questione Romana”, a differenza di quella felicemente risolta con il Trattato e il Concordato Lateranense dell’ 11 Febbraio 1929, è stata archiviata al modo liberaldemocratico. Come ebbe a scrivere il giurista fascista e cattolico Carlo Costamagna… “I termini del problema mutarono con l’avvento delle rivoluzioni individualiste. La soluzione negativa che prevalse durante il secolo XIX col «separatismo», secondo la formula «libera Chiesa in libero Stato», implicò l’atteggiamento dell’indifferenza, autorizzato, come si è detto poc’anzi, dalla svalutazione razionalista dell’esperienza religiosa. Significato ostile ebbe invece il metodo del «giurisdizionalismo anticonfessionale», adottato alla fine del secolo scorso da alcuni regimi socialdemocratici (Francia, Portogallo) e diretto contro le manifestazioni di qualunque organizzazione confessionale della religione”… Al giorno d’oggi, seguendo il chiaro ragionamento di Costamagna, siamo al terzo “stadio” dell’aberrazione liberaldemocratica, quello del “giurisdizionalismo anticonfessionale anti-cristico” e ci siamo arrivati “grazie” all’apporto determinante del democristianismo, che eleva la “volontà popolare” non, per dirla con Papa Sarto, a mero strumento contingente che sia a valle della Regalità Sociale del Nostro Signore Gesù Cristo, e quindi della inscindibilità della Legge dello Stato dalla Legge di Dio, che garantisce il “Bene Comune” a credenti e non credenti; ma a “nuovo dio di carta straccia” della Società, assoggettata di fatto alle oligarchie plutocratico massoniche sataniche che manovrano occultamente tutti gli scenari politici economici e sociali!
Tale principio di complementarietà era esclusivamente affermato dal Costituzionalismo Fascista presente nei Patti Lateranensi (dunque, mai fatto proprio né dallo Statuto Albertino, né dall’odierno costituzionalismo antifascista). Inoltre, non si può affermare, sempre nella stessa frase, che Leone XIII insegnava il rigetto della “sovranità popolare democratica”, e allo stesso tempo dire che non “negava in assoluto la democrazia”. Leone XIII la negava eccome! Negava il suo fondamento individualista e materialista. Negava in assoluto la radice della democrazia borghese, perché, giustamente, negava che ci potesse essere una “autorità morale relativa” a regolare la vita della società. In una parola: negava il relativismo. Ma Fontana, dovrebbe avere il coraggio di scrivere che i principii morali esposti da Leone XIII, sono quelli che si trovano, tali e quali, nella concezione morale e politica Fascista, la quale perora esattamente il costituzionalismo presente nei valori fondanti il concordato lateranense. Invece, da buon democristiano, in un articolo che dovrebbe presentarsi come “radicale”, inizia con l’intenzione di “voler suonare” ma finisce venendo suonato. Tanto è vero che se la prende con l’immancabile ed etereo “totalitarismo”, facendo credere che esso sia una “degenerazione della democrazia”, la quale pertanto non “in assoluto”, deve essere condannata; ma solo “relativamente”… perché anche Leone XIII avrebbe confermato ciò! Ed ecco negato quel che invece la realtà certifica! Insomma, come spesso e volentieri abbiamo rilevato (qui), tali esponenti democristiani non osano mai contestare e denunciare la filosofia e religione a fondamento del sistema politico vigente . Pur non lesinando generiche critiche parziali, non si rinviene mai nei loro ragionamenti una seria ed articolata contestazione integrale, ossia, morale e politica nella sua totalità e nei suoi fondamenti, che denunci e soprattutto rinunci alla filosofia ed alla prassi espressa dalla demo-plutocrazia massonica di matrice illuministica inerente il Sistema dominante. Questo in concreto rappresenta il problema più grave ed il vero vulnus dei “contestatori cattolici”, che indiscutibilmente mette così al “riparo” da una seria delegittimazione ogni struttura dell’attuale potere oligarchico globale. Ecco perché, in base a tali osservazioni, ci pare logico, coerente e realistico che tali “ambiti” si debbano definire come “quinte colonne” del sistema di potere. Tali problematiche, alla luce degli esiti concreti prodotti nel corso dei decenni dai soggetti in questione negli ambiti in cui essi operano, ormai ci appaiono come un dato di fatto oggettivo ed ineludibile. Che lo si voglia onestamente ammettere o meno, una simile constatazione non può non risaltare chiaramente agli occhi di chi vuol vedere. Soprattutto di coloro che, invece, questo sistema satanico rigettano sinceramente in modo completo e radicale! Dunque, ogni ragionamento di costoro, per quanto critico e ben espresso, viene vanificato totalmente dalla “impossibilità” congenita di considerare concretamente le vere alternative politiche e morali al demo-liberalismo. In buona sostanza, anche chi dice di disprezzare solennemente filosofia e prassi della liberal-democrazia, non riesce proprio a fare a meno di “sopportarla” e di supportarla (sic!), perché teoricamente, sempre secondo loro, non sarebbe possibile “vivere” all’insegna di altro ideale politico. Almeno nel breve periodo! Alla fine del suo scritto, il Fontana si domanda:
Che dire allora a 120 anni dalla morte di Leone XIII? Limitiamoci a dire questo: bisognerà insistere col darsi da fare per capire quello che è avvenuto nel frattempo.
Ebbene, al riguardo stia pur tranquillo che quanto è successo “nel frattempo”, resta da capire soltanto a lui ed a quelli come lui che continuano a negare l’evidenza dei fatti storici, poiché a noi fascisti de “IlCovo” risultano chiarissimi! (qui) …persino le marionette del sistema antifascista, sempre supportate a livello istituzionale, proclamano apertamente nelle pubbliche piazze, a gran voce e senza giri di parole, quale è il concetto di “democrazia” (qui) che essi vogliono imporre a livello planetario su mandato dei loro padroni, come illustrano chiaramente le loro continue piazzate invereconde e sacrileghe che la maggioranza dei cittadini è costretta a sorbirsi di continuo “a reti unificate” (ad esempio, l’ultima in ordine di tempo, qui). Per quel che riguarda Noi, ci diamo abbastanza da fare anche nel denunciare il putrescente verbo democristiano e nel diffondere quello invece vivido del Costituzionalismo Fascista, che, volendo parafrasare Arnaldo Mussolini ed il Cardinale Schuster, riconosce la Sovranità nella Santissima Trinità, poiché…“La nostra esistenza deve essere inquadrata in una Marcia solida, che sente la collaborazione della gente generosa ed audace, che obbedisce al comando e tiene gli occhi fissi in alto perché ogni cosa nostra, vicina o lontana, piccola o grande, contingente ed eterna, nasce e finisce in Dio. E non parlo qui del “dio generico”, che si chiama talvolta, per sminuirlo, Infinto, Cosmo o Essenza, ma di Dio, Nostro Signore, Creatore del Cielo e della terra e del Suo Unico Figlio”.
Noi fascisti ben sappiamo che la Croce (simbolo della Redenzione mediante il supplizio!) ed il Littorio (simbolo di Giustizia e Unione mediante l’applicazione severa della Legge Morale) rappresentano simbolicamente l’essenza della Nostra Civiltà millenaria, retaggio imperituro della verace Romanità! Concludiamo con un consiglio spassionato al Fontana ed a tutti i democristiani come lui: si rinfreschino la memoria al riguardo, magari anche guardando i nostri video!
IlCovo