Anche nel campo della cultura e dell’istruzione della gioventù, soprattutto, diremmo noi, vista l’importanza vitale delle giovani generazioni nella vita dello Stato fascista, l’Etica “nuova” di cui il Fascismo mussoliniano è portatore, cambiò radicalmente il costume e la vita del popolo italiano. La “Biblioteca del Covo” mette gratuitamente a disposizione dei propri lettori ( potete scaricare QUI il Pdf. integrale ) il contributo che nel 1942 scrisse l’accademico fascista Gerardo Pannese. Egli affermava testualmente che… “nessuna Nazione ha ottenuto in tutti i gradi dell’istruzione una serietà ed una austerità di studi come l’Italia di Mussolini. La fascistizzazione della scuola è incominciata dal momento in cui il Fascismo è divenuto governo, dove fascistizzazione deve significare l’ulteriore sviluppo della cultura italiana, un continuo perfezionamento di metodi e di programmi della scuola in conformità agli alti nuovi principi sociali. Difatti, mentre gli uomini di governo lavorano per costruire, sempre più saldamente, l’edificio della scuola, gli uomini di cultura lavorano per la formazione delle coscienze e per l’educazione degli spiriti. Nè bisogna arrestarsi alla vecchia antitesi tra l’istruzione che si rivolge al pensiero e l’educazione che si rivolge alla volontà, perchè istruzione ed educazione si compongono in un unico processo dello spirito, in un’unica santa opera di formazione umana. Lo Stato unitario, in sede Fascista, è inteso a formare la coscienza etica della Nazione, vigilando e plasmando i valori dello spirito al servizio dell’idea, lontano dalle false ideologie, e da guaste dottrine filosofiche-politiche-sociali, che purtroppo, in passato, avevano deturpato il volto d’Italia, per essere proclivi di qualche nazione straniera. Il non commettere errori d’impostazione su qualsiasi problema sociale, non deformare visioni che sono istintivamente già rettilinee, non deviare o soffocare le limpide sorgenti della cultura nazionale, non subordinare l’indirizzo totalitario alle formule di una scuola filosofica, alla finalità di un pensiero, alla precettistica di un determinato indirizzo scientifico, ecco il credo fascista, l’imperativo categorico del presente e futuro indirizzo scolastico-sociale dell’Italia Fascista. La cultura per il Regime non è tanto il portato di una serie di sforzi tenaci volti nelle più varie direzioni alla ricerca della verità, quanto l’effetto di una convergenza di quelli verso la costruzione di un sistema organico e unitario: ed è soprattutto conquista di un’armonia superiore tra vita e pensiero, addestramento di energie per un fine che sta fuori ed al disopra di noi, volontà di accrescere ed esaltare quella potenza spirituale sulla quale si fonda il primato delle nazioni. Così nella concezione totalitaria del Regime, non v’è posto per una scienza, per un’arte, per una tecnica che pretendano di essere fine a loro stesse, che fingono di ignorare la concreta unità e complessività della vita, che dimentichino l’influenza che le loro manifestazioni possono esercitare sull’azione degl’individui isolati o associati; che si sottraggano alla loro funzione più alta, quella dell’educazione ed elevazione dello spirito. La scuola così intesa viene ad essere restituita al suo ufficio di organo sociale che riceve e dà al tempo stesso, che esercita il suo scambio di sapere e di azione fra sè, la famiglia e la società. Alla base di questa concezione della cultura, che ha una sua duplice radice romana e cristiana, sta dunque un’idea morale, un principio di disciplina interiore. In quest’ondata di vita nuova la cultura nazionale trova un nuovo e potente incitamento di ricostruzione in quanto si subordina ai principi sovrammateriali e sovrarazionali; non si spiega in se stessa, ma rivive come una difesa assunta dallo spirito per opporsi ai miti materialistici e ad ogni altra forma di decadenza del mondo moderno. Il Fascismo ha ricondotto l’istruzione italiana alle pure fonti della romanità alle quali vuole che i giovani attingano perchè in loro rinascano e si rinforzino sempre più quei sentimenti di fierezza, compagna del sapere, che devono albergare nella mente e negli animi dei discendenti del popolo che ha creato l’Impero di Roma.”… Buona lettura!
IlCovo
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